Fuck you, da da Dad
Non lo abbiamo solo pensato. Lo abbiamo anche detto.
Meno male che c’è la didattica a distanza così i ragazzi non perdono la scuola. E poi non si annoiano, altrimenti che farebbero tutto il giorno in casa?
Sisi. Non negatelo perché ho sentito tutto.
Lo so che un giorno avete acceso il pc con le migliori intenzioni e avete iniziato a predisporre tutto ciò che serve per il collegamento. Ed è lì che è iniziato l’incubo, tipo film di Dario Argento. Quelle scene in cui la vittima terrorizzata prova a scappare ma le succedono una serie di sfighe (perde la scarpa, il vestito si impiglia, scivola sul selciato) finchè di colpo arriva il maniaco e la sbudella. E così mentre fate operazioni complessissime tipo settare il browser e switchare il firewall, inizia a salire il panico. Ogni volta che siete convinti di avercela fatta viene fuori che c’è un passaggio che avete tralasciato. Mentre il maniaco, rappresentazione plastica dell’ora di inizio della lezione, è li che incombe con passo inesorabile. E voi che non riuscite ad entrare perché magari non avete ripulito la cache dai cookies che sono un po’ come i gatti di polvere che si formano sotto il letto. Se non riuscite a capire di che cazzo si sta parlando andate in google
Dopo aver sofferto le pene dell’inferno per riuscire a iniziare, scoprirete che la gioia è un sentimento effimero che dura quanto l’effetto di una tazzina di caffè annacquato. La speranza che i vostri figli siano sistemati infatti è pura illusione
Nel giro di un amen (o di una bestemmia a seconda del mileu familiare) ci si rende conto che la Dad è come una baby sitter che vi svuota il frigo, spegne le sigarette sul tappetto, picchia i bambini e pretende pure di essere pagata. Si perché è evidente che chi ha figli in Dad deve per forza pagarsi la fibra ottica, qualunque altro genere di connessione è destinato ad incrupparsi irrimediabilmente. Ma anche con la fibra ottica ci sono ottime possibilità che il video vada a scatti, che l’audio sia incomprensibile e che tutto il concetto formativo vada in vacca
Il primo problema è la puntualità: praticamente è più facile che un pullman dell’Atac arrivi in orario che la lezioni inizi all’orario prestabilito. Se l’inizio della riunione è fissato alle 11, la partenza potrebbe avvenire alle 11 e 5, alle 11.10 ma anche alle 11.25. Nel frattempo bisogna continuare a scrivere il codice senza fare un esaurimento nervoso. Dunque non si possono biasimare i ragazzini se al terzo tentativo abbandonano e iniziano a massacrare alieni su un giochetto sparatutto
Non è colpa degli insegnanti sia chiaro. Anzi chiariamolo. I prof sono un manipolo di eroi che si impegnano al massimo per provare a fare qualcosa che somigli anche lontanamente a una lezione. Ma non ci riescono perché sarebbe come chiedere ad un’iguana di suonare la nona di Beethoven sul pianoforte. I prof dovrebbero infatti fare due lezioni contemporaneamente: una per i ragazzi in classe, l’altra per quelli che stanno a casa. Un po’ come se chiedessi all’architetto di tirarti su il muro che ti ha progettato sulla carta. Quello ti guarda, ti insulta e se ne va. Comprensibile.
Il prof no. Deve star li a far l’appello, controllare che chi sta in classe non spari le palline con la cerbottana (in tempo di Covid si rischia il carcere minorile per tentata strage) e che chi sta a casa faccia qualcosa che somigli a seguire una lezione perché altrimenti deve segnarlo assente sul registro digitale che viene controllato in tempo reale da tutte le istituzioni repubblicane.
Una parola va spesa sulle dotazioni della scuola: nella mia è probabile che sia arrivata una fornitura di microfoni dismessi nei primi anni 80 da una radio nord coreana. Il suono che esce dagli altoparlanti infatti è un mix a metà strada tra un brano new age con gli alberi che frusciano e il famoso pezzo degli Einstuerzende Neubauten che inizia con il martello penumatico. La voce del prof tra accelerazioni e rallentamenti ha un effetto soporifero, la possibilità di rimanere svegli è la stessa che si ha la domenica pomeriggio mentre si guarda il Gran premio di Formula 1 dopo essersi scofanati quattro etti di lasagne.
Alloooooooooooooooooooooora ragaaaaaaaaaaaaaazzi dssfcciamolappellooooooooooooooooooo
dice il prof mentre le palpebre degli allievi in Dad iniziano a calare e le pupille si rimpiccioliscono come quelle di un eroinomane che si è appena sparato in vena un siringone di brown sugar.
Buonanotte, fiorellini