Books | Il castello

"Un periodo cruciale per il Tirolo"

Un nuovo volume su Castel Tirolo ripercorre la storia del Medioevo tirolese, a partire dalle mura del maniero sopra Merano. Intervista al co-autore Mirko Frainer.
Cassitti, Frainer, Steger
Foto: Michael Lintner
  • Conoscere la storia del proprio territorio è una continua sorpresa. Fin dalle elementari, spesso una parte dei programmi viene dedicata allo studio delle città e dei paesi in cui si abita, ma non è sempre facile trovare una didattica capace di trasmettere entusiasmo e curiosità. Capita, quindi, che non solo non si riesca a cogliere l’opportunità di entrare in connessione con la propria regione d’origine, ignorando i cambiamenti architettonici, sociali e culturali che l’hanno accompagnata nel tempo, ma anche i nuovi abitanti, seppur incuriositi, non sappiano riconoscere le alterne vicende del luogo in cui vivono. Nonostante l’Alto Adige sia una terra ricca di storia, con una particolare concentrazione nel periodo medievale, non è facile trovare nozioni non strettamente didascaliche, che sappiano parlare anche al di fuori del mondo accademico. E’ questa la sfida che Tanja Cassitti, archeologa, mediatrice museale e insegnante, Mirko Frainer, storico, insegnante e capo delegazione FAI in Alto Adige e Sonja Steger, autrice e operatrice culturale, hanno deciso di raccogliere, scrivendo un libro dal titolo Castel Tirolo, partendo dal famoso castello per indagare il contesto storico dell’epoca della sua costruzione e abitazione, in una maniera interattiva e fruibile, adatta agli studenti ma anche ai turisti che, incuriositi, visitano i vari monumenti dell’Alto Adige. E proprio Mirko Frainer racconta a Salto com’è andato il progetto. 

    SALTO: Dottor Frainer, com’è nata l’idea di questo libro?

    MIRKO FRAINER: La prima a pensarci è stata Tanja Cassitti, che lavora come guida a Castel Tirolo. Durante le visite si è resa conto che, nonostante le molte monografie, mancava un volume che sapesse parlare al grande pubblico, in maniera chiara e divulgativa. 

  • Si tratta di un libro che si rivolge ai ragazzi, ma è adatto anche ad un pubblico più adulto? 

    Abbiamo pensato di guardare anche ai turisti, che vengono a visitare questo territorio e decidono di avere una panoramica sulla storia altoatesina. La decisione è stata quella di non banalizzare gli argomenti, avvalendoci anche della collaborazione di esperti, che hanno dato il proprio contributo su temi come la musica del tempo o l’amministrazione, ma dare nozioni fruibili, anche per accendere la curiosità e lasciare spazio ad ulteriori approfondimenti. 

    Il libro presenta pagine in italiano e in tedesco, con un fumetto in inglese, una scelta insolita? 

    All’idea di pubblicare due edizioni in lingue diverse abbiamo invece pensato di proporre le due lingue una accanto all’altra, in una prospettiva di confronto utile sia per le scuole che per i visitatori. Una visione nuova e insolita, ma che stimola la conoscenza. Nel fumetto invece abbiamo utilizzato la lingua franca dell’inglese, adatta ad un pubblico più ampio possibile. 

     

     Ci si approccia alla storia di questo territorio per punti di vista, ma si tratta di un territorio in cui le varie comunità si sono sempre confrontate

     

    Ci sono poi molte immagini e illustrazioni? 

    Siamo partiti proprio dai documenti e dalle immagini che provengono dal museo di storia provinciale. Abbiamo voluto ricostruire le testimonianze del passato anche attraverso coloro che lo hanno vissuto, mediante i loro strumenti e utensili. In alcuni casi abbiamo optato per una scala 1a1, lasciando parlare la concretezza delle foto. 

    La storia del Tirolo è ancora poco conosciuta? 

    Spesso si rincorrono convinzioni errate e banalità sui personaggi tirolesi e sulle loro vicende, mentre, a volte, ci si approccia alla storia di questo territorio per punti di vista, ma si tratta di un territorio in cui le varie comunità si sono sempre confrontate, dal commercio, alla religione, alla cultura…Si può quindi costruire un passato condiviso, che non rimanga solo memoria, ma che racconti le nostre radici anche nella società multietnica di oggi, aprendo al dialogo e alla partecipazione. 

    Nello scrivere il libro non vi siete fermati alle vicende di Castel Tirolo? 

    Si è trattato di un bel percorso, partendo dalla storia del Castello abbiamo poi allargato gli orizzonti a tutto il contesto tirolese nel Medioevo, un periodo cruciale e ricchissimo per questo territorio, capace di fare da ponte tra le città italiane e il centro-Europa. Una continua ricerca che abbiamo poi cercato di riportare anche nel libro, nelle parti denominate IN e OUT, dentro e fuori le mura del Castello. 

     

    Medioevo, un periodo cruciale e ricchissimo per questo territorio, capace di fare da ponte tra le città italiane e il centro-Europa

     

    Questo volume aiuta anche a rivedere la narrazione sul Medioevo, erroneamente considerato come buio? 

    I cliché sul Medioevo vengono completamente scacciati, ma del resto, per il Tirolo, quella medioevale è un’epoca di enorme ascesa. Il Tirolo si trova ad essere un punto di incontro tra area italica, ricca e vivace, e area germanica, potente e di grande capacità militare. Non è un caso che il Tirolo sia ancora oggi la regione europea in cui c’è la maggiore concentrazione di castelli e residenze medievali. Una dimostrazione della prosperità e potenza che ha plasmato il territorio in quel periodo. 

    C’è stato un buon riscontro di pubblico? 

    Siamo molto contenti. Il libro è stato pubblicato da poco ma già ha iniziato a circolare nelle piattaforme e negli shop dei musei, mentre stiamo portando avanti anche le presentazioni. Siamo partiti con un’idea che si è molto arricchita nel tempo, ma che non ha perso l’approccio chiaro e sensibile, limando anche gli aspetti linguistici. Merito del team, al quale vanno tutti i miei ringraziamenti. 

      

     

     

     

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