Politics | Europa 2019

Parola d’ordine: trasparenza

Renate Holzeisen, candidata di Team K, e la sua “rivoluzione” che inizia dall’Alto Adige e finisce in Europa. “I populismi prosperano dove la politica è sorda”.
Renate Holzeisen
Foto: Facebook

L’operazione-Europa è studiata a puntino. La palestra di idee per portare, a dirla con Paul Köllensperger, “un'altra voce dall’Alto Adige nel Parlamento europeo che sia davvero rappresentativa della società civile” è pronta. Nella plancia di comando per la corsa a Bruxelles del Team K - che come noto si è apparentato con +Europa e Italia in Comune il cui leader Federico Pizzarotti è atteso a Bolzano il 15 e 16 maggio prossimi - c’è l’avvocatessa Renate Holzeisen che parla dei suoi temi cardine partendo da un concetto su tutti: “Senza trasparenza non c’è democrazia”. Principio declinabile in ogni ambito in cui la res pubblica viene amministrata, eppure frequentemente irreperibile, è il messaggio lanciato senza mezzi termini.

 

Cambiare l’Alto Adige, cambiare l’Europa

 

“Quelli che a Bruxelles sono spesso i lobbisti del grande capitale industriale per lo più anonimo, in Alto Adige sono le associazioni di categoria apparentemente onnipotenti e alcune poche famiglie”, graffia l’esperta di diritto tributario ed europeo. Ed è questo sistema, prima di tutto “inhouse” avallato dalle dinamiche baronali del longevo governo Svp, che va rivoluzionato, sostiene Holzeisen, snocciolando vari esempi: dal caso dell’aeroporto di Bolzano - su cui è stata fatta una valutazione relativa “alla sua vendita a un gruppo ristretto di investitori privati che è in realtà una clamorosa svalutazione di beni pubblici” - a quello della SAD che innesca la domanda: come mai tutti i trasporti pubblici locali restano in mani private, con poche eccezioni, quando, a parte la competenza per il personale, “tutti gli altri asset e impianti necessari sono già finanziati con denaro pubblico?”. Ma le falle si riscontrano anche nel sistema di nomina dei giudici al Tar di Bolzano e in quello dei contributi per le lobbies, sottolinea l'avvocatessa.

 

 

Piglio deciso, da parte dell’esponente di Team Köllensperger, anche sul plurilinguismo: “C’è un apartheid nella nostra politica educativa, dobbiamo avere il coraggio di uscire da certi schemi. In Alto Adige abbiamo i mezzi per offrire la migliore educazione multilingue possibile ai bambini ma non sfruttiamo questo vantaggio”. Holzeisen si definisce una candidata pronta a rappresentare tutti e tre i gruppi linguistici in Europa e, non a caso, tocca un nervo scoperto del mondo di lingua italiana, quello dei criteri per il sostegno finanziario alle attività culturali che sono “del tutto discrezionali e arbitrarie”, di qui la stoccata: “L’impressione è che le forze politiche ‘italiane’ vogliano preservarsi, sulle proposte culturali, la possibilità di una censura alla fonte”, attacca l’avvocatessa che a lungo ha rappresentato gli interessi legali del Circolo La Comune. 

 

Un continente da svecchiare

 

L’Europa ha i suoi difetti. Il panorama non è suggestivo: insufficiente digitalizzazione, scarsa propensione alla realizzazione delle misure infrastrutturali, sovranismi e omogeneità etnica in contrasto con il cosmopolitismo tipicamente europeo, mezzi finanziari ingenti ma poca forza innovativa e quindi crescita rallentata, paesi che hanno adottato l’euro con sempre più debiti, incapacità di affrontare il fenomeno migratorio, una parità fra gli stati membri ancora solo sulla carta, l’assenza di una realtà mediatica comune, consapevolezza politica ancora carente, un sistema pensionistico non unitario per tutti gli stati membri. Questi sono gli ambiti di intervento su cui è necessario rafforzare l’azione politica, afferma Holzeisen, “c’è tanto da fare, come cittadini dobbiamo poterci identificare nella comunità europea e finora questo aspetto è mancato”.

I  populismi sono prosperati lì dove non c’era una politica seria ma anzi autoreferenziale e sorda

“È evidente - argomenta infine la candidata, per la circoscrizione Nordest, di Team K - che in Europa ci siano delle disfunzioni su cui occorre lavorare, del resto i populismi sono prosperati lì dove non c’era una politica seria ma anzi autoreferenziale e sorda, non dobbiamo tuttavia dimenticare quanto di positivo c’è nel Vecchio continente, luogo di libertà e benessere, e il dovere è quello di informare adeguatamente l’opinione pubblica su ciò che accade all’interno delle istituzioni comunitarie, l’esperienza della Brexit ci insegna dove può condurci la mancanza di cognizione, ed è un errore che non vogliamo ripetere”.