Environment | Giochi olimpici 2026

L’ottovolante del bob a Cortina

Svelato il progetto faraonico della pista da bob per le Olimpiadi invernali 2026: tracciato rivisto, costi lievitati, niente VIA. L’Alto Adige contribuirà alla gestione.
Bob a Cortina
Foto: Fatto quotidiano

Ecco tutti i segreti della nuova misteriosa pista da bob di Cortina, l’opera non sarà sottoposta a Valutazione di impatto ambientale: due articoli del Fatto Quotidiano, firmati da Giuseppe Petrobelli, svelano il progetto per la pista di bob Eugenio Monti a Cortina d’Ampezzo, in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. Un’opera voluta strenuamente dalla Regione Veneto, finanziata anche dalla Provincia di Bolzano che si farà carico dei costi di gestione, ma a suo tempo bocciata dal Comitato olimpico internazionale: “Troppo costosa, non necessaria”.

 

 

Ora si scopre che il tracciato non sarà lo stesso delle Olimpiadi di Cortina 1956, come voleva il governatore veneto Luca Zaia, né di quello dismesso nel 2008: “Sarà tutta un’altra cosa - scrive il Fatto - alla faccia di chi ha sempre sostenuto che si tratterà di una semplice riqualificazione”. I costi sarebbe già lievitati a 85 milioni di euro, rispetto ai 61 milioni indicati solo qualche mese fa. Inoltre, dopo che per tre anni è stato elaborato un progetto dai grossi errori di valutazione, che prevedeva un viadotto alto 20 metri e lungo 250, la sua revisione in extremis ha concepito una sorta di “ottovolante”, “con colate di cemento e terrapieni comunque vertiginosi”. Il sistema di alimentazione, per creare il ghiaccio, utilizzerà l’ammoniaca contrariamente a quanto sempre sostenuto dalla Regione Veneto.

 

 

Sull’area insistono inoltre “numerosi vincoli paesaggistici, idrogeologici e forestali”, ma nonostante ciò l’opera “non sarà sottoposta a valutazione di impatto ambientale”. Saranno abbattuti 2,29 ettari di bosco e asfaltate strade forestali. Nulla da temere, secondo la direttrice dell’Area Infrastrutture della Regione Veneto, Elisabetta Pellegrini: “La riduzione della superficie boscata prevede una relazione che dovrà essere molto dettagliata, quantificata, redatta da un tecnico forestale qualificato e che prevederà le modalità di compensazione, con il ripristino del soprasuolo arboreo dove previsto”. Tutto sotto controllo?