Politics | Intervista a Thomas Egger

"Togliere i privilegi ai non veri Bauern"

Thomas Egger, fondatore del partito "Wir Südtirol", sulle pagine della Tageszeitung ha sollevato la questione dei privilegi ai contadini: tasse più basse e contributi pensionistici pubblici li rendono una classe di lavoratori fuori dal normale. Egger chiede di differenziare tra veri contadini e quelli meno veri.
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georg willi
Foto: Salto.bz

Nell'articolo di oggi apparso sulla Tageszeitung Lei parla di ingiustizie in merito ai privilegi di cui godono genericamente i contadini. A quali contadini si riferisce?
Thomas Egger: Bisogna fare una netta distinzione tra due classi di contadini. Esistono quelli che io definisco i "veri contadini", i Bauern di montagna che lavorano moltissimo anche per preservare l'identità del nostro territorio. E poi esistono i coltivatori specializzati in mele e in viti che svolgono un lavoro completamente diverso, guadagnando molto di più dei loro colleghi d'alta quota. Quando parlo di privilegiati mi riferisco soprattutto a questi secondi che vivono sulle spalle dei veri contadini e godono ingiustamente di benefici che non dovrebbero avere.

Quali sono questi privilegi?
Due sono i punti cruciali: l'IRPEF notevolmente ridotta e il contributo pensionistico. Secondo una legge nazionale, i contadini che lavorano in territori montuosi sia in valle che in quota -  Berggebiete nei quali rientra tutto il territorio dell'Alto Adige -  hanno diritto ad una riduzione dell'IRPEF, l'imposta sul reddito delle persone fisiche. Questa tassa, per tutte le classi dei contribuenti, è basata sul reddito. Per i contadini che lavorano in zone montuose - e qui rientrano anche gli agricoltori altoatesini che lavorano in valle - l'IRPEF da pagare si basa sul valore catastale del terreno coltivato o adibito a pascolo. E' chiaro che così la quota pagata da tutti i contadini è molto bassa: i campi non hanno un gran valore catastale.

E per quanto riguarda le pensioni?
Qui entra in gioco una legge regionale del 1992 che delega alla Regione Trentino Alto Adige il pagamento del 50 per cento dei contributi per una certa categoria di contadini. In Alto Adige sono 5.119 i cittadini che usufruiscono di questo servizio, e per loro la Regione ha sborsato nel 2012 oltre 6 milioni di Euro.

Quali sono le Sue proposte alternative che costerebbero meno a noi cittadini?
La questione delle pensioni la trovo un privilegio di classe: tutti coloro i quali lavorano sodo come i contadini di alta quota e guadagnano poco dovrebbero poter usufruire di questo servizio. Operai, manovali, lavoratori che si impegnano molto e fanno fatica, dovrebbero essere aiutati dalla Regione. Perché i contadini sì e chi lavora in altoforno no?

E per l'IRPEF?
Quello è un privilegio che i contadini hanno acquisito grazie al loro peso politico in Provincia, e a mio giudizio dovrebbe essere eliminato del tutto. Che anche loro paghino sulla base di quanto guadagnano, e se guadagnano troppo poco, verranno adeguatamente aiutati dagli enti locali, come del resto capita agli altri contribuenti. Ci sono soglie minime e sistemi d'assistenza. Ma se uno guadagna oltre 100.000 Euro all'anno deve pagare le giuste tasse. Anche se è contadino.

Ma la provincia non ha la competenza di cambiare l’IRPEF… 
… certo, entrambe le soluzioni si scontrano con il fatto che eventuali modifiche devono essere approvate a livello regionale o addirittura nazionale. In materia fiscale, la competenza è dello Stato e non della Provincia.

Come si può risolvere questa situazione di stallo?
Io penso che con il Trentino si possa dialogare, anche perché la mia proposta non è quella di eliminare l'assistenza pensionistica, ma di allargare gli aiuti ad altre classi di lavoratori. Per quanto riguarda l'IRPEF, qui mi sento di chiamare in causa l'SVP che non ha mai fatto pressioni affinché questa legge cambiasse. Perché? Perché molti dei loro elettori erano contadini e agricoltori che avrebbero perso troppo se avessero dovuto pagare questa tassa come tutti noi. Badi bene, che anche qui non mi sto riferendo ai contadini d'alta quota.

Dati ASTAT alla mano, l'ultimo censimento dell'agricoltura indica un calo degli impiegati nel settore agricolo in Alto Adige. Togliere i privilegi non rischia di allontanare ulteriormente i giovani da un lavoro così importante anche per la tutela del nostro territorio?
C'è stato un calo, è vero. Però i dati ASTAT vanno presi con le pinze: i criteri con i quali vengono fatti i censimenti sono cambiati negli ultimi dieci anni. Ad esempio, chi lavora nei campi e alleva animali per l'autosostentamento non rientra più nella categoria e quindi non viene considerato dalle statistiche. Per quanto riguarda la disaffezione che queste proposte possono provocare, di sicuro non vanno a influire su chi si avvicina al vero lavoro del contadino. Lì gli aiuti non verrebbero toccati, e, se fosse per me, aumenterei i sostegni economici per questi lavoratori. I privilegi vanno tolti a quei contadini che non sono Bergbauern.

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Klemens Kössler Sat, 12/17/2016 - 10:58

Ein schöner Neidartikel voller Halbwissen und Vorurteile.
Wenn die Tierhaltung für den eigengebrauch nicht mehr in der Statistik aufscheint dann weil es absolut nicht relevant ist und die Statistiker leichtere Arbeit haben.
Berggebiet gibt es nicht nur in Südtirol sondern in ganz Italien und es ist alles oberhalb von 200 Metern Meereshöhe.
Die IRPEF in der Landwirtschaft wird im gesamten Staatsgebiet vom Staat bestimmt und ist in ganz Italien in der Landwirtschaft abgeschafft worden egal ob Poebene oder Aosta.
Was die Rentenbeiträge angeht so werden diese begünstigt sind aber in keiner Weise mit Rentenabgaben von Kollektivvertraglich geregelten Abgaben von Arbeitnehmern vergleichbar egal ob diese im Stahlwerk oder am Gericht arbeiten. Renten von Landwirten übersteigen die Mindestrente nie, also momentan an die 460,00 Euro, keine Summe wegen welcher das Staatliche Renteninstitut einen Kollaps erleidet.
Wer glaubt dass in der Landwirtschaft gebratene Tauben in den Mund flattern kann überall in Italien Grundstücke Pachten oder erwerben und Landwirtschaft ausüben.
Dass Pacht und Grundstückspreise in Südtirol sehr hoch sind hat in erster Linie mit der Verwurzelung des Südtirolers zu seiner Heimat zu tun. Zuschüsse zur Landwirtschaft gibt es in Provinzen außerhalb Südtirols mehr und trotzdem will dort niemand mehr diesen Beruf ausüben.
In Südtirol gibt es eine Rotgrüne Kaste welche ständig Fakes über die Bevorteilung der Landwirtschaft verbreitet.

Sat, 12/17/2016 - 10:58 Permalink