Politics | Il futuro dell'autonomia

Kompatscher e gli italiani

È possibile per gli italiani partecipare in modo più attivo all’autonomia? Un dialogo tra Arno Kompatscher e Alberto Stenico ha cercato d’individuare la soluzione al “disagio” del gruppo linguistico finora condannato a recitare sempre la parte del comprimario.

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Foto: Privat

Nel contesto della campagna elettorale impostata da Scelta Civica sui temi dell’autonomia partecipata e del nuovo ruolo che in essa dovrebbero giocare gli italiani, Arno Kompatscher è stato invitato a colloquiare con Alberto Stenico al Circolo della Stampa di via dei Vanga. Un colloquio che avrebbe potuto intitolarsi “prove tecniche di coalizione”, se non fosse che questo desiderio implicito (manifesto soprattutto per quanto riguarda l’esponente di Scelta Civica) dovrà passare dalla non facile prova del voto.

Stenico ha posto a Kompatscher tre questioni centrali, che poi altro non sono se non sfumature di una medesima domanda vista da prospettive diverse. Dopo anni di titubanza, e in alcuni casi di ostilità, gli italiani dell’Alto Adige sembrano ormai convinti che l’autonomia sia la strada da percorrere. Non è allora forse venuto il momento, per loro, di reclamare maggiore responsabilità e protagonismo al di là delle piccole quote di potere previste all’interno del consociativismo etnico prescritto dallo statuto? Finora i rapporti della Svp con il gruppo linguistico italiano sono sempre stati impostati guardando più a Roma che a Bolzano. Non sarebbe meglio invertire tale direzione e puntare maggiormente sul contributo che gli altoatesini potrebbero dare allo sviluppo dell’autonomia? Nella prossima legislatura ci muoveremo in un contesto di “bilancio calante”. Non è consigliabile mettere da parte le vecchie competizioni per accaparrarsi le risorse e puntare invece su una maggiore solidarietà?

Le risposte di Kompatscher, articolate in un ottimo e a tratti brillante italiano, hanno sostanzialmente valorizzato l’apertura richiesta dalle domande, senza però dare mai la sensazione di favorire una vera e propria svolta rispetto al passato. Alla fine, l’immagine che ha prevalso è sempre quella di una Svp ancora decisa a coltivare la propria vocazione assolutistica. Il sofisticato mélange di tradizione e innovazione, ormai consolidato tratto distintivo del “prossimo Landeshauptmann”, ha potuto dunque esercitarsi mediante un colladauto repertorio di ponderati avanzamenti e prudenti ritirate. “Auspicherei un patriottismo dell’autonomia”, ha detto a un certo punto Kompatscher citando Habermas. Ma quest’autonomia deve in ogni caso restare “etnica”, non può diventare “territoriale”. “Occorre avere fiducia reciproca”, intanto però la priorità rimane quella di ottenere il completo controllo delle imposte, in modo da evitare i possibili “scippi romani” al bilancio della provincia. “Bisogna aprirsi all’Europa”, finendo pur sempre per candidare una svedese e non un’italiana o una “mistilingue” (“ne ho cercate, credetemi, ma non ho trovato nessuno disposto a farlo”).

Stranamente, visto il tema della serata, a nessuno è venuto in mente di citare la frammentazione dei partiti italiani. Per poter costruire un rapporto diverso, più equilibrato e realmente cooperativo tra la Svp e gli italiani, occorrerebbe infatti che la frammentazione politica del gruppo linguistico localmente minoritario non fosse così estrema, com’è invece diventata sempre di più negli ultimi anni. Per non parlare della generica disaffezione che fa lievitare il numero degli astensionisti. La scommessa di Scelta Civica è quella di riuscire ad accreditarsi quale forza autenticamente autonomistica, post-ideologica, e dunque di contenimento rispetto a tale frammentazione. Peccato che molti dei suoi eterogenei esponenti siano già reduci da esperienze fallimentari in tal senso, tanto da far pensare a un partito di “risulta”, più che di “raccolta”. Soltanto le prossime votazioni potranno comunque dirci se si tratta di una scommessa vincente.

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Alessandro Huber Tue, 09/03/2013 - 10:47

Se il coinvolgere maggiormente gli Italiani dell'Alto Adige è distribuire in maniera paternalistica - a mo' di elemosina - qualche carica, forse questo è l'obiettivo di qualche "movimento", ma non di tutti i partiti.. che saranno anche frammentati, ma esprimono visioni dell'Alto Adige vielfaeltig.. ist die Autonomie ein Rahmen des Unterschiedes, dann muss man das Leistungsprinzip (meritocrazia) einfuehren, non il manuale Cencelli delle cariche.. apertura da campagna elettorale, esca ben piazzata.

Tue, 09/03/2013 - 10:47 Permalink