Society | La replica

Pregiudizi e complotti

La presidente dell'Associazione genitori Rainerum Serena Cavada si schiera dalla parte dell'avvocato leghista Pillon: "Giusto invitarlo a scuola". Tutti d'accordo?
Blindfold
Foto: upi

Serena Cavada non ci sta. La presidente dell’Associazione Genitori Rainerum difende la scelta di aver chiamato il senatore leghista, e fra i fondatori del Family day, Simone Pillon, noto alle cronache per le sue posizioni oltranziste, a relazionare lo scorso 27 aprile, davanti ai ragazzi dell’Istituto, sul tema “amore e famiglia”, per l'ultimo appuntamento del ciclo di conferenze “Per educare un bambino ci vuole un villaggio: famiglia, scuola, società di fronte alle nuove sfide educative”, di cui abbiamo riferito recentemente.

Nessuno si è lamentato, riferisce Cavada, “solo in seguito due famiglie hanno comunicato il proprio rispettabilissimo disappunto”. Oggetto di critica anche l’aver interpellato, sul nostro portale, Nadia Mazzardis, ex presidente dell’Associazione genitori, perché “completamente al di fuori della cosa, sia da un punto di vista organizzativo sia da un punto di vista di consapevolezza degli obiettivi e degli intenti dell’intero percorso organizzato”. Le controverse quanto opinabili esternazioni fatte da Pillon in più occasioni non vengono ritenute tali da Cavada che al contrario, con certezza granitica, afferma: “Il suo lavoro, la sua vita, la sua preparazione sui temi sociali attuali, il suo impegno pre-elettorale negli ambiti familiari giuridici (anche adottivi) ci hanno spinto a sceglierlo senza nessun tipo di ripensamento”. La decisione di invitarlo, non in quanto senatore ma in base alle sue qualifiche lavorative e personali, tiene a precisare Cavada, è stata presa insieme in accordo con l’Istituzione Salesiana già nel mese di settembre 2017 (e con l’associazione “AI.Bi”) e con la quale è ormai consolidata una comunione (è il caso di dire) d’intenti sui vari progetti proposti negli ultimi anni. 

 

Una questione di principio

 

Sarebbe stata bella e davvero gradita la presenza in sala di chi contestava l’evento; avrebbe potuto così constatare se davvero i contenuti e le riflessioni proposte dell’avvocato siano state ‘discriminatorie-razziste-omofobe-ultratradizionaliste-xenofobe, ecc.’, come pregiudizialmente pensato. Il ‘pre-giudizio’, basato su informazioni prese dal web, non credo faccia parte di una cultura di accoglienza e di rispetto verso l’altro, rispetto che giustamente ci si aspetta e che si chiede che avvenga”, sottolinea Cavada.

E ancora: “Le riflessioni che ha portato l’avvocato sono state parole di Vita, di uno sguardo sull’importanza delle differenze che sono da rispettare e non da annullare, sulla bellezza e sull’importanza delle caratteristiche maschili e femminili, sul valore riconosciuto non istituito dalla legge dell’unione fra uomo e donna, sul valore della famiglia, sul senso di avere leggi basate sul senso naturale rispetto a quello di una volontà politica passeggera; uno sguardo insomma su cosa accade davvero per poter soddisfare i desideri - seppur comprensibili - di maternità e paternità, attraverso la pratica dell’utero in affitto. Un percorso attraverso alcune opere d’arte, è servito per constatare come, al giorno d’oggi, tutto intorno ci parli di ‘autonomia’ per arrivare in realtà ad una cultura individualista che forse, come modello di gestione della società, non è tra le possibilità più rosee”.

Una linea, insomma, che non si discosta dai valori cristiani di cui il Rainerum si fa portatore. La scuola è, secondo la presidente dell’Associazione genitori, “aperta e rispettosa nei confronti sia di studenti che famiglie con credo religioso e politico differente, ma che non può snaturarsi per compiacere a quello che il mondo sembra chiedere. In fondo, se neppure in una scuola come la nostra si può far parlare del valore della Famiglia, della Vita e far riflettere sui cambiamenti sociali attuali... dove si potrà mai farlo? La libertà di espressione, in questo caso, perché deve venire meno?”. Nessun lavaggio del cervello, insomma, assicura Cavada, solo uno stimolo per i ragazzi a confrontarsi e un incoraggiamento a ragionare con la propria testa, “senza forzature e nel massimo rispetto delle singole posizioni che possono certamente non essere in linea con quanto proposto”. Tutto il resto sono fandonie dei paranoici. Sic est?