Economy | Soldi
Un altro modo di fare banca
Foto: upi
È alta oltre 8 miliardi di euro la "montagna" di sofferenze, cioè di crediti difficilmente recuperabili, cumulate da Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, i due istituti di credito salvati dallo Stato domenica 25 giugno. Saranno le procure -che stanno indagano sui vertici delle due banche venete- a verificare se i vertici dell'istituto abbiano sempre operato in modo corretto nelle decisioni di merito rispetto ai soggetti a cui affidare il credito. Per comprendere appieno le dimensioni del fenomeno dobbiamo tener conto che a livello nazionale il 47% del totale delle sofferenze (circa 89 miliardi di euro) fanno capo ad appena 13.763 soggetti, a ognuno dei quali le banche avevano affidato oltre 2,5 milioni di euro.
Riassumendo, questo significa che l'1% dei debitori "in sofferenza" è responsabile della metà del totale dei crediti difficilmente esigibili nel portafoglio delle banche.
Sono 350 i clienti, e oltre 10,2 milioni di euro il risparmio raccolto sul territorio provinciale.
Ecco perché vale la pena ricordare che esistono anche altri modi di far banca: le sofferenze nette per Banca popolare Etica, ad esempio, sono contenute all’1% degli impieghi, contro una media del settore bancario pari al 4,80% (dato a novembre 2016, fonte Associazione Bancaria Italiana). Questi risultati non sono frutto di una strategia difensiva, dell'inazione: a fine 2016, i finanziamenti accordati da Banca Etica hanno superato i 970 milioni di euro, con una crescita di 125 milioni di euro, cioè del 12% rispetto al 2015. I fondi sono erogati a sostegno di quasi 9.000 progetti nei principali ambiti di intervento (che sono legalità; cooperazione sociale; cooperazione internazionale; ambiente; cultura e società civile; nuova economia): per quanto riguarda le persone giuridiche, ad esempio, è possibile monitorare sul sito "Con i miei soldi" tutti i soggetti che hanno ottenuto ogni possibile tipo di affidamento (dal mutuo al fido, passando per l'anticipo fatture e il credito fondiario), anche quelli nel territorio della Provincia autonoma di Bolzano.
Le scelte strategiche di Banca Etica alimentano la fiducia della clientela: a fine 2016 raccolta di risparmio era pari a 1 miliardo e 227 milioni di euro, con un bel 15% rispetto al 2015. Banca Etica è presenta anche a Bolzano e provincia, con un banchiere ambulante Alessandro Alberini.
Sono 304 gli alto-atesini soci dell'istituto di credito, che ha sede a Padova. Sono 350, invece, i clienti, e oltre 10,2 milioni di euro il risparmio raccolto sul territorio provinciale.
Nei giorni scorsi, forte della storia della propria banca, Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica, ha pubblicato un intervento a seguito della decisione del governo di salvare Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Nell'editoriale -"L'inefficiente logica dell'emerganza: le banche venete e i costi per la collettività", Biggeri si chiede "se diamo il segnale che i profitti sono sempre a beneficio privato e le perdite sono a danno pubblico, quale fiducia crediamo di costruire per il futuro?". Secondo il presidente di Banca Etica, inoltre, "i problemi delle banche venete sono noti da anni" ma "si è scelto di gestirle in una logica emergenziale". "In nome dei rischi sistemici abbiamo scaricato sulla collettività costi ingenti, dato un ulteriore colpo all'idea che si possa fare finanza in modo diverso e minato la fiducia nel futuro".
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