Nessuno occupi le cime!
Il re degli ottomila aveva già fatto parlare di sé su questo tema nel 2005 e nel 2006, attraverso delle interviste pubblicate rispettivamente sul Corriere della Sera e su Frankfurter Allgemeine Zeitung.
E sul tema Reinhold Messner è tornato a scrivere, questa volta di suo pugno, nientemeno che sul portale informativo evangelico chrismon.de
Messner non ha fatto altro che ribadire il suo pensiero, anche se naturalmente in giorni altamente ‘sensibili’ (il venerdì santo, cioè oggi, la chiesa cattolica ricorda proprio la crocifissione e la morte in croce di Cristo).
“Le cime dei monti appartengono a tutta l’umanità e quindi non dovrebbero essere associate ad una specifica visione del mondo. Le croci in questo senso finiscono per essere viste come un simbolo di conquista e, quindi, un’assurdità”
L’articolo su chrismon.de ha fatto andare su tutte le furie diversi ambienti religiosi tedeschi, in particolare il responsabile del sinodo bavarese che se l’è presa anche con il giornale online reo di aver dato spazio allo scalatore nelle sue elucubrazioni.
Nel 2005 Messner aveva attaccato le croci sulla montagne criticando a sorpresa il posizionamento di una statua di Buddha su una cima della Valtellina. Appassionato di statue himalayane e curatore di diversi musei della montagna in Alto Adige e non solo, Messner come suo solito espresse la sua opinione in modo molto diretto.
“Né croci, né Buddha. Bisogna finirla con lo sfruttamento delle cime, le montagne sono già un simbolo del divino, non hanno bisogno di emblemi religiosi. Quando si arriva in vetta basta fare come si usava una volta, costruire un ometto di sassi.“
Il vecchio lupo dunque perde il pelo (ha appena compiuto 70 anni) ma non il vizio. Continuando la sua galoppata in solitaria in particolare sul modo di intendere e volere la montagna. Non perdendo l'occasione per promuoverne la libertà rispetto alle forzature dell'uomo?
Sono totalmente d'accordo
Sono totalmente d'accordo
Pünktlich zum christlichen
Pünktlich zum christlichen Fest des Kreuzes polarisiert Reinhold Messner. Ich teile Messners Aussage und finde, dass das Zeichen des Kreuzes (wie andere Religiöse Symbole) und Nationalflaggen auf den Gipfeln nichts zu suchen haben. Am Berggipfel trifft sich das Irdische mit dem Himmlischen und wenn Mensch dort oben ist, soll er dies spüren - auch ohne Verbauungen und Symbole.
Ein Berggipfel ist ein
Ein Berggipfel ist ein öffentlicher Ort wie jeder andere, nur etwas höher. Wenn man Kreuze auf den Berggipfeln verbietet, dann müsste man sie auch am Wegrand im Tal und selbst auf den Kirchtürmen verbieten. Für viele Bergsteiger, unabhängig von ihrer Konfession, sofern sie überhaupt eine haben, ist das Gipfelkreuz eine willkommene Markierung des höchsten Punktes eines Berges. Ein halbwegs vernünftiger Mensch fühlt sich durch ein Kreuz auf einem Gipfel ebensowenig beleidigt wie durch eine Buddhastatue. Eher würde mir der Anblick des R. Messner auf einem Berggipfel Magenschmerzen verursachen.
Lo scalatore d'eccellenza, in
Lo scalatore d'eccellenza, in quanto prima di altri....si renderà conto che l'ultima vetta che scalerà al di fuori di questo mondo è sprovista di croci...pace al anima sua, povero ipocrita. Se non fosse stato un pessimo professore di matematica...di qualcuno che al epoca era un suo pessimo scolaro..il quale tutt'oggi a causa della ignoranza subita mi complica la vita...forse..ma forse...lo cercherei di capire.