Chronicle | BOLZANO

Richiedenti asilo senza un tetto

Il Comune scopre che nell'Emergenza freddo i "veri" clochard sono 29 su 111, il resto sono coloro che hanno chiesto o avuto lo status. E chiede soldi a Provincia e Stato.
Clochard
Foto: upi

Si tratta, guardando alla sostanza delle cose, di una questione di soldi. Il Comune di Bolzano sta valutando la proroga estiva del servizio Emergenza freddo e si è accorto, conti alla mano sulla “tipologia” degli ospiti, che i senza fissa dimora veri e propri, se così si può dire, sono meno della metà delle persone che trovano riparo nei letti offerti dall’istituzione. La maggior parte è costituita da richiedenti protezione internazionale, o da coloro che l’hanno ottenuta, e di cui quindi secondo il municipio dovrebbe farsi carico il sistema di accoglienza allestito dalla Provincia. In accordo – finanziato – con lo Stato.

Emergenza freddo, la proroga

Ecco quindi il motivo delle affermazioni congiunte del sindaco Renzo Caramaschi e dell’assessore politiche sociali Sandro Repetto. I due sono partiti dalla possibile proroga oltre la scadenza prevista di fine maggio del servizio Emergenza freddo di via Macello, il cui costo mensile supera gli 80.000 euro. Detto in sintesi, qualora decidesse di prolungare il servizio, il Comune non vuole farsi carico di un servizio per il quale a suo giudizio spetterebbe almeno una contribuzione di Stato e Provincia.

Il conto degli ospiti

“In una giornata tipo - sottolinea il sindaco - il servizio Emergenza freddo ha accolto un totale di 111 persone. Di queste solo 29 sono senza fissa dimora o senza tetto, di cui 5 di nazionalità italiana. Le altre sono richiedenti asilo (65) o migranti a cui è già stato riconosciuto lo status di profugo (17)”. Altro dato interessante riguarda la permanenza media nel centro di via Macello: 19 persone fisse in quanto hanno frequentato il centro dalla sua apertura (metà novembre 2017) a oggi, 22 persone lo hanno frequentato per oltre 4 mesi, 20 persone per più di 3 mesi, 11 per più di due mesi, 17 per oltre un mese.

In una giornata tipo il servizio Emergenza freddo ha accolto un totale di 111 persone. Di queste solo 29 sono senza fissa dimora o senza tetto, di cui 5 di nazionalità italiana. Le altre sono richiedenti asilo (65) o migranti (17) a cui è già stato riconosciuto lo status di profugo (Renzo Caramaschi).

Abbiamo chiesto un incontro con Provincia e commissariato del governo per verificare e definire competenze e oneri per l’assistenza” prosegue Caramaschi che chiede un nuovo vertice dopo quello di marzo. “Un conto infatti sono i clochard e i senza tetto, altro sono coloro che hanno fatto domanda di protezione internazionale per il riconoscimento dello status di profugo. Si tratta di persone momentaneamente senza fissa dimora e che in quanto tali ricadono come competenza sui costi della città”.

Abbiamo chiesto un incontro con Provincia e commissariato del governo per verificare e definire competenze e oneri per l’assistenza. Un conto infatti sono i clochard e i senza tetto, altro sono i richiedenti asilo. Si tratta di persone momentaneamente senza fissa dimora e che in quanto tali ricadono come competenza sui costi della città (Il sindaco).

Una categoria "da riconoscere"

Per Repetto “si tratta di una fattispecie particolare di senza fissa dimora che deve essere riconosciuta come tale e per la quale il Comune chiederà una compartecipazione alle spese di assistenza a Stato e Provincia”. Sia l’assessore che il sindaco temono la pressione su Bolzano, che sta lentamente ottenendo la redistribuzione dei richiedenti asilo nel resto della provincia, della categoria considerata in aumento di coloro che hanno ottenuto lo status di profughi e tuttavia non hanno al contempo trovato casa e lavoro.

Si tratta di una fattispecie particolare di senza fissa dimora che deve essere riconosciuta come tale e per la quale il Comune chiederà una compartecipazione alle spese di assistenza a Stato e Provincia (Sandro Repetto).

Secondo Repetto inoltre “si tratta di valutare anche se mantenere in funzione il centro anche nei prossimi mesi estivi in funzione della nuova struttura destinata all’accoglienza dei senza fissa dimora che sarà pronta ed aperta a Bolzano sud dalla metà del prossimo mese di novembre”. È lo spazio con un centinaio di posti previsto nell’ex segheria di via Ludwing von Comini.

Struttura per senzatetto donne

Il Comune aggiunge che presso il Centro di emergenza “Casa Conte Forni” di via Renon saranno garantiti in via permanente e riservata, 8 posti letto esclusivamente per senzatetto donne.