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“Un attacco alla scuola italiana”

Gli insegnanti tecnici e scientifici di laboratorio sono in rivolta contro i pesanti tagli di organico, annunciati dalla Provincia nelle scuole superiori italiane.
Galilei
Foto: Mapio.net

I toni assunti dal comitato spontaneo degli insegnanti tecnico pratici attivi nelle scuole superiori in lingua italiana sono durissimi. Il coordinatore Raffaele Fiorini, che svolge anche il ruolo di vicepreside presso l’Istituto Istruzione Secondaria Superiore Galilei di Bolzano, parla di “un’onda di sconcerto” in relazione alla bozza dei nuovi quadri orari per la scuola superiore in lingua italiana proposti nei giorni scorsi. E che metterebbero “seriamente a rischio la preparazione tecnica e scientifica degli studenti” attraverso una forte riduzione degli organici didattici attivi nei laboratori

Fiorini - quale rappresentane dei docenti tecnico pratici (ITP) per il sindacato FLC GBW CGIL AGB della Provincia di Bolzano - ricorda che il personale sottoposto ad attacco da parte dell’intendenza e dell’assessorato è di fatto “quello che permette di realizzare l’effettiva attività didattica in laboratorio da sempre ritenuta una dei fiori all’occhiello della scuola altoatesina”.

Il vicepreside del Galilei ricorda anche come la scuola altoatesina disponga di attrezzature di laboratorio assolutamente all’avanguardia, non solo negli istituti ad indirizzo tecnico scientifico ma persino nei licei. E come gli studenti altoatesini “godano generalmente di un’ottima fama dal punto di vista della preparazione nelle materie tecniche professionalizzanti e in quelle scientifiche”. Una fama confermata da “frequenti riconoscimenti a livello nazionale”. 

Partendo da queste considerazioni il rappresentante sindacale degli insegnanti tecnico pratici definisce senza mezzi termini “miope quanto deleterio” il risparmio sul costo del personale docente che la giunta provinciale si propone di realizzare. Osservando che in tal mondo “la qualità della didattica si abbasserebbe in maniera decisiva”. E che i tagli non possono essere motivati dalle “consuete acrobazie dialettiche” legate al cosiddetto “riallineamento con i quadri orari del resto del paese".

In sostanza - come conferma anche il sindacalista della scuola Stefano Fidenti che ieri ha partecipato in Sovrintendenza ad un vertice dedicato proprio tagli contestati - l’assessorato di Christian Tommasini con la nuova proposta di quadri orari contraddice in realtà “le indicazioni della giunta provinciale del 2010 e gli impegni successivamente presi proprio per puntare sulle scienze applicate investendo le necessarie energie in merito”.  

Raffaele Fiorini per il coordinamento degli insegnanti tecnico pratici nella sua presa di posizione ricorda che la giunta provinciale “avrà bisogno del consenso del Consiglio Scolastico provinciale" (riunione prevista per il prossimo lunedì 5 dicembre, ndr), e che quindi “il consiglio andrà informato per non essere reso complice di un’operazione che non si ha il coraggio di chiamare con il suo nome e cioè tagli alla scuola”.

Il comitato dei docenti aggiunge quindi di avere la sola intenzione di “affermare il diritto di alunni e famiglie ad avere una scuola di qualità”, difendendo la didattica. E ribadendo un principio di fondo, tra l’altro più volte riaffermato in passato anche dall’assessore alla scuola in lingua italiana. 

“La formazione scientifica non può prescindere da un’attività di laboratorio che permetta di consolidare le nozioni teoriche e ne permetta la validazione. E un decisivo supporto di attività laboratoriali consente di sviluppare l’acquisizione di conoscenze e abilità attraverso il corretto metodo scientifico”. 

La presa di posizione degli insegnanti di laboratorio prosegue ribadendo che “non avrebbe senso avere laboratori moderni e attrezzati ma tenuti sottoutilizzati per uniformarsi al resto del paese dove le scuole non dispongono neanche lontanamente della nostra dotazione di apparecchiature tecniche”. E ricordando in aggiunta che in caso contrario si verificherebbe di fatto uno “spreco di soldi dei contribuenti”. 

Per gli insegnanti di laboratorio - figure chiave di collegamento tra gli insegnanti teorici della disciplina ed i tecnici veri e propri - è davvero paradossale che in occasione della riforma Gelmini del 2011 “l’applicazione oculata da parte del consiglio provinciale dell’autonomia in materia di istruzione aveva comunque garantito in sede di determinazione di quadri orari la difesa di una didattica laboratoriale di qualità

Per completezza dell’informazione va ricordato che i tagli proposti dall’intendenza italiana di fatto andranno ad incidere soprattutto sugli insegnanti precari. Una categoria che in queste settimane vive già la frustrazione di fondo legata al fatto che la Provincia di Bolzano non ha proceduto come nel resto d’Italia alle regolarizzazioni collegate alla Buona Scuola di Renzi.