Perchè scioperare l'otto marzo?
Cara famiglia, carə clienti, collaboratori e collaboratrici,
con la presente Vi comunico la mia adesione allo sciopero del 08.03.2023.
Come avrete appreso da media e altri mezzi d’informazione, lo sciopero è generale e nazionale coinvolgendo sia il settore pubblico che quello privato. In concomitanza con la Giornata internazionale della donna la mobilitazione ha come motivazione il divario salariale tra uomini e donne e la sistematica violenza di genere, oltre alla propaganda familistica e reazionaria di questo Governo che si articola nell’attacco allo stato sociale e ai servizi pubblici.
Desidero comunque precisare i miei motivi personali per l’adesione:
- La consapevolezza della correlazione tra violenza maschile contro le donne e la violenza economica strutturale e istituzionale e il conseguente percorso ad ostacoli per potersi liberare dalla violenza (se la struttura sociale intorno a me ostacola la mia indipendenza economica, la libertà dalla violenza è un traguardo difficile da raggiungere).
- L’indispensabilità di una reale autonomia economica come presupposto per la fuoriuscita dalla violenza (la dipendenza economica è appunto dipendenza e implica un’ulteriore vulnerabilità).
- La sensazione d’ingiustizia data dall‘enorme valore economico prodotto dal lavoro di cura erogato prevalentemente da donne, invisibile e non retribuito e oltre a questo ulteriormente caricato data la riduzione di servizi (se gli uomini sono liberi di costruirsi una carriera full-time, è perché a casa una donna si occupa gratuitamente delle vicende domestiche, di fliglə e genitori anziani).
- La contrarietà alla crescente forbice della disuguaglianza di genere data da lavoro povero, precario e sottopagato, lo sfruttamento e la marginalità nei quali si trovano prevalentemente le donne e i giovani (la giustizia sociale parte anche da opportunità eque).
- La condanna dei ricatti del licenziamento per le donne associati a molestie sui luoghi di lavoro (molestie da condannare in ogni luogo, a maggior ragione in un rapporto di subalternità).
- La ferma convinzione che ogni donna debba essere libera di scegliere rispetto al proprio corpo e che debba poter accedere ad un aborto sicuro e legale (come garantito dalla legge 194).
- L’inaccettabilità dei finanziamenti pubblici ad associazioni reazionarie e promotrici della retorica donna-madre di famiglia che hanno il dichiarato obiettivo di limitare la libertà delle donne e relegarle al lavoro di cura di cui sopra (salvo poi regalare mimose all’8 marzo).
Ecco, riassumendo: l’otto marzo sciopero e richiedo un cambiamento di paradigma indispensabile per una società più giusta, più equa e più sostenibile.
L(’)OTTO tutto l’anno!