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Viva, nonostante tutto

La serie di documentari sulla scena locale pop e rock ha raggiunto il nuovo millennio. Paolo Crazy Carnevale presenta gli anni dopo il 2000. Anni che erano in un certo senso l'inizio dell'era digitale anche nella nostra zona.
Little White Bunny (2009)
Foto: Little White Bunny
  • Sarà il continuo confronto con il tema che che cambia la percezione e la valutazione del immagine grande di un tema. Nel nostro caso questo tema è la scena musicale locale. Le tantissime storie piccole che si accumulano  nel corso – solamente in un anno – hanno un certo effetto. È come un passaggio in un bosco: vediamo le radici degli alberi, vediamo le foglia che cadono, vediamo rami secchi e spezzati sulla terra... e siamo distratti di vedere il verde del bosco visto a distanza.

    Chi segue la musica internazionale, sia quella attuale che quella del passato, per prima vede il grande e bellissimo verde del bosco. Solo se si ci avvicina ad un'artista, alla produzione di un album, ad un tour, si scopre che anche lì ci sono i rami secchi sulla terra, le foglie che cadono e le fosse nascoste.

    L'ultimo episodio della serie "La musica pop altoatesina" condotta da Paolo Crazy Carnevale, ci ha regalato l'immagine della scena locale vista a distanza come un bellissimo bosco verde.

    Il documentario è completo? No, sarebbe impossibile. Sostanzialmente ci offre uno sguardo su Bolzano – underground e non – e dintorni con un'escursione illuminante in Val Badia e Val Gardena. Tante le voci che sentiamo, tanti i visi che vediamo e tanti gli esempi di musiche inserito in questo documentario che vanno dallo Stoner all'Indie-Rock fino all'elettronica sperimentale. E tanti le correnti e iniziative accennati che nascevano ed avevano un'effetto su tutto il territorio.

    Nomi? Paolo Izzo (Riff Records), Emanuele Zottino e Andrea Beggio (Controfase), Camilla Guerrini e Salvatore Cosentino (Kind Of Camilla), Anni Pasqualotto (Mia Loto), Matteo Meloni e Fabio Sforza (La Pelle/Slowtorch), Chris Costa, Max Castlunger, Alex Trebo, Matteo "Yomer" Iamunno (Little White Bunny), Anna e Dario Mongelli (Ferbegy?), Mario Punzi e Gabriele Muscolino (Nachtcafè).

  • Conosce ed ama il soggetto del suo documentario: Il bolzanino Paolo Crazy Carnevale conduce una serie di filmati che ripercorrono la storia della musica pop e rock altoatesina. Foto: Michi Lintner
  • Le interviste saranno corte ma ci sono parecchi gli spunti importanti che risaltano e fanno riflettere anche nel 2024. Fabio Sforza, batterista di La Pelle prima, Slowtorch dopo, ci ricorda che le scene vere nascono dalla voglia delle persone di ritrovarsi, una cosa che non si può creare artificialmente. Altro esempio: Andrea Beggio (Khalmo, Controfase, Discodex) è convinto – e lo sosteniamo in questa convinzione – che fosse impossibile creare qualcosa di completamente nuovo, ci si lavora comunque sempre con elementi già esistenti. Il significato di questo statement: L'evoluzione della musica è un viaggio fatto in piccoli passi e la combinazione dell'input personale che ogni musicista riesce a contribuire al insieme.

    La serie "La musica pop altoatesina" che ripercorre la storia della musica "alternativa" dalle sue origini ad oggi in questa puntata è riuscita in modo molto convincente a catturare lo spirito e le molteplici attività degli anni dal 2000 al 2010.

    Carnevale, assieme a Wolfgang Moser (produttore) e Michael Lintner (camera), è riuscito a farci vedere la bellezza del bosco nel suo intero. Ci ricorda che i musicisti dell'Alto Adige in questo ambito avevano sempre ostacoli davanti a loro, ma sono comunque riusciti a produrre bellissima musica, ad avere qualche successo e – finalmente – raggiungere il "presente". Sono 72 minuti gratificanti, efficaci ed ispirati.  

  • Info:

    "La musica pop altoatesina: il millennio" nella mediateca della RAI Alto Adige: https://www.raibz.rai.it/it/index.php?media=Ptv1727649300

  • Musica concettuale e sperimentale, Controfase nella formazione del 2012: Pietro Frigato, Marco Ober, Andrea Beggio, Emanuele Zottino e Barbara Schindler. Foto: Hannes Pasqualini