In Veneto 24 arresti e sequestro di un 'carro armato secessionista'
I carabinieri del Ros hanno arrestato 24 persone e stanno esegendo perquisizioni ai danni di altri 27 indagati. Nell'indagine sarebbe spuntato un nuovo carro armato, questa volta molto più professionale di quello utilizzato dai 'Serenissimi' nel 1997 per l'occupazione simbolica di piazza San Marco.
L'operazione dell'arma si è svolta in varie regioni su ordine della magistratura di Brescia ed è stata volta a bloccare un gruppo secessionista accusato di aver messo in atto "varie iniziative, anche violente", per ottenere l'indipendenza del Veneto, e non solo.
L'Ansa riferisce che nelle ordinanze di custodia cautelare sono contestati i reati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra.
Secondo le indagini del Ros, le persone arrestate avrebbero fatto parte di un "gruppo riconducibile a diverse sigle di ideologia secessionista che aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l'indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano".
Ma veniamo alla questione del carro armato.
Ansa riferisce che i secessionisti arrestati ed indagati si sarebbero macchiati anche della "costruzione di un carro armato da utilizzare per compiere un'azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco".
Ci risiamo, dunque. E anche questo mezzo è stato è stato sequestrato, come il cosiddetto 'Tanko' usato nel 1997 e successivamente riscattato dai Serenissimi, mezzo che nel 2006 è stato messo in mostra alla Festa dei Veneti a Cittadella.
In merito Gianluca Busato, promotore del discusso referendum sull'indipendenza del Veneto, ha espresso la seguente dichiarazione.
"Ultimi rantolii dello stato italiano criminale, ladro e violento. Esprimo la mia totale solidarietà e vicinanza ai patrioti arrestati questa notte con accuse che appaiono fin d'ora risibili. Questa operazione in corso verrà inserita nella lista dei crimini contro l'umanità di cui saranno chiamati a rispondere i politici italiani dinnanzi ai tribunali internazionali".