Culture | Salto Afternoon

Quello che non ho

Giunge nella stagione dello Stabile di Bolzano da giovedì 5 a domenica 8 aprile "Quello che non ho". Con Neri Marcorè, comico, chansonnier e affabulatore.
bc1_7031_m.jpg
Foto: Foto: Teatro Stabile

Quello che non ho è un affresco teatrale che cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza nel futuro. E lo fa reinventando la forma del teatro canzone, prendendo come fonte di ispirazione principale le canzoni di De Andrè, incrociate con le visioni lucide, beffarde e profetiche di Pier Paolo Pasolini, che raccontano di una “nuova orrenda preistoria” della società contemporanea.

...un mosaico variegato di storie e canzoni che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.

Sono due infatti, i soli che splendono – ma creando inquietanti e fosche ombre – sullo spettacolo. Sin dal titolo, gli affezionati riconoscono la luce di Fabrizio De André, cantautore e poeta. Poi, diverso eppure legatissimo, ecco il bagliore di Pier Paolo Pasolini, quello de La rabbia: è lui l’altro poeta, il testimone del suo (e del nostro) tempo, scelto come guida. Due artisti, due giganti, mai allineati, spesso considerati eretici per le loro prospettive e per quel “dire tutto” che, pur evocativo e lirico, affonda le mani nel reale, affrontandone le stridenti contraddizioni.

Marcorè, interprete eclettico, capace di vestire i panni comici come trovarsi pienamente a suo agio nelle vesti di chansonnier intellettuale, riprende quindi la vena contestatrice che fu di De Andrè e Pasolini e conduce il pubblico alla scoperta di storie emblematiche, quasi parabole del presente, che grondano di inciampi grotteschi e di civile indignazione. Storie di sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, di esclusione, di ribellione, di guerra, di illegalità, rilette con un filtro grottesco, ghignante e aristofanesco.

Affabulatore suadente e allo stesso tempo inflessibile Marcorè, sostenuto in scena da Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini, tre chitarristi- cantanti di grande talento, favoleggia del Sesto continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica grande due volte e mezzo l’Italia che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation; di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro, grande però come la monetina, costruendo così un mosaico variegato di storie e canzoni che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.