Politics | Reazioni

I tre “perdenti”

Referendum in Catalogna, cosa accadrà ora? Per i Verdi altoatesini lo scontro è destinato a continuare e “l’Europa non c’è”.
Catalogna
Foto: Time Magazine

Concluso il referendum sull’indipendenza della Catalogna (42% di affluenza, 90% di Sì all’indipendenza pari a oltre 2 milioni di persone) restano le incognite. Il presidente catalano Carles Puigdemont chiederà con ogni probabilità al Parlamento di approvare la dichiarazione unilaterale di indipendenza, nonostante l’opposizione della Spagna, senza contare che a oggi nessuno stato europeo pare disposto a riconoscere una Catalogna indipendente. La votazione, come noto, è stata considerata illegale dal Tribunale costituzionale di Madrid e dal primo ministro spagnolo Mariano Rajoy.

"Alla fine dei conti non si tratta di una consultazione su un aeroporto e sulla partecipazione alle Olimpiadi, ma del futuro storico di una intera regione"

Secondo i Verdi altoatesini i “perdenti” sono il governo spagnolo e il presidente Rajoy, la cui “durezza, arroganza e miopia democratica avrà conseguenze amare non solo in Catalogna, ma anche nella politica interna spagnola”;  il governo regionale catalano, che ha portato a termine il referendum, “nonostante la sentenza della Corte costituzionale e contro la violenza della polizia. Gli manca però in questo modo oltre alla legittimità costituzionale, anche quel consenso ampio e le garanzie necessarie all’attuazione di una decisione di questo tipo”. Cosa, per i consiglieri provinciali Verdi Hans Heiss, Brigitte Foppa e Riccardo Dello Sbarba, inaccettabile perché “alla fine dei conti non si tratta di una consultazione su un aeroporto e sulla partecipazione alle Olimpiadi, ma del futuro storico di una intera regione”. A perderci, inoltre, è l’Unione europea che “si è tenuta elegantemente in disparte, quasi in maniera codarda, invece di offrirsi come mediatrice. La Commissione e il Parlamento avrebbero dovuto attivarsi con maggiore determinazione, e ci saremmo aspettati un segno di vita anche da parte del Comitato delle Regioni”.

Un quadro che, date le circostanze, non porterà, quantomeno nel prossimo futuro, a un abbassamento dei toni, prevedono gli ambientalisti che aggiungono: “Si capiscono le motivazioni che portano al desiderio di indipendenza della Catalogna, ma nel complesso restiamo scettici. Sarebbe un 'salto nel vuoto', che porterebbe sì alla sovranità della Catalogna, ma al costo di pesanti ipoteche – e, non da ultimo, cambierebbe l’equilibrio economico e sociale della Spagna, probabilmente non in modo positivo”. C’è una lezione da imparare per l’Alto Adige offerta dal caso della Catalogna, concludono i Verdi, “forzare per l’autodeterminazione può provocare divisioni nefaste con conseguenze imprevedibili, persino in una regione aperta e cosmopolita come la Catalogna. La sua invocazione suona come un diritto sacrosanto, ma la sua attuazione, senza un consenso condiviso in modo ampio e su tutti i livelli, è presumibilmente svantaggiosa da tutti i punti di vista, politico, sociale e soprattutto da quello della convivenza delle persone. Noi siamo dalla parte dell’autonomia e della solidarietà”.