Society | Gastbeitrag

Sogno una comunità senza pregiudizi

Ci dicono di essere fieri della nostra appartenenza all’Europa, ma poi praticano le divisioni qui in Alto Adige.
Jugend
Foto: Suedtirol Foto/Othmar Seehauser
La presenza sullo stesso territorio di italiani e tedeschi in Alto Adige viene spacciata per convivenza. Si tratta di un’espressione che descrive una relazione tra due entità culturali e linguistiche diverse, ma che parrebbe vivessero come corpi tra loro estranei.  Ma è davvero così anche per le nuove generazioni? Possiamo ancora parlare di semplice convivenza?
 

La mia esperienza.

 
Ho 17 anni e ho amici sia italiani che tedeschi.
Quando mi trovo in un gruppo misto la madrelingua non è affatto un fattore rilevante perchè utilizziamo alternativamente entrambe le lingue senza accorgercene. L’ambiente dello sport, io gioco a pallavolo, mi ha certamente agevolato nelle relazioni con persone di madrelingua diversa: stare insieme per obiettivi comuni ci ha permesso di superare qualunque pregiudizio tra di noi.
I vantaggi sono enormi. Si ha un ventaglio più ampio di vocaboli ed espressioni per esprimere concetti. Ad esempio, la lingua italiana è più adatta al contesto giuridico mentre quella tedesca a quello filosofico. Si allena costantemente l’elasticità mentale necessaria per passare da una lingua all’altra e si assimilano facilmente le diverse strutture grammaticali utili ad apprendere anche altri idiomi.
Inoltre, in questo territorio è importante imparare a dialogare con le espressioni gergali autoctone attraverso le quali si esprime la popolazione tedesca.
 

Barriere linguistiche 

 
Le barriere linguistiche, culturali e politiche, fino ad un recente passato, ostacolavano le relazioni tra le persone. Pertanto, l’instaurazione di un rapporto positivo tra esse è necessario, infatti senza occasioni di incontro difficilmente possono nascere rapporti amicali.
La divisione era, e per certi  versi lo è ancora oggi, sancita dalle istituzioni scolastiche diverse. Oggi, soprattutto nelle città, la “mescolanza” è sempre maggiore, ma rimangono ancora forti resistenze rispetto ad una prospettiva di integrazione che, in alcuni contesti, è nei fatti.
In passato i tedeschi vedevano gli italiani come occupanti, e gli italiani vedevano i tedeschi come una presenza ingombrante ma da sopportare. Anche per queste ragioni, imparare la seconda lingua e immergersi nella cultura dell’altro era complesso e disincentivato dalla politica.
 
 
Nella mia realtà scolastica, sebbene molti professori siano nati e cresciuti a Bolzano e abbiano quindi imparato almeno le basi del tedesco, si ostinano a comunicare esclusivamente in italiano con la professoressa germanica. La stessa fattispecie l’ho notata anche quando ho frequentato la scuola tedesca.
Sebbene ci dividiamo ancora tra “tedeschi” e “italiani”, in molti contesti i confini culturali e linguistiche sono sempre meno percettibili è forse sta emergendo un’identità comune sudtirolese.
Le origini possono essere diverse, ma queste non dovrebbero essere causa di diffidenza. Perché giudicare una persona in base al suo albero genealogico?
Un atteggiamento di questo tipo è anacronistico e soprattutto nocivo al benessere sociale della regione.
 

Nonostante i progessi, c'è ancora molto da migliorare

 
Noto, ma la mia esperienza è ancora relativa, che in diversi ambienti la predominanza di una delle due lingue si percepisce in modo evidente. Nella mia realtà scolastica, sebbene molti professori siano nati e cresciuti a Bolzano e abbiano quindi imparato almeno le basi del tedesco, si ostinano a comunicare esclusivamente in italiano con la professoressa germanica. La stessa fattispecie l’ho notata anche quando ho frequentato la scuola tedesca.  Sembrerebbe quasi che per una volta siano i professori a dover apprendere qualcosa da noi studenti.
Devo ammettere però che anche fra i ragazzi permangono ancora i pregiudizi e soprattutto la scarsa conoscenza della seconda lingua.
Posso immaginare che metà della popolazione giovanile, almeno nel capoluogo, sia  bilingue, mentre l’altra metà fatica moltissimo ad esprimersi con una lingua diversa dalla propria. Com’è possibile che siamo ancora a questo stadio?
Interessata (e anche un po’ disturbata) dal fenomeno ho chiesto a diversi miei coetanei –italiani, tedeschi e mistilingue- cosa ne pensassero al riguardo.
Ho raccolto diverse opinioni e sono arrivata ad identificare qual è, almeno secondo me,  la causa di questa mancata integrazione tra molti ragazzi: le scuole.
Michele Zago, 18 anni, avendo frequentato elementari e medie tedesche e le superiori italiane, ha vissuto la questione da vicino. "Sarà impossibile raggiungere il bilinguismo in Alto Adige fintanto che ci saranno istituti divisi per i ragazzi di madrelingua tedesca e per i ragazzi di madrelingua italiana. Questa divisione è alla base dei pregiudizi (l'ho visto nella mai esperienza scolastica) e deve essere necessariamente eliminata."
Il bilinguismo è un enorme vantaggio, diamo l’opportunità ai nostri bambini di beneficiarne. La mia esperienza positiva può essere replicata.
Mi dispiace dover notate che nel 2019 a Bolzano ci siano ancora le scuole distinte per lingua madre. Trovo spiacevole e anche un po’ frustrante che il livello che si raggiunge nella seconda lingua al termine delle scuole superiori sia a malapena sufficiente a  farsi comprendere in caso di necessità.
La soluzione mi pare scontata: scuole -perlomeno elementari- bilingui. Metà delle materie in una lingua, e metà nell’altra.
Chi insiste ancora con il mito che imparare due lingue alla volta danneggi il bambino causandogli confusione, dovrebbe parlare con tutti i bilingui presenti sul territorio altoatesino- In primo luogo con i ladini che usano questo metodo didattico da decenni-
Il bilinguismo è un enorme vantaggio, diamo l’opportunità ai nostri bambini di beneficiarne. La mia esperienza positiva può essere replicata.