Society | Olimpiadi di Tokyo

Veloce come il vento

Marcell Jacobs conquista l'oro olimpico nei 100 metri. Nel 2016 a Bressanone stabilì il record italiano di salto in lungo - non omologato per il vento a favore.
Marcell Jacobs
Foto: La Repubblica

Un pomeriggio da ricordare per l'atletica italiana. Nell'arco di appena quindici minuti, l'Italia conquista ai Giochi olimpici di Tokyo due medaglie d'oro olimpiche entrambe storiche: dopo che il marchigiano Gianmarco Tamberi ha agguantato l'oro nel salto in alto (assieme al qatariota Mutaz Essa Barshim per scelta condivisa da entrambi gli atleti), Marcell Jacobs vince la corsa della vita, diventando l'uomo più veloce del mondo nei 100 metri piani. È il primo italiano in grado di qualificarsi per una finale olimpica e, contestualmente, il primo a vincere una medaglia nella specialità. Jacobs ha anche stabilito il nuovo record europeo e italiano nella disciplina, grazie ai 9"80 corsi nella finale.

 

Quel salto da record a Brixen

 

C'è una curiosità che lega all'Alto Adige il velocista di madre italiana e padre texano. Nel giugno 2016, ai Campionati Italiani Juniores e Promesse di Bressanone/Brixen, Jacobs - che all'epoca era un atleta di salto in lungo - saltò 8,48 m, stabilendo la migliore prestazione di sempre per un italiano. Tale risultato non fu però omologato come record nazionale a causa del vento a favore di 2,8 m/s (il limite da regolamento è 2,0 m/s). Come ricorda il sito della Federazione italiana di atletica leggera (FIDAL) Marcell Jacobs fu "protagonista di una gara straordinaria nel lungo under 23 con tre salti in crescendo oltre la fatidica soglia degli 8 metri culminata con un 8,48 (+2.8) che ha fatto sgranare gli occhi a tutta la tribuna. Peccato solo per il vento oltre la norma - idem per i precedenti 8,09 (+2.7) e 8,15 (+3.2) - perché la misura realizzata da Jacobs è di un centimetro oltre l'8,47 del record italiano assoluto che valse l'argento mondiale 2007 ad Andrew Howe. Nessun italiano era mai arrivato ad una misura del genere, nemmeno con il generoso soffio di Eolo alle spalle, nemmeno Howe (8,40/+2.4)".

 

 

Con lui, a Bressanone, c'erano l'allora fidanzata Renata e il figlio Jeremy, di cui Jacobs porta il nome tatuato sul petto. "Certo che 8,48 fa davvero un bell'effetto!" dichiarò il lunghista, "Ho preso un grande stacco e poi è stato come volare. Vedere quei tre numeri rossi sul display è stato fantastico e quello che speravo dopo un'annata complicata dai problemi fisici che mi è costata un lento e attento lavoro di recupero. Gli ultimi due salti ho sentito di essere riuscito a convogliare nel miglior modo possibile tutta la velocità che ero riuscito a trovare nelle mie uscite sui 100 metri. Ora spero di confermarmi, possibilmente con vento regolare, agli Assoluti di Rieti". Il futuro però avrebbe riservato per lo sprinter originario di Desenzano del Garda ben altre grandi soddisfazioni. Jacobs tornò a Bressanone nel 2019, dove fu grande protagonista nei 100 m ai Campionati Italiani Assoluti, c'entrando il titolo italiano per il secondo anno consecutivo. Un percorso ora coronato dalla medaglia olimpica più importante di tutte.