Rieducazione, bocciata la mozione
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La rieducazione dei detenuti rimane ferma dov’è. Nella mattinata di oggi (3 luglio) il consigliere del Partito Democratico Sandro Repetto ha presentato la mozione dal titolo Competenza educatori penitenziari, con la quale chiedeva una modifica dello Statuto per delegare alla Provincia alcune funzioni amministrative riguardanti le attività di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti nel territorio della Provincia.
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Nell’esporre la proposta Repetto ha fatto riferimento ad una serie di statistiche sulla detenzione che mostrano come l’Italia e l’Alto Adige siano fanalino di coda per quanto riguarda la rieducazione del condannato. Uno dei fattori più rilevanti citati da Repetto è il problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari, che affligge anche la nostra Provincia. “A fronte di 88 posti in capienza, nella Casa Circondariale di Bolzano sono reclusi 120 detenuti” afferma Repetto, che prosegue: “C’è stato un radicale sottodimensionamento del numero effettivo di educatori: ce ne sono 2 su un totale di 8 previsti dal DAP. In pianta organica sono previsti circa 80 agenti di Polizia penitenziaria, contro i 55 in servizio che devono svolgere anche attività amministrativa”.
Per questi motivi il consigliere Pd chiede un accordo con il Governo centrale per modificare l’articolo 4-bis dello Statuto, aumentando la delega della Provincia su una materia che al momento è statale. Nel presentare la proposta, il consigliere ha fatto presente che ogni anno ci sono nelle carceri italiane, in media, 57 suicidi, il cui numero diminuisce se viene promossa la finalità rieducativa del carcere. La proposta è stata accolta con favore dai consiglieri del Team K Alex Ploner e Franz Ploner, che ha commentato: “L’attuale recidiva del 70% potrebbe essere ridotta al 2%”. Favorevole anche il consigliere del gruppo verde Zeno Oberkofler, che ha posto il focus sul numero di suicidi non solo tra i detenuti ma anche tra chi lavora in carcere. L’altro lato delle opposizioni del Consiglio provinciale ha invece fortemente criticato la proposta di Repetto. Il consigliere della Süd-Tiroler Freiheit Sven Knoll ha parlato di “idee romantiche” di chi ha proposto la mozione. “La situazione del carcere è davvero insostenibile, questo è vero, ed è lí che si deve intervenire, non certo promuovendo con i soldi della Provincia progetti di integrazione per persone che non faranno mai parte della società”, ha concluso Knoll, annunciando l’astensione della STF alla votazione.
L’ultima parola è stata quella dell’assessora alla coesione sociale, famiglia e volontariato Rosmarie Pamer. L'assessora ha chiarito che che su quattro funzionari giuridico-pedagogici, attualmente tre dipendenti sono distaccati dal carcere di Trento e il posto di segreteria non è occupato. “Secondo la normativa vigente, il reinserimento sociale dei detenuti in provincia è assicurato da azione integrata di Provincia e Stato; c’è anche una delibera della Giunta (1923/2010) in questo senso, ed è stato istituito un gruppo di coordinamento tecnico per la formazione e il reinserimento sociale dei detenuti che si riunisce regolarmente per pianificare le attività nel carcere”.
Il problema secondo Pamer è che la mozione presentata da Repetto obbligherebbe a trasferire competenze alla Provincia, compresa la messa a disposizione del personale necessario, l'acquisto di beni necessari e la relativa manutenzione. Per questo la volontà da parte del governo provinciale di respingere la proposta, ma lasciando aperta la porta alla possibilità di eventuali accordi con gestori di servizi sociali e organizzazioni del terzo settore. “Mi preoccupa che non si capisca quanto sia fondamentale il reinserimento nella società di queste persone, anche di una sola”, ha replicato Repetto criticando le affermazioni di chi ritiene queste persone “delinquenti nati” da un lato, e dall’altro si richiama alla religione cristiana, dimenticando il messaggio “gli ultimi saranno i primi”. Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 10 sì, 18 no e 7 astensioni.