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Il lato oscuro dei social

La polizia postale di Bolzano avverte: accettare richieste amicizia su Facebook solo se le persone si conoscono nella vita reale. 4 truffe segnalate negli ultimi giorni.
Facebook
Foto: upi

A poche settimane dallo scandalo Cambridge Analytica e a poche ore dall’annuncio di Mark Zuckerberg di volere attivare su Facebook un nuovo servizio di dating (per gli incontri online) in stile Tinder, le forze dell’ordine sollecitano gli utenti dei social a tenere alta la guardia in materia di social network. Negli ultimi giorni sono nuovamente giunte più segnalazioni da parte di utenti di social network che comunicano di essere vittime di estorsione da parte di soggetti conosciuti in rete, durante la scorsa settimana sono giunte 4 segnalazioni e una delle vittima ha inviato ai truffatori una somma di 2mila euro, comunica la Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bolzano.

I malintenzionati, creando un profilo fasullo - si legge nella nota - richiedono l’amicizia alla potenziale vittima spacciandosi per una persona che possa suscitare interesse, solitamente una donna molto avvenente. Già dopo alcuni contatti chiedono alla loro vittima di attivare la webcam e, progressivamente, di mostrarsi nelle parti intime e di esibirsi in veri e propri atteggiamenti sessuali. In questo modo i malviventi riescono a confezionare un video del malcapitato e quindi provvedono a contattare nuovamente la loro vittima per chiederle il pagamento di una somma di denaro in cambio della non diffusione delle riprese o delle fotografie.

La Polizia Postale e delle Comunicazioni ribadisce quindi che, in rete, l’amicizia andrebbe concessa solo alle persone che già si conoscono dalla vita reale e ricorda inoltre che, in tutti i casi, ogni foto che viene postata o ogni ripresa che viene effettuata tramite una webcam, sfugge definitivamente dal controllo del suo protagonista e, quindi, è sempre bene riflettere attentamente a cosa viene postato o ripreso. Infine si consiglia di non assecondare assolutamente le richieste avanzate dal ricattatore poiché ciò non garantirebbe comunque la non diffusione del video o delle fotografie e potrebbe alimentare ulteriori successive richieste di denaro.

Inoltre c’è la possibilità che i malviventi creino delle foto o dei filmati utilizzando la tecnica del “video editing” (elaborazione video). Ovvero realizzino dei veri e propri fotomontaggi utilizzando il volto della persona conosciuta su un social network associandolo a un corpo estraneo intento a esibirsi in veri e propri atteggiamenti sessuali.