Se potessi avere 1500 euro al mese...
Politiche attive e passive del lavoro, politiche industriali e del lavoro, sfide e impegni futuri in un mercato del lavoro euroregionale sempre più interconnesso. Un seminario promosso da Lares che è cominciato con il saluto di Valentina Piffer, segretaria generale del Gect Euregio, che si è rallegrata per il grande impegno sul tema di Lares, della Arbeiterkammer tirolese e di Afi-Ipl, istituto promozione lavoratori della Provincia di Bolzano.
Antonella Chiusole, dirigente generale dell’Agenzia del Lavoro della Provincia di Trento, ha spiegato come nel secondo trimestre 2017 ilmercato del lavoro stia registrando indici di miglioramento, soprattutto sul versante dell’occupazione femminile (il tasso di disoccupazione femminile in Trentino sia minore rispetto al tasso di disoccupazione maschile).
«In Alto Adige i dati dei tassi di occupazione sono migliori, grazie soprattutto all’occupazione femminile e giovanile. Per raggiungere gli obiettivi di migliorare il mercato del lavoro sia sotto il profilo della quantità, maggiori occupati, che della qualità, dobbiamo integrare maggiormente le nostre politiche: le politiche industriali con quelle del lavoro, le politiche attive con quelle passive, le politiche sociali con quelle del lavoro»
Chiusole ha spiegato il sistema di ammortizzatori provinciali ( reddito di attivazione per i disoccupati in Trentino ed il fondo di solidarietà territoriale intersettoriale) che è efficace soprattutto grazie alla applicazione del principio di condizionalità: i disoccupati firmano un patto di servizio personalizzato con la profilazione della persona secondo indice di difficoltà di occupabilità da 1 a 4. e l’individuazione delle migliori interventi da utilizzare per trovare lavoro
Tra le novità dal primo gennaio 