Society | Dopo le polemiche

“Per noi sarà piazza Stonewall”

Completata la scalinata arcobaleno al Pippo. Centaurus: “Un momento storico, in Alto Adige è difficile essere visibili”. La targa per le vittime di omo-transfobia.
scalinata arcobaleno Pippo, Bolzano, Centaurus
Foto: centaurus

Faceva tanta paura una scalinata dipinta con i colori dell’arcobaleno? Adesso che è lì, nell’anfiteatro del centro sociale Pippo di Bolzano, ha già ottenuto una valanga di elogi. Sui social c’è chi la definisce “un capolavoro”, chi “un bel segno per la nostra città”. L’idea promossa da Centaurus Arcigay Alto Adige Südtirol e sostenuta a livello politico dai Verdi è stata messa in pratica da una trentina di volontari nel fine settimana di sabato e domenica 1-2 agosto. Il loro lavoro, si può dire, è riuscito, ma la valenza estetica è superata dal messaggio veicolato: “Un segnale rivolto alla città e a tutto l’Alto Adige” sulla creazione di “uno spazio inclusivo, dove ogni orientamento sessuale, identità di genere ed espressione di genere sarà la benvenuta”, spiega Centaurus. Ora il prossimo passo, afferma il presidente Andreas Unterkircher, potrebbe essere la collocazione di una targa per dedicare a tutte le vittime di omo e transfobia la gradinata “che per noi idealmente è piazza Stonewall”, dal locale frequentato dalla comunità gay in cui nel 1969 a New York fece irruzione la polizia.

 

Assieme per l’inclusività

 

I sei colori dell’arcobaleno, simbolo del movimento LGBTQIA+ e dei diritti che rappresenta, campeggiano sulla scalinata. Anche se in ritardo rispetto al 28 giugno - la data pensata inizialmente, l’anniversario dei moti di Stonewall divenuto la giornata mondiale dell’orgoglio gay - l’iniziativa è stata portata a termine.

 

 

Risposta grafica ai dubbi Svp

 

Una risposta grafica alle perplessità politiche avanzate da una parte dell’Svp cittadina. Luis Walcher e Stephan Konder si erano astenuti alla proposta portata in giunta dall’assessora Marialaura Lorenzini (Verdi). Spiegando i propri dubbi, Walcher aveva addotto il fatto che la zona “è frequentata da famiglie e bambini” e questi, ha aggiunto, si chiederebbero “il perché di quei colori”. Altro punto, la mancanza di un progetto informativo dietro l’iniziativa e l’impossibilità di “concedere ad ogni associazione privata di colorare un pezzo di città”. Posizioni a cui aveva replicato Urban Nothdurfter, candidato dei Verdi alle prossime comunali.

 

 

Il confronto a livello politico appare superato dal gesto dei volontari, venuti da Bolzano, Merano, Laives e Trento. “È stata una giornata bellissima, siamo molto orgogliosi per qualcosa che rappresenta una prima volta in Alto Adige”, tira le fila Unterkircher. “Una trentina di persone hanno dedicato il loro tempo, dandosi da fare sabato con pulitura e stucchi e domenica con i colori”. Il risultato, prosegue, è “un segnale importante per la città, all’insegna della solidarietà e dell’inclusività”. 

È stata una giornata bellissima, siamo molto orgogliosi per qualcosa che rappresenta una prima volta in Alto Adige. Qui è ancora difficile essere visibili (Andreas Unterkircher)

 

 

Per la comunità LGBTQIA+ dell’intero Sudtirolo il gesto figura come “un momento storico”. “Perché - ammette il presidente di Centaurus - siamo una provincia in cui è ancora difficile essere visibili”. Tra l’altro, l’iniziativa altoatesina si inserisce in concomitanza con il dibattito nazionale sulla legge contro l’omofobia, attesa lunedì 3 agosto alla Camera.

 

 

L’associazione non si ferma. Una risposta alle perplessità manifestate dall’Svp riguarda proprio l’anfiteatro “arcobaleno” del Pippo, che per l’associazione diventa simbolicamente “piazza Stonewall” (e la speranza è che un giorno possa diventarlo ufficialmente). “Potremmo collocare una targa per ricordare le vittime di omo e transfobia, un modo per contestualizzare la scalinata visto che è stata espressa la critica di una mancata spiegazione per l’iniziativa”, aggiunge Unterkircher. 

 

 

Una via per Mariasilvia Spolato

 

Centaurus, che ha una cinquantina di iscritti e a settembre terrà la prossima assemblea (era stata posticipata a causa del Covid), pensa anche di allargare le attività di natura simbolica al resto del territorio. “Pensiamo ad azioni simili, ma non uguali, nelle altre città, ad esempio Merano e Bressanone. Magari una strada dedicata a Mariasilvia Spolato (la prima donna che in Italia fece coming out, scomparsa due anni fa in una casa di riposo di Bolzano, ndr)”, conclude il presidente.