Culture | Musica

Un gruppo di lavoro per la musica live a Bolzano

Questa la promessa del Comune. In attesa che la Provincia si accorga della differenza tra i concetti di ‘musica’ e 'inquinamento acustico'.
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Giovedì 30 ottobre si è tenuto un incontro pubblico sulle nuove disposizioni per l’organizzazione di manifestazioni pubbliche in città, sulla base della Legge Provinciale nr.8 del 26 settembre recepita anche dal Comune di Bolzano. Dal 14 ottobre infatti, le manifestazioni pubbliche che prevedono un massimo di 200 partecipanti e che non durino oltre le 24.00 (del giorno d’inizio) necessitano della SCIA, la segnalazione certificata d’inizio attività. Questa va presentata all’Ufficio Attività Economiche e Concessioni del Comune. 

Tutto qui? Ovviamente no. 

Il tutto si inserisce in un contesto che preveder altri obblighi: norme relative alla sicurezza, norme relative alla somministrazione temporanea, norme relative all’occupazione del suolo pubblico (se la manifestazione è all’aperto), norme relative all’inquinamento acustico. L’obiettivo dei tecnici comunali è quello di predisporre un unico modulo in modo tale che la richiesta sia una unica e che accompagni la SCIA. Quindi due modelli: uno per la SCIA e uno per il resto (musica, concessione occupazione suolo pubblico, somministrazione).

Tralasciando in questo momento i problemi riguardo alla sicurezza e alla somministrazione ci si può soffermare sulle strutture che già abitualmente ospitano manifestazioni musicali. Se durante un evento viene prodotta musica dal vivo, con DJ o karaoke (che, ahimè, nel campo dell’inquinamento acustico), la SCIA deve essere comunque corredata da un’autorizzazione da richiedersi all’Ufficio Ambiente almeno 15 giorni prima della manifestazione. 

Il motivo? 

Rispettare i limiti acustici interni significa poter suonare ad un volume talmente basso da non poter essere considerato un concerto: le fonti sonore non possono superare i 45 dB in zona abitativa (teniamo in considerazione che con la conversazione in un ristorante, in ufficio o musica di sottofondo siamo sui 60 dB). Il Comune quindi “viene incontro” all’organizzatore e quando autorizza lo fa in deroga alla norma sui limiti. Senza la deroga quindi nessun locale, potrebbe organizzare nulla, neppure il locale più attrezzato. 

La richiesta è stata quindi quella di far sí che le strutture già a norma possano ottenere una deroga continuativa da rinnovare annualmente (magari non tutti i giorni della settimana ma limitata a determinati giorni in base alla localizzazione e alle esperienze passate con il vicinato) in modo tale che si possa organizzare un evento senza i 15 giorni di preavviso. 

Il risultato dell’incontro è la promessa della formazione di un gruppo di lavoro (Comune/Operatori) che riporterà nomi e dettagli delle strutture interessate ad ambire a questa autorizzazione in deroga continuativa. 

Nota a parte riferita alle norme acustiche: finché la musica rientrerà in quello che viene definito come “inquinamento acustico” e finché le fonti sonore verranno definite come “impianti rumorosi” sarà dura riuscire ad ottenere netti miglioramenti. E la colpa di questa cosa non è di certo del Comune o della Provincia (Sindaco, Assessore e rappresentanti del Comune hanno ammesso che anche per loro questa definizione non è corretta). La provocazione potrebbe essere quella di sostituire da qui in avanti la parola musica con “inquinamento acustico”. Forse così ci si renderà conto che è il caso di avviare una riforma radicale di questo campo della cultura chiamato musica.