Politics | Lavori pubblici

Il mistero della vasca dimenticata

La Provincia non chiese che la Arendt fosse costruita con un sistema di contenimento e 2 piani interrati sono stati sommersi dall'acqua di falda. Indagine interna.
Hannah Arendt Schule
Foto: Studio Cleeaa/Claudio Lucchin

Nei giorni in cui per scendere al quarto piano interrato di quella che per anni è stata con pomposa fierezza definita “la prima scuola ipogea di Italia” bisognava essere dei sommozzatori, chi telefonava alla Hannah Arendt di Bolzano per avere spiegazioni, sbatteva letteralmente contro un muro di gomma. Difficile che qualcuno rispondesse e chi lo faceva non era sempre gentilissimo. “Chiamate in Provincia”, è stato il refrain nell’istituto “sotterraneo”. Ma anche lì, nulla. Nessuna spiegazione, se non quella, rivelatasi poi non veritiera, che la falda in centro storico non era mai stata così alta e l’allagamento di ben due piani interrati era dovuto al fato avverso e ai cambiamenti climatici. Ora, dopo due interrogazioni, una del verde Riccardo Dello Sbarba ed una di Alessandro Urzì di Fratelli d’Italia, emerge chiaramente che la “prima scuola ipogea d’Italia” è stata realizzata senza prevedere una “vasca di contenimento”, come ad esempio, è accaduto di recente a Sinigo. E perché mai? “La realizzazione di una vasca di contenimento non è stata richiesta, perché la quota degli scavi era stata individuata ad un metro sopra il livello massimo della falda”, scrive l’assessore Massimo Bessone. Quindi chi ha redatto il progetto non ha potuto che fidarsi e nemmeno la qualità dei lavori c'entra nulla. L'acqua non ha trovato la resistenza del Cementol ed è quindi passata agilmente attraverso le fondamenta. Il “livello massimo” di cui si parla, però, non è per nulla il 'vero' livello massimo e quindi non si capisce chi lo abbia definito e, soprattutto, riferendosi a quali dati. Il mistero amministrativo è destinato a rimanere tale ancora un po’. Bessone, oggi responsabile dal punto di vista amministrativo, quando la scuola fu consegnata non era ancora assessore. “E’ tuttora in corso una indagine per accertare eventuali responsabilità e non è mia intenzione fare dunque delle valutazioni”, spiega.

 

La scuola modello

Costata complessivamente 6,42 milioni (3,55 milioni di opere edili) la scuola Arendt, come si legge qui, è stata progettata dallo studio Lucchin tra il 2008 e il 2010 (costo del progetto: 253.000 euro) e consegnata a fine dicembre 2012. I lavori sono stati realizzati dall’ATI composta dalle imprese ZH, Paolin e Gufler. Negli ultimi dieci anni, della scuola sotterranea hanno scritto praticamente tutte le più importanti riviste di architettura. Un vero modello.

Come detto, la cosa non ancora chiara è, però, chi nel 2008 abbia fissato il livello massimo di falda così in alto, dal momento che, come scritto su salto.bz l’anno scorso, nell’estate 1997 presso la stazione freatimetrica Bolzano-Ferrovia, fu misurato il massimo livello di falda degli ultimi trent'anni anni, pari a quota 255,16 m slm (circa 10 m al di sotto del “piano di campagna”) mentre nell’estate del 2021 il livello di falda asseritamente “mai raggiunto” era stato di 252,86 m, circa 12,30 m al di sotto del piano di campagna. Cioè: 11 anni prima della progettazione la falda, che contemporaneamente ha affogato pure il Waltherpark di Benko, era stata di 2,5 metri più alta rispetto al livello raggiunto l’anno scorso. “Tra i massimi assoluti che abbiamo registrato nelle serie storiche – ha spiegato Dinale - vi è il periodo tra la fine degli anni novanta – più precisamente il 1997 – e il duemila compreso, dove abbiamo avuto livelli di falda a Bolzano costantemente alti, confrontabili o addirittura leggermente superiori rispetto a quelli attuali”. Non è, dunque, una cosa mai vista prima, come  hanno detto e ripetuto assessori e tecnici l’anno scorso. Questo grafico lo evidenzia perfettamente.

