Hans Walter Müller: Il Visionar
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«Nel mondo della magia si incontra-no cose che ci fanno chiedere se si-ano effettivamente possibili», ci dice Hans Walter Müller mentre ci dirigia-mo verso la sede dell’Ex Enel di Bolza-no, dove è in costruzione uno dei suoi imponenti volumi. A stupire non sono solo le strutture gonfiabili di Müller, ma soprattutto l’affascinante persona-lità del «Zauber-Müller» (mago-Müll-er, come alcuni lo chiamano).
Fino a poco tempo fa il volume, che ora è circondato da palme e arbusti nel sito dell’Ex Enel, consisteva solo di 6 teli di plastica da 60 metri, 16 ro-toli di nastro biadesivo e una cernie-ra lampo di 12 metri. In soli quattro giorni, Hans Walter Müller, il suo assistente di lunga data Charles Millot e 20 partecipanti al workshop «Bauen mit Luft» («Costruire con l’aria»), organizzato da eau&gaz, hanno realiz-zato il progetto. Tra i partecipanti c’e-rano studenti della Libera Università di Bolzano e giovani architetti e desi-gner provenienti da varie parti d’Eu-ropa, che hanno tagliato a misura i teli in PVC incollando insieme le forme e chiudendole con delle cerniere nel corridoio dell’Università di Bolzano. Alla fine del workshop, la tensione era alta perché tutto doveva funzionare. Il vo-lume è stato collegato a due ventilatori nel cortile dell’università e attaccato a 33 taniche d’acqua per evitare che vo-lasse via. In meno di 15 minuti è stata creata un’architettura gonfiabile a for-ma di ottagono con una torre, che ha persino sollevato l’88enne Müller per 5 metri in aria con l’aiuto della pressione dell’aria e di una cinghia utiliz-zata come altalena.
Nato a Worms in Germania, Hans Walther Müller si è fatto conoscere come architetto di volumi gonfiabi-li nel 1969, anno nel quale ha aiuta-to un sacerdote a costruire una chie-sa nella banlieur nord di Parigi. -
Conun’unica bobina di plastica, formò uno spazio sacro davanti agli occhi incre-duli dei fedeli, nel quale il sacerdote avrebbe celebrato la messa. La chiesa poteva ospitare 200 persone e pesava meno di 40 Chili. Questo progetto, che Müller realizzò a proprie spese, gli procurò fama nazionale e nume-rosi nuovi incarichi. Poco dopo, Müll-er poté permettersi una saldatrice ad alta frequenza, che gli ha reso possibile produrre strutture gonfiabili di altis-sima qualità in modo indipendente. A queste strutture lavora ancora oggi, dopo più di 50 anni. Gli piace para-gonare il suo lavoro a quello di uno stilista, che seleziona con cura i materiali, disegna i modelli e crea spazi liberi di luce e aria attraverso teli di plastica sagomati. La creazione di spa-zi leggeri e inondati di luce con mezzi ridotti è qualcosa che Müller ha in comune con i vincitori del Premio Pri-tzker Anne Lacaton e Philipp Vassal, con i quali ha realizzato diversi progetti e workshop. Un’effimera capsula di plastica di Müller troneggia oggi sul tetto dell’edificio in cui si trova l’uf-ficio di Lacaton & Vassal.Müller ha partecipato in modo significativo alla realizzazione di questi innumerevoli progetti, da cui ha potuto trarre una grande esperienza e conoscenza per i lavori successivi. Confessa di sforzarsi costantemente di aggiungere elementi a ciò che già esiste, esplorando nuove possibilità. Questo modo di pensare si riflette chiaramente nei suoi progetti di volumi gonfiabili. Queste strutture sono concepite in modo tale che la forma e le cerniere esistenti permettano di svilup-pare ulteriormente gli spazi o addirit-tura di decostruirli. Oggi Müller continua a modificare ed espandere il suo sito a La Ferté-Alais, vicino a un piccolo aeroporto privato a due ore da Parigi. Inizialmente le dimensioni e la forma dei volumi erano cruciali per Müller, per dimostrare a tutti che «qui ci tro-viamo in un’architettura». Egli descrive come una magia la creazione di gran-di volumi di 1000-2000 metri quadra-ti, apparentemente dal nulla, in soli 25 minuti.
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Oggi la priorità di Müller è la precisione nel proprio lavoro, che para-gona anche alla magia: «perché solo un trucco di magia eseguito con precisio-ne può essere convincente». Nel corso degli anni, l’insegnamento e il lavoro con gli studenti sono diventati sempre più importanti nella vita di Hans Walter Müller. Lo scorso anno, prima del wor-kshop a Bolzano, ha realizzato il wor-kshop hyper comfort con le docenti ospiti Stéphanie Bru ed Eveline Jürgens alla scuola estiva dell’Università delle Arti di Berlino, dove è stato possibile sperimentare tre gonflables nella Galleria Nazionale.
Negli oltre 50 workshop che ha condotto, Müller ha dimostrato un talento nel trasformare i punti deboli in pun-ti di forza, sia nella sua architettura che nei suoi studenti. Ad esempio, non vede alcuno svantaggio nel basso iso-lamento dei suoi volumi, anzi apprez-za la connessione con l’ambiente circostante che si crea in questo modo. Crede che se si accetta ciò che sembra uno svantaggio, si possono riconosce-re in esso nuove possibilità. Questo atteggiamento nei confronti della vita è anche quello che cerca di trasmettere nei suoi laboratori, in modo del tutto indipendente dai volumi.
«Nella ricerca, si dovrebbe sempre andare verso gli estremi invece di guar-dare al centro», sottolinea. Quando lavora con gli studenti, si preoccupa di trasmettere loro cosa significa eserci-tare una professione e che non bisogna fare un lavoro superficiale solo perché è un lavoro. il lavoro può diventare un piacere, dice, se lo si fa bene. Prepara i workshop in modo tale che tutti i partecipanti possano entrare rapida-mente nel tema, senza che lui debba spiegare molto in seguito. «Poi», dice, «tutto funziona in un attimo, in modo che nessuno rimanga con le mani in mano», perché questo non lo soppor-ta. Le persone si organizzano tra di loro e in quel momento lui si sente uno «chef d’orchestre». -
L’architettura pneumatica nel sito dell’Ex-Enel è stata realizzata duran-te un workshop della residenza artisti-ca eau&gaz in collaborazione con la Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano, in occasione del primo Kids Culture Festival curato da Nina Maccariello e Kathrin Oberrau-ch. Il programma di educazione arti-stica è stato realizzato da Museion e Vereinigte Bühnen Bozen sotto la di-rezione di Brigitte Moscon.
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TURRIS BABEL
TURRIS BABEL è la rivista di architettura della Fondazione Architettura Alto Adige, frutto della collaborazione appassionata e volontaria di giovani architetti. La Redazione si è posta come obiettivo, quello di risvegliare l’interesse per l’architettura non solo tra gli esperti in materia, ma anche tra la popolazione, di rilanciare su tutto il territorio ed a livello nazionale, il dibattito sull'architettura in Alto Adige, di promuovere la divulgazione di una buona progettazione, cosciente delle implicazioni socio-economiche ed ambientali che essa comporta.