Gente del Talvera
"Essere in un determinato posto, casualmente o meno, contribuisce a creare o a cambiare un ambiente. La gente porta vita, esperienza, cultura, fa nascere relazioni e provoca reazioni. Fermarsi un attimo, stabilire una connessione e parlare con uno sconosciuto, equivale ad accendere una piccola luce e un sentiero può diventare una piazza, un mondo intero di facce note. È come se improvvisamente la solitudine, l’ostilità, si trasformassero in familiarità.
Queste fotografie, scattate dal settembre 2014, rappresentano l'inizio di un lavoro con cui mi propongo di raccontare alcuni luoghi di una città fermando la gente che mi passa accanto, in modo casuale e senza una tipologia in mente." Anna da Sacco, photographer
Lottare
Aspiro alla felicità, a sentirmi completo, a raggiungere un buon bagaglio interiore e finire la scuola bene, diplomarmi, magari lavorare nella bio medicina, un campoche mi appassiona fin da piccolo. Credo di aver trovato la mia strada, ma se mi sbaglio, se non riesco ad arrivare
oggi ai miei obiettivi, ci riproverò anche domani.“Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso” è la frase che ho tatuata addosso. Significa che bisogna crederci con tutte le proprie forze senza smettere mai.
Cambiare
Prendo la corriera delle 6:20 da via Resia e attacco appena scendo. Ho 5 ore di tempo per pulire il tratto di passeggiate che va da Ponte Talvera a Viale Druso. Sono sicuro che esista un’altra vita al di là di questa e io spero di ritrovarmi indietro nel tempo, all’epoca dei nostri avi. Credo che ci fossero meno chiacchiere. Oggi sento discutere uomini vecchi di una scuola nuova, ma per cambiare le cose, dobbiamo prima imparare ad essere nuovi noi.
I cani
Amo i cani. Sogno di diventare educatrice cinofila, per recuperare quelli che hanno subito maltrattamenti e traumi. Ho sempre amato gli animali, mi capisco quasi meglio con loro che con le persone che invece in passato mi hanno delusa. Forse per me, in questo momento, sono anche una via di fuga.
Rione Sanità (donna a destra)
Sono nata a Napoli, in vicolo Lammatari, “3° bidone a salire, 4° a scendere”, diceva sempre papà. Rione Sanità. Poi la mia famiglia si è spostata in un’altra zona, perciò ho visto la casa in cui sono nata solo molto dopo. Avevo 18 anni, il vicolo era semi buio e così stretto che la gente, dalle finestre di un palazzo, poteva darsi la mano con il vicino affacciato di fronte. In fondo alla strada c’era una donna tutta vestita di bianco, sdraiata.
Avvicinandomi mi accorsi che era ingessata alle gambe e che il suo letto era in buona parte fuori dalla porta di casa. Prendeva l’aria e salutava i passanti che non sembrano particolarmente sorpresi dalla scena.
Il fiume (donna a sinistra)
Il rumore del fiume che scorre mi accompagna sin da quando ero bambina. Ho sempre abitato vicino al Talvera, tanto da sentirlo di notte dalla finestra. E anche quando passeggio scelgo un tragitto che gli passi accanto, mi rende serena.
Eden (donna)
Non è per un’illuminazione che si diventa Testimoni di Geova. La crescita è graduale ed avviene in seguito alla conoscenza. Lo studio della Bibbia mi ha aiutata a rispondere ai grandi interrogativi della vita per questo cerco di seguire gli insegnamenti di Gesù. Nascerà una nuova società che, sotto le leggi di Dio, ristabilirà l’Eden perduto sulla Terra e vivremo in eterno. La scelta è nostra: ci lasciamo educare da Dio?
Consapevolezza (uomo) Per me il battesimo è stato un momento fondamentale della mia vita, un punto di partenza, il momento in cui ho stabilito in che cosa avrei creduto anche in futuro. Per questo era importante che io fossi consapevole di quello che stavo facendo. Avevo 16 anni ed è stato così che sono entrato a far parte dei Testimoni di Geova.