Economy | I dati

“Commercianti in ginocchio”

In Alto Adige commercio al dettaglio e di veicoli in grande sofferenza. Le nuove, necessarie, misure anti-Covid peggiorano il quadro. Modeste le aspettative per il 2021.
Bolzano
Foto: Othmar Seehauser

L’estate aveva fatto ben sperare con una parziale ripresa dei fatturati, che comunque anche ad agosto segnavano un -4,4 percento rispetto allo stesso mese dello scorso anno, ma in ogni caso il 2020 resta un anno da dimenticare per i commercianti. Il 60 percento della categoria lamenta una riduzione del proprio giro d’affari nell’anno che sta per chiudersi. E il calo sarà addirittura maggiore rispetto a quanto mediamente osservato nelle altre province italiane, poiché in Alto Adige il commercio al dettaglio dipende sensibilmente dal turismo.

La redditività nel 2020 viene giudicata negativamente da un terzo dei commercianti, con punte superiori al 50 percento nelle branche dell’abbigliamento e delle calzature, degli esercizi alimentari specializzati e del commercio ambulante. È inoltre presumibile - sottolinea la Camera di Commercio di Bolzano, basandosi sui dati dell’indagine autunnale del Barometro dell’economia dell’IRE – Istituto di ricerca economica - che queste valutazioni possano ulteriormente peggiorare nei prossimi mesi, in quanto il periodo di rilevazione dell’analisi non ha permesso di considerare pienamente gli effetti delle restrizioni messe in atto per contrastare la seconda ondata di contagi.

Secondo quanto riferiscono i commercianti c’è stato inoltre un deterioramento della puntualità dei clienti nei pagamenti e un peggioramento della competitività delle proprie imprese, soprattutto rispetto ai grandi operatori del commercio online. Una valutazione che risulta ancora più attuale dopo il Black Friday - come già certificato dal presidente dell’Unione commercio Philipp Moser - e nell’imminenza del periodo degli acquisti di Natale, già condizionato dall’assenza dei tradizionali mercatini.

 

Le previsioni per il 2021

 

Anche guardando al prossimo anno, le aspettative di redditività variano sensibilmente a seconda del comparto merceologico. Le previsioni più modeste si riscontrano tra i commercianti di abbigliamento e calzature, di generi alimentari e di arredamento. Maggiore fiducia si respira invece nei comparti dei supermercati e del commercio online, che meno hanno sofferto a causa del coronavirus. L’incertezza delle previsioni rimane tuttavia molto elevata, dipendendo essenzialmente dall’evoluzione della pandemia e dalle misure necessarie al suo contrasto.

Nel settore del commercio e della riparazione di veicoli la situazione è analoga: anche in questo comparto, un terzo delle imprese considera insoddisfacente la redditività e oltre otto su dieci segnalano un calo dei fatturati rispetto allo scorso anno. Le aspettative per il 2021 restano modeste, poiché si temono gli effetti a lungo periodo della riduzione del potere di acquisto delle famiglie e una contrazione degli investimenti in autoveicoli da parte delle imprese degli altri settori.

Il settore del commercio al dettaglio “già messo in ginocchio dal primo lockdown, rischia ora di essere travolto dagli effetti delle misure necessarie a contrastare la diffusione dei contagi - dice Michl Ebner, presidente della Camera di commercio di Bolzano -. Servono aiuti concreti e immediati per coloro che nelle ultime settimane sono stati costretti ad abbassare la saracinesca”.

A fargli eco Federico Tibaldo, presidente di Confesercenti Alto Adige Südtirol: “Il Covid-19 ha colpito al cuore il commercio al dettaglio dei negozi e dei mercati. Le vendite autunnali sono crollate sia per la ripresa del contagio, sia per un calo generalizzato dei redditi che ha indotto i consumatori a risparmiare al massimo, sia per la carenza di turisti. I dettaglianti si sono impegnati al massimo per contenere le perdite offrendo alla clientela la consegna a domicilio, ma la crescita dei debiti mette a rischio la sopravvivenza dei negozi. Servono interventi mirati di sostegno ai dettaglianti ed iniziative forti per rilanciare i consumi”.