Libertà fa rima con responsabilità.
Esattamente 103 anni fa – il 3 marzo 1912 – mio nonno fondava una banca. Lo faceva assieme ad altri 38 piccoli contadini come lui, a Santa Massenza nella valle dei Laghi del Trentino. Si trattava di una Cassa Rurale Cooperativa a responsabilità illimitata. I soci garantivano quindi con il loro, ancorchè modesto, patrimonio personale e familiare. Ma il rischio era giustificato dalla posta in gioco: si trattava di liberare i contadini dall’usura, dare alla comunità locale uno strumento per la lotta alla miseria e lo sviluppo e, non da ultimo, emanciparsi economicamente in modo autonomo. La Cassa Rurale ha interpretato questo spirito e così ha saputo superare innumerevoli difficoltà: la prima guerra mondiale, il cambio corona-lira, la crisi del ’29, il fascismo, la seconda guerra, ecc. ecc. ed è tutt’ora in attività. Quei 39 contadini hanno vinto la loro scommessa, perché avevano la voglia ed il gusto della libertà. Hanno realizzato il loro progetto perché hanno saputo rischiare e si sono assunti in pieno la loro responsabilità. Una ricetta buona anche 103 anni dopo.