 

Come si può vedere solo nel 2001 – 7 anni prima della progettazione – la falda è cominciata a scendere. Ancora Dinale: “Quando si parla di clima, si parla di almeno trent'anni, quindi verosimilmente tutti i parametri che concorrono al dimensionamento statico sarebbe opportuno venissero considerati quantomeno su questo lasso di tempo”.  I tecnici hanno invece fissato il limite molto in profondità e nel tempo la falda è tornata ai valori di 10-15 anni prima fino ad arrivare a formare il lago dell’anno scorso.

La ricostruzione e il totale dei danni

Utilizzando le risposte date da Bessone a Dello Sbarba e Urzì, questa può essere la ricostruzione di quanto è accaduto. “L’allagamento della Arendt è iniziato in inverno 2020/2021, interessando dapprima il piano -4 ed estendendosi successivamente al piano -3. La persistente presenza di acqua di falda e l’interferenza con gli impianti elettrici in tensione ha costretto, in via cautelativa, a precludere l'accesso ai piani interrati della scuola. L'acqua è confluita all'interno dei locali del piano -4 e -3 per due distinti periodi. Sono state realizzate diverse stazioni di pompaggio per cercare di tenere sotto controllo l'innalzamento del livello.

 

Le rotture più rilevanti sono state quelle delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, come la centrale di ventilazione, i quadri elettrici dei piani, l'infrastruttura della rete dati nonché qualche rivestimento in cartongesso.

Fino ad novembre, i costi sostenuti per la messa in sicurezza, lo smontaggio degli impianti, l’installazione di ulteriori sistemi di pompaggio dell’acqua e di tutte le attività connesse alla gestione dell’emergenza per la salvaguardia del patrimonio ammontavano a circa 178.000 euro. I costi sostenuti per il parziale ripristino degli impianti nonché la realizzazione di impianti provvisori (ventilazione ed alimentazione elettrica) per garantire l'utilizzo dei piani -1 e -2 ammontavano a circa 200.000 euro. La Scuola ha inoltre sostenuto circa 70.000 euro di spese non previste per traslochi ed affitti. Il futuro utilizzo degli ultimi piani interrati è ancora incerto. Per ora, dunque, i circa 430.000 euro di danni accertati sono stati come normale coperti da Palazzo Widmann.

Un nuovo ampliamento

L'aumento degli studenti nelle professioni sociali, che è un'ottima notizia, e l'inutilizzabilità di una parte della struttura impongono ora l'ampliamento della struttura. Ovviamente non verso il basso. Qualche mese fa lo stesso Bessone ha annunciato che "secondo lo studio di fattibilità con la relativa stima dei costi redatto dallo studio dell’architetto Claudio Lucchin & Architetti Associati sarà realizzato un nuovo volume con tre piani che saranno realizzati, in struttura leggera, sopra la copertura della palestra". Sono previste 7 nuove aule di 52 metri quadri l’una, 1 aula di 61 metri quadri e spazi di distribuzione di 19 metri quadri. Questo nuovo volume risulterà arretrato rispetto al muro di cinta storico, in modo tale che potrà essere sistemata a verde la porzione di copertura della palestra che si frappone tra il nuovo volume e il muro di cinta stesso.

 

La Ripartizione beni culturali ha espresso parere favorevole in merito al progetto. Inoltre, il chiostro interno sarà chiuso per ricavare delle postazioni per gli insegnanti. Questi nuovi spazi saranno ricavati dalla chiusura dei portici sui lati Nord ed Est del chiostro, analogamente a quanto già fatto per i lati Sud ed Ovest del chiostro. L’intervento comporta un investimento complessivo di 3,6 milioni di euro, di cui 2,1 milioni di euro sono per i lavori di costruzione, 208.000 euro per gli arredi e 1,2 milioni di euro sono a disposizione dell’Amministrazione. La fine dei lavori, se tutto procede da programma, è prevista per il 2026.