“Gli open space sulla Convenzione? Una farsa”

Squeo, ha seguito gli open space dedicati alla Convenzione sull’Alto Adige? Quali le sue impressioni?
Ho partecipato a qualche incontro. Più che degli open space sembrano un assalto alla diligenza, oltre che un alibi per il governo.
Cioè?
Sarà il governo a decidere il cambiamento dello Statuto di Autonomia, con la regione e prima ancora con le due province. Verrà fuori un bollito misto, e se ci andrà bene il documento entrerà in vigore fra dieci anni. Il vecchio statuto, per dire, ha impiegato 40 anni prima di arrivare ad essere totalmente efficace. Qui l’obiettivo è quello di chiedere ai cittadini di avanzare migliaia di proposte, ma di reali modifiche se ne vedranno poche, mi pare che la linea sia quella del “cambiare tutto per non cambiare niente”. Meglio piuttosto essere decisivi su alcuni punti specifici.
Per esempio?
Il bilinguismo e soprattutto la proporzionale etnica che andrebbe abolita. Ma quando si inizia a parlare di autodeterminazione, polizia locale, giustizia, si creano inevitabilmente delle lobby dove i più forti la fanno da padrona, sembrano i talk show alla televisione, alla fine deciderà la politica, non i cittadini.
È il motivo per cui il gruppo linguistico italiano stenta a partecipare a queste iniziative? Ciò è da imputare solo a una forma cronica di disillusione o è stata anche fatta una scarsa campagna informativa al riguardo?
Della campagna informativa si sono praticamente impossessati i politici e la società civile è rimasta piuttosto all'oscuro di quello che si andava delineando. Fra gli italiani poi c’è sempre questa sensazione di disagio dell’essere sempre “i secondi a bordo”, per fare un esempio basta guardare agli assessorati, i più importanti sono sempre stati in mano ad altri.
Ma non crede che in questo modo si deleghino ad altri le decisioni sul “prossimo Alto Adige”?
Il fatto è che non siamo preparati a questi processi di democrazia diretta, non è nella nostra mentalità, noi votiamo e ci aspettiamo che le persone che abbiamo scelto intercedano per conto nostro.
Nel frattempo però gli open space vengono per lo più presi d’assalto da gruppi organizzati come gli Schützen che sembrano dettare l’agenda.
Sono assembramenti più che altro folcloristici, il cui peso deve essere ampiamente ridimensionato.
Il gruppo che farà parte del cosiddetto Forum dei 100 verrà “sorteggiato” tenendo conto del sesso, dell’età e dell’appartenenza linguistica. C’è però chi ha criticato il fatto che con questi 3 soli criteri non possa essere individuata una reale rappresentanza della società (come auspicato ripetutamente dalla stessa Convenzione).
È un meccanismo sbagliato e sconclusionato, da migliaia di persone se ne sorteggiano 100 per poi procedere con un’ulteriore scrematura per arrivare agli 8 che andranno a comporre la Convenzione dei 33. Difficile credere che potranno essere in qualche modo rappresentativi della società civile.
Nota una certa inerzia della politica, soprattutto da parte dei partiti di maggioranza? La Svp è quasi assente a questi incontri e sabato scorso il PD ha addirittura organizzato un evento di partito mentre andava in scena la Convenzione dei giovani e l’open space di Egna.
Evitano evidentemente di farsi vedere, su quali partiti si può fare affidamento? Più che altro noto che questa “battaglia” per la riforma dello Statuto è tutta cittadina, la periferia è invece di fatto trascurata.
Qualche giorno fa la Commissione legislativa sulle questioni dell’Autonomia ha approvato il ddl presentato da alcuni deputati Svp che prevede una maggiore rappresentatività dei ladini. Una procedura “che non rende onore all’impegno dei cittadini che di sabato in sabato dedicano il loro tempo agli incontri della Convenzione” hanno detto i Verdi, mentre Urzì ha parlato della Convenzione come di un grande bluff mediatico.
Stanno facendo prima quello che dovrebbe essere fatto dopo, in questo caso privilegiando un certo gruppo linguistico. Questa Convenzione è una presa in giro e un’ulteriore prova del fatto che le cose sono già state decise ma ci si ostina a nascondere tutto dietro la parvenza di una discussione democratica che di fatto non esiste.
Ecco, finalmente qualcuno che
Ecco, finalmente qualcuno che tira in ballo il «disagio». Non male per un consigliere dell'SVP.
In reply to Ecco, finalmente qualcuno che by pérvasion
In der Tat.
In der Tat.
Dass das eine rein städtische
Dass das eine rein städtische Veranstaltung ist muss jemand dem Markus Lobis mitteilen... ihm war sie doch zu teldrarisch!?
Das ist keine Kritik sondern
Das ist keine Kritik sondern Selbstaufgabe. Also Kopf in den Sand und warten, bis der Traktor drüber fährt.