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Osservatorio faunistico, tre "epurati"

Walcher punisce gli esperti che avevano votato contro gli abbattimenti dei lupi e inserisce tre figure del "pianeta caccia". C'è anche il vice del professore viennese che diede l'ok. Schuler rivela: "Pagai di tasca mia il parere di Hackländer".
Lupo a Sassoferrato
Foto: Wikipedia
  • Nuovo capitolo della saga “in Alto Adige tecnici che fanno parte di organismi istituzionali posso avere delle opinioni, ma se vogliono continuare a ricoprire l’incarico è meglio se seguono le indicazioni del partito di maggioranza relativa” . E’ quanto si evince scorrendo le nomine dell’Osservatorio faunistico provinciale effettuate ieri (2 luglio) dalla Giunta provinciale su indicazione dell’assessore all’agricoltura Luis Walcher. Nella delibera non c’è mezza riga di motivazione, né mezza riga di curriculum dei nuovi membri, che, come si vedrà, sono comunque tutti legati al pianeta della caccia. Nel documento si legge solo questo: “Dalla valutazione delle candidature presso questa amministrazione, si ritiene opportuno riconfermare due dei cinque membri finora in  carica nonché di nominare Florian Kunz, Gabriela Testor e Josef Wieser quali nuovi membri”. Gli epurati hanno commesso l'imprudenza di votare contro il decreto di abbattimento dei lupi disposto in autunno da Kompatscher. Poco importa se poi pure il Tar ha rifilato due “sberle” alla Provincia mettendo nero su bianco che non c’erano i presupposti giuridici per uccidere i predatori. Del resto, pur essendo di nomina politica e spesso perfino provenienti dai ranghi di Palazzo Widmann (difficile da credere, ma è così), i giudici del tribunale amministrativo non possono ancora essere epurati e, difatti, come si evince dalla sentenza depositata a febbraio, non hanno battuto ciglio di fronte all'atto di forza di Kompatscher che decise di riproporre  lo stesso identico decreto con un giudizio ancora pendente.

    E’ un po’ laborioso, ma la vicenda va raccontata nel dettaglio perché aiuta a capire “come va il mondo” tra Brennero e Salorno. Torniamo a metà settembre 2023. Siamo ad un mese dalle elezioni provinciali. L’Svp è alla canna del gas, non sa più cosa fare per recuperare voti, e in campagna elettorale, si sa, “vale tutto”. Kompatscher, per strizzare l’occhio al Bauernbund, decide di mettere a frutto la legge anti-lupo approvata qualche mese prima senza essere -incredibilmente - impugnata dal governo Meloni. Il Landeshauptmann firma dunque due decreti di abbattimento. Il parere degli organismi consultivi è negativo ma le elezioni incombono e quindi la Giunta mente riuscendo a far scrivere in due comunicati stampa che il parere non è chiaro e “che, a causa della complessità dei pareri, è necessaria un'ulteriore e dettagliata valutazione per poter adottare eventuali misure su una solida base giuridica”. L’allora assessore Arnold Schuler, disperato, si inventa una soluzione “giuridicamente impossibile”, chiedendo dunque un altro parere ad un professore universitario di Vienna che poi, non del tutto casualmente, sarà favorevole all'uccione dei lupi. 

    Avevamo bisogno di un parere di un esperto. Avevamo fretta e per non avere problemi ho deciso di pagare di tasca mia (Arnold Schuler)

    A questo punto va fatto un inciso raccontando un aneddoto che arriva invece da un altro sceneggiato: “Ai confini della realtà”. Per mesi chi scrive ha cercato in tutti i modi di trovare traccia dell’incarico conferito a Klaus Hackländer, direttore dell'Istituto di biologia della fauna selvatica e gestione della caccia della Università delle risorse naturali e delle scienze di Vienna. Ma niente nelle pagine internet dell’amministrazione trasparente e niente neppure nella risposta ad una interrogazione della consigliera Madeleine Rohrer. Ora Schuler spiega come è andata. “Sono arrivato a un punto – racconta – in cui non sapevo più cosa fare. Per potere dare seguito a quanto previsto nella legge avevamo bisogno di un parere di un esperto. Avevamo fretta e per non avere problemi ho deciso di pagare di tasca mia”. Di tasca sua? “Sì, pagai 1.000 euro. Ecco il bonifico”.  

  • La prova: Schuler qualche mese dopo avere ottenuto il parere effettua un bonifico di mille euro Foto: Screenshot SALTO
  • Anche ottenere in visione i pareri negativi dell’Ispra e dell’Osservatorio faunistico provinciale a suo tempo non fu affatto facile. In particolare quello espresso del secondo organismo destò un certo stupore perché, salvo l’esperta indicata dall’ISPRA, Barbara Franzetti, i membri erano tutti dipendenti provinciali: Dominik Trenkwalder dell’ufficio gestione fauna selvatica, Eva Ladurner, zoologa del Museo di scienze, Lothar Gerstgrasser dell’ufficio economia montana, e Renato Sascor del’ufficio foreste. Persone preparate e con background vario che hanno ampiamente motivato il no all’abbattimento (potete leggere il documento in questo articolo) dal punto di vista scientifico e giuridico. 

    Letta la notizia, nella sede del Dolomiten, che, come noto, sulla tematica detta legge, si deve essere sentito come deflagrare un tuono. E il giorno dopo i membri dell’organismo sono stati letteralmente messi alla gogna con tanto di fotine (qui l’articolo). 

  • Luis Walcher: L'ex vicesindaco di Bolzano è l'uomo del Bauernbund in giunta provinciale Foto: Seehauserfoto

    Appena ne ha avuto la chance Luis Walcher, che nella lista Svp è stato indicato dall’inflessibile lobby del Bauernbund e poi è stato letteralmente imposto a Kompatscher (per questo Arnold Schuler, già dato come assessore da tutti i giornali, ad inizio legislatura fece un passo indietro e poi fu “risarcito” con la presidenza del consiglio) non ci ha poi pensato due volte. Del vecchio organismo ha dovuto mantenere la Franzetti e ha scelto di riconfermare Trenkwalder che è pure guardiacaccia, presidente della commissione d’esame per i cacciatori e l’anno scorso votò a favore dell’abbattimento voluto dalla Giunta. E poi è andato sul sicuro in vista delle probabili richieste di abbattimento in arrivo nei prossimi mesi. Vediamo dunque chi sono i tre nuovi membri, per quanto sia possibile ricostruire i loro profili attraverso le tracce rinvenute online. Walcher, infatti, oltre ad aver deciso di non rispondere alle domande di SALTO, non ha ritenuto di motivare le scelte in delibera. Si tratta di:

    Florian Kunz è professore dell'Istituto dello Jagdwirtschaft (IWJ) di Vienna della BOKU, e, neanche a dirlo, è il vice di Klaus Hackländer, l’autore del parere commissionato da Schuler.

    Josef Wieser ha studiato biologia e zoologia all'Università di Innsbruck, è un cacciatore e “dal 2007 è un membro entusiasta della sua riserva di caccia, Jaufental”.

    Gabriela Testor è biologa e online si trova solo notizia di una borsa di studio di ricerca ottenuta dalla Fiischereiverband e che fa parte del direttivo della riserva di caccia di Rodengo. 

    Ecco, diciamo che Walcher non ha puntato molto sulla varietà di provenienza.