Politics | Bolzano 2016

Pifano vs. Zappetti

Faccia a faccia fra i candidati sindaco, parte 4: Caterina Pifano del Movimento 5 Stelle si confronta con Vanja Zappetti (I Love My Town).

salto.bz: Come si immagina Bolzano fra tre anni?

Caterina Pifano: Beh, naturalmente dipenderà da chi vince le elezioni! Se toccherà a noi ci impegneremo affinché Bolzano diventi un capoluogo esemplare per il resto del Paese, una città i cui cittadini sono protagonisti e nessuno viene lasciato indietro. Bolzano non avrà politici ed amici di politici con stipendi da favola, ma quartieri vivi e non dormitori: spazio alla musica, sport ed attrattività per i turisti. Le strade illuminate adeguatamente con esercizi commerciali ed artigianali che aiuteremo a far crescere con incentivi alla localizzazione. Bolzano tornerà pulita con una raccolta porta a porta premiante per i cittadini virtuosi, incentiveremo i supermercati a produrre beni con una quantità minore di imballaggi, la qualità dell'aria migliorerà con il nostro piano per il traffico. Bolzano sarà nuovamente una città per le famiglie che vanno aiutate e protette, non spenderemo il denaro in grandi opere inutili ma useremo i soldi pubblici per sostenere i giovani, che possano rimanere in Alto Adige costruendosi un futuro! Noi governeremo insieme per questo.

Vanja Zappetti: Bolzano è a un bivio. Se prenderà la strada che spero, sarà una città di confine sempre più multiculturale, al passo con i tempi, pronta a fare quel salto di qualità da luogo di necessaria difesa delle differenti identità cui è stata obbligata nel Novecento, a luogo dove siano esaltate le opportunità che una corretta amministrazione delle diversità concede, sul modello di Montreal.
Se vinceranno le paure e le diffidenze reciproche, sarà una città di confine sempre più multiculturale, non al passo con i tempi, ancorata alla difesa di identità sempre meno coerenti con il mondo del terzo millennio e sempre più strumentali a chi dalla semina di paure trae guadagno, sulla strada per Mostar.


Se si trovasse a cena con il Landeshauptmann, su quali istanze incentrerebbe l'affermazione di Bolzano capoluogo nei confronti della Provincia?

Pifano: A Bolzano vive un quinto degli abitanti della provincia, ma nei decenni l'attenzione della Provincia per il suo capoluogo non è certo stata proporzionale a questo dato. Ultimi esempi in tal senso sono stati la questione delle rette dell’asilo nido e l'inaccettabile idea di far partire la funivia di San Genesio dai prati del Talvera. Chi ci ha governato negli ultimi anni ha vivacchiato purtroppo in una sostanziale inerzia, con scarsa capacità propositiva e di incidere nei confronti della Provincia. I temi di confronto non mancano certo, dalla mobilità (terzo binario, road pricing, A22) al sociale (asili, sostegni ai più deboli), all'urbanistica (areale ferroviario), all'economia (tutela del commercio di vicinato). Tutti progetti con priorità ben maggiori della variante della val di Riga o per l'ennesima circonvallazione di qualche paesino. Ma soprattutto non mollerei sulla loro realizzazione.

Zappetti: Spero possa accadere presto, nutro una particolare stima per il Landeshauptmann e i suoi palesi sforzi tesi a rinnovare le dinamiche di un partito il cui senso politico s’è inaridito sotto i colpi della storia.
E come per tutte le zone cosiddette majority-minority - ossia quelle dove il capoluogo dell’area è a rapporto etnico di maggioranza/minoranza è invertito rispetto all’area stessa - non ci può essere che una marcata sottolineatura del necessario rispetto reciproco tra ambiti di pertinenza provinciale e municipale, a partire dalla ricerca di estrema chiarezza nelle differenti competenze e dall’evitare il più possibile zone grigie dove le responsabilità possano essere scaricate l’un l’altro. Nelle situazioni di cooperazione invece, molto più utile collaborare che tentare di imporsi: un capoluogo che esalti il lavoro della sua provincia, una provincia che esalti il lavoro del suo capoluogo.
 

Quali iniziative per rendere Bolzano una città più vivibile per le nuove e le vecchie generazioni?

Pifano: I nostri ragazzi hanno atteso anche troppo uno spazio per i loro concerti, la loro musica. Con un'unica avvertenza: come il Kubo in passato, andrebbe cercato in zone della città dove i watt degli amplificatori non disturbino nessuno. Una ricca offerta culturale è anche sinonimo di città vitale e quindi sicura. E poi attenzione alle strutture sportive: Pista Zero, piscine pubbliche, strutture per l'atletica.
Una città a misura di anziano è una città civile. Per i nostri concittadini più attempati, la difesa e dove possibile l'incremento del verde pubblico è importante, come le iniziative sociali per coinvolgerli in mille modi. Ma una Bolzano dalla buona qualità della vita non è nulla per quei molti anziani dai redditi drammaticamente bassi: basta una qualche disavventura per scivolare nella povertà, nella vergogna, nella solitudine. “Nessuno deve rimanere indietro” è uno dei nostri motti.

Zappetti: Bolzano è da decadi tra le città più vivibili d’Italia, uno tra gli stati più vivibili al mondo, quindi non ci sono di certo da fare rivoluzioni radicali. Migliorare sì può però, per mettere al passo con i tempi i servizi che la città deve fornire ai suoi cittadini. Informatizzazione, spinta al bilinguismo precoce, decentralizzazione dell’offerta culturale, fornitura a tutti in egual misura dei mezzi per produrre e fruire cultura, secondo la propria visione e inclinazione, senza imposizioni e recinti di genere, lingua, età; eliminazione delle barriere architettoniche ovunque, ottimizzazione dell’usufrutto degli spazi pubblici soprattutto se inutilizzati o sottoutilizzati, rinnovazione del paradigma degli assistiti pensando in particolare a genitori separati, anziani dimenticati e/o con pensione insufficiente, cinquantenni disoccupate/i che faticano a reinserirsi sul mercato del lavoro, quarantenni "sovraqualificate/i" passati in breve da essere giudicati troppo giovani a essere giudicati troppo vecchi. Su tutto: stimolare bolzanine e bolzanini a sentirsi partecipi e mai esclusi dal costante processo di costruzione della propria città.


Quali proposte per affrontare le sfide attuali e future relative ai fenomeni migratori?

Pifano: Questi sono problemi di enorme complessità, la cui concreta gestione si gioca addirittura a livello sovranazionale. Localmente possiamo e dobbiamo impegnarci ad accogliere nel modo più efficiente e umano possibile: stiamo parlando di persone che spesso fuggono da realtà drammatiche, non dobbiamo mai dimenticarlo. La strategia di suddividere i profughi nei diversi comuni della provincia è poi una via da perseguire con decisione, per distribuire proporzionalmente l'impegno. Importante è poi insistere con corsi di inserimento sia linguistico che di educazione civica (come da mozione del M5S approvata in Consiglio provinciale), per dare ai nuovi arrivati gli strumenti minimi per orientarsi nella nostra società.

Zappetti: Smettere di considerare la situazione come transitoria e presto finita potrebbe essere un buon inizio. I fenomeni migratori sono sempre stati parte del mondo, e saranno condizione sempre più marcata nel terzo millennio poiché i mezzi di trasporto permettono di spostarsi con facilità e rapidità. Se alla condizione migratoria ‘naturale’ dell’uomo va a sommarsi poi una situazione contingente fatta di milioni di persone in cerca di rifugio, con genitori disposti a navigare mari insicuri con i propri figli in braccio pur di scappare, il fenomeno assume rilevanza ancora più corposa e va gestito in tutta la sua dimensione: in parole povere, l’accoglienza rifugiati va strutturata, e coordinata con provincia, stato e comunità europea, il Comune deve promuovere l’integrazione con adeguata fornitura di corsi di lingua, formazione tecnica e anche semplicemente usi e costumi locali, stimolare la cooperazione da parte di entità private, religiose o laiche fornendo a ogni singolo cittadino che lo voglia, la possibilità di rendersi utile.
 

Aeroporto, circonvallazione, funivia di San Genesio: Su quali progetti punterebbe per la mobilità futura?

Pifano: Su nessuno di quelli indicati. Il cosiddetto terzo binario ferroviario, un'infrastruttura dal rapporto costi/benefici molto interessante, è un'opera pubblica su cui puntare con decisione: permetterebbe   un uso metropolitano della ferrovia, con fermate anche ad Oltrisarco e San Giacomo e via via almeno fino ad Ora. Al terzo binario si abbinerebbe l'implementazione di un sistema di road pricing, grazie al quale l'automobilista non bolzanino dovrà pagare alla città un pedaggio di ingresso, i cui proventi verranno reinvestiti nel Tpl. Insieme ai parcheggi scambiatori ai confini del capoluogo e al via del Metrobus (anche se il tram sarebbe stato l'ideale), si offrirebbe ai tanti pendolari un'alternativa sostenibile, liberando Bolzano dal quotidiano assalto di decine di migliaia di auto, con i relativi disagi per chi vive in città: smog, traffico caotico, rumore, scarsità di parcheggi.
Un sogno – costoso, ma su cui sarebbe importante iniziare a ragionare seriamente – sarebbe poi la messa in galleria del tratto cittadino dell'A22. Cominciamo a risparmiare risorse dall'aeroporto magari.

Zappetti: Un aeroporto funzionale sarebbe di estrema utilità alla società altoatesina, tuttora vittima di quell'autocentrismo a cui è stata condannata da un secolo di politica identitaria veicolata su binari etnici. Tuttavia, il primo bene dell’umanità è l’aria che respira, quindi solo la certezza di una mancata modifica in negativo dei valori ambientali base può renderne operativa ogni idea di ampliamento.
La funivia di San Genesio andrebbe rinnovata, e resa più funzionale, non c’è dubbio, ma per Bolzano ci sono altre priorità rispetto al progetto di cui si parla: la circonvallazione è una di queste e mi vede favorevole, per defatigare un po’ Bolzano da statale e traffico pesante dell’asse Sarentino che attualmente passa per via Cadorna, piazza Vittoria e via Roma, avendo sempre in mente una gerarchia chiara nella mobilità: prima i pedoni, poi nell’ordine biciclette, mezzi pubblici, auto.


Ritiene utile e/o necessario rivedere gli articoli dello statuto comunale che disciplinano gli strumenti della democrazia diretta?

Pifano: Sì, certamente. Finora è stato recepito solo il minimo previsto dalla legge regionale 11/2014 che –  grazie all'impegno dei consiglieri regionali del M5S – ha comunque portato dei miglioramenti significativi come il referendum confermativo statutario e l'opuscolo informativo obbligatorio. Il quorum andrebbe poi abolito, le materie non “referendabili” ridotte. Naturalmente per i referendum propositivi vanno previsti dei meccanismi che ne rendano l'esito vincolante affinché, in caso di approvazione, l'amministrazione attui le previsioni contenute nel quesito senza ritardi e senza eludere la volontà manifestata dagli elettori. Per quanto riguarda le procedure invece, va introdotto il voto per corrispondenza e facilitata la possibilità, riconosciuta al sindaco, di nominare soggetti abilitati all'autenticazione delle sottoscrizioni.

Zappetti: Ritengo personalmente che la democrazia non è valore che possiamo permetterci di svilire, ossia il suo esercizio diretto va misurato con cautela onde evitare che la popolazione ne sia nauseata. In più, non ritengo che tutte le questioni trovino adeguata e affidabile risposta nella consultazione di massa - in particolare i quesiti di interesse tecnico e specifico risultano sempre poco attrattivi. Avreste mai chiesto ai fiorentini del 1633 se fossero d’accordo sul fatto che la terra si muova intorno al sole, nel processo a Galileo? Io no. Detto questo grazie a internet e alla rivoluzione dei mezzi di comunicazione, gli strumenti tecnici a disposizione della democrazia sono in costante evoluzione, e la rendono ogni giorno di per sè più diretta, I Love My Town è lì a dimostrarlo e a sottolineare l’importanza dello sviluppo di metodi che stimolino partecipazione, e adeguare le norme ai tempi è sempre raccomandabile.

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Massimo Mollica Tue, 05/03/2016 - 14:15

Da quello che asserisce Vanja Zappetti ritengo sia stato un errore non farlo partecipare alle primarie del "centro sinistra". Io spero che in un futuro prossimo, oltre al SVP, oltre all' Artioli, oltre anche alla Pittarelli vi sia soprattutto Vanja assieme al PD a costruire una realtà di governo, che garantirà prosperità e umanità a questa terra.

Tue, 05/03/2016 - 14:15 Permalink