Climate change - Klimawandel - Cambiamenti climatici ?

Wäre das Klima eine Bank, hätte man es längst gerettet - H. Chavez,


Dopo i campi di sterminio, c'è stato lo sterminio dei campi - A. Zanzotto,


Freedom fucked us - M. Houellebecq
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1. Se il clima fosse una banca, l'avrebbero già salvato - H. Chavez

2. Dopo i campi di sterminio, c'è stato lo sterminio dei campi - A. Zanzotto

3. La libertà ci ha fottuti - M. Houellebecq

 

Tre personaggi, distantissimi fra loro, condividono un pensiero che non può non condizionare le loro esistenze.

Il pensiero è: "non è possibile credere di poter crescere e produrre all'infinito all'interno di un sistema finito".

Hugo Chavez (1954-2013), presidente del Venezuela, Andrea Zanzotto (1921-2011), il più importante poeta lirico italiano del secondo novecento e Michel Houellebecq (1956), scrittore francese, sono tutti e tre coscienti di questo fatto.

La scrittura è una traccia, chi ha scritto quindi rivive finché ci sarà chi saprà leggere e -grazie a questa basilare ma non scontata premessa- noi ora leggiamo e condividiamo parole e pensieri dei due illustri personaggi citati.

Chavez si sa chi è. Appartiene all'ultima schiatta di politici la cui carriera è ancora profondamente segnata dal percorso militare.

Ma non che nell'esercito non si leggesse, anzi: fra le opere di Marx e Adorno è uscito Chavez; il quale poi, divenuto presidente, ha espresso senza timori la sua opposizione verso un sistema politico-economico-sociale opprimente e cieco: il nostro, il modello occidentale, particolarmente vantato dagli USA col neoliberismo globalizzato.

Non è facile dire se Chavez avesse letto anche Aristotele, ma pare che l'ex presidente venezuelano sapesse fin dove l'economia era libera di muoversi e quali limiti avesse e, così come l'opera politica del filosofo alessandrino, Chavez rimarcava sempre la presenza di un confine fra politica ed economia, confine tale per cui si deve parlare di verticalità decisionale, e non di orizzontalità, propria dei modelli democratici che il presidente venezuelano biasimava.

A cosa si opponeva e cosa biasimava Hugo Chavez dei nostri modelli occidentali? Cosa ha avuto da ridirci un presidente sudamericano?

Le risposte non mancano: sia negli States che in Europa possiamo elencare molti personaggi che sanno dirci cosa, qui da noi, non va. Passando quindi da un emisfero all'altro e da un continente all'altro, in Europa troviamo l'arco alpino e, nel versante meridionale, affacciato -prima che sul Mediterraneo- sulla pianura padana, troviamo una terra antica, abitata da almeno 5-6mila anni da popolazioni non più nomadi, oggi chiamato Veneto.

In Veneto, lungo le Prealpi vicentine, c'è un paesino in bilico fra colli, Dolomiti e la pianura coi suoi fiumi: è Pieve di Soligo.

Da qui, all'interno di un quadrilatero di paesi veneti della provincia di Treviso, visse e scrisse per tutta la vita Andrea Zanzotto.

Poeta lirico, scomparso a 90 anni, attraversò 52 anni di storia italiana con la sua poesia, cantando ciò che visse e vide.

E se, dopo la resistenza, si trovò deluso come molti dalle linee politiche della DC nell'immediato dopoguerra, la sua delusione divenne disperazione durante il boom economico italiano degli anni '50-'60.

Con quel suo motto sopra citato il poeta descrisse il corso della storia (occidentale e quindi globale) evidenziando un problema che quarant'anni fa pareva delirio, e oggi è realtà: il boom economico è stato un disastro umanitario-ambientale.

Il poeta non attenuò mai i suoi toni di aspra critica e biasimo verso i migliori prodotti della società occidentale: con lo sviluppo dei grandi centri commerciali (die bekannte Einkaufzentren am Gardasee) negli anni '80 attorno alle periferie delle città italiane e con la costante edificazione di ettari di terra nuda, arrivò a parlare di una gigantesca e grigia 'Los Angeles che va da Verona a Mestre', non potendo fare a meno di pensare che l'homo sapiens sapiens, pur professandosi tale, dimostra quotidianamente gravi segni d'insipienza: l'habitat nostro incide con la nostra salute psico-fisica, è necessario che sia così; se però l'habitat nostro è un'immensa periferia d'asfalto e cemento, allora non siamo in salute - 'anche se le pubblicità ci dicono il contrario'.

Non è tanto il rimpianto di una condizione originaria perduta, quanto la constatazione di una grave ignoranza.

Zanzotto è stato un uomo coltissimo, conoscitore del mondo interiore ed esteriore, troppo rispettoso delle scienze per biasimarne i suoi studiosi, al punto che nel 1996 intitolò la sua penultima raccolta di poesie proprio 'Meteo': un tributo alla scienza più umile, la cui potentissima tecnologia (radar, satelliti, calcolatori) non basta a inquadrare i moti dell'atmosfera.

Una giusta metafora da impartire alla civiltà attraverso la sua poesia: l'ennesimo richiamo verso noi tutti, affinché noi tutti capiamo che il nostro modello di vita, così com'è, non è degno dell'homo sapiens sapiens.

Ma cosa non funziona? Cosa non è degno di noi? Cosa dovremmo capire?

Restiamo nell'Europa per cercare chi possa rispondere a chiare lettere a queste domande che la lettura di Zanzotto ha sollevato.

La Francia vanta un rapporto, più fitto che altrove, fra intellettuale e militanza sociale ed è qui che troviamo, fra librerie e strani negozi di musica, l'opera di Michel Houellebecq, nato nell'ex colonia francese delle isole Mauritius nel 1956.

La sua produzione letteraria, dagli esordi in versi agli ultimi romanzi, è connotata da quel colore cinico che di fatto caratterizza tutti i grandi narratori del secondo novecento che hanno come protagonisti e luoghi i grandi habitat delle società occidentali.

Il suo motto-slogan-citato è emblema della sua attività letteraria cinico-provocatoria: se noi oggi ci professiamo i figli eredi dell'Illuminismo (wir wissen was Immanuel Kant gesagt hat), allora, nell'età del libero arbitrio e del libero pensiero, ognuno è pari e ogni giudizio è pari. Al punto che il giudizio, divenuto opinione (cioè non-conoscenza, cioè solo un parere modificabile nel tempo) ha avuto pari diritti di grandi e sagge sentenze, moniti, allarmi

Al punto che il linguaggio è stato logorato, i significati sono stati corrotti e niente significa più ciò che significava: il sistema economico neoliberista vive del marketing, della pubblicità (die hassliche Werbung) che garantisce la sopravvivenza del mercato e delle leggi basilari di domanda-offerta. Anche qualora la domanda sia soddisfatta (wir brauchen keine neue Autos, danke!), il marketing riporta la domanda, tramite i più subdoli meccanismi di coercezione che, spiace dirlo, non sono troppo lontani dalle propagande dei regimi totalitari del primo novecento (similitudine già presente in H.Harendt, T.Adorno, H.Marcuse, J.P.Sartre..).

Nell'età del libero pensiero, dove la libertà è slogan elettorale/motto pubblicitario/garanzia di qualità/indice di benessere, Houellebecq è libero di attaccare il valore supremo e dire che è lei, la libertà (diese verwirrte Freiheit), la colpevole di tutto.

Una dolce ironia che nasconde una forte accusa: chi parla di libertà, sa cos'è? Chi oggi ritiene di vivere libero e in pace, è veramente libero e in pace?

Chavez, Zanzotto, Houellebecq è improbabile che si siano mai conosciuti, ma i nomi si saranno incrociati fra di loro almeno una volta sicuramente.

Un poeta, un romanziere e un presidente cosa hanno a che fare coi cambiamenti climatici?

Il rimando è al pensiero che li accomuna: un pensiero che è degno dell'homo sapiens sapiens.

Non possiamo più credere che le nostre azioni individuali non abbiano peso: io, prima di esser cittadino, libero, etc..., abito un unico mondo e, sebbene l'astrofisica stia scoprendo sempre più esopianeti, noi una Terra abbiamo.

Il pianeta Terra è entrato nell'Antropocene negli ultimi decenni, dal 2007 la civiltà umana è passata da sedentaria a urbana (>50% della popolaz. mondiale vive nelle aree urbane), tutto ciò deve farci pensare, noi che siamo liberi di farlo.

In data 23.10.2013 e 29.10.2013 l'A.Adige/Südtirol è stato attraversato da più linee temporalesche (Gewitterlinee) con attività elettrica e moti verticali tipici dei temporali. Registrare temporali, anche forti, a fine ottobre è per queste terre un fenomeno molto raro! Le statistiche e i dati storici (dal 1921) non hanno molti esempi a sostegno di questi fenomeni: temporali in autunno avanzato in mezzo alle Alpi si verificano perché -adesso- c'è più energia nell'atmosfera di un tempo.

Il mar Mediterraneo, durante l'estate, riceve molto più calore di un tempo, calore che rilascia lentamente durante autunno e inverno e più energia il mare riceve e più forti si svilupperanno i fenomeni atmosferici da questo.

La lezione di oggi dunque è: siamo tutti collegati, le nostre singole azioni decidono le sorti del pianeta e per accorgercene dobbiamo essere estremamente critici e attenti al mondo in cui viviamo, a com'è fatto, e come si muove.

I temporali di fine ottobre nelle Alpi, i romanzi provocatori di Houellebecq, la poesia profetica di Zanzotto e la politica di Chavez sono tutti collegati.

I temporali sono l'indizio peggiore di un comportamento che i tre personaggi affrontati, col loro esempio, cercano di contrastare.

Che gli esempi si diffondano, questo è prioritario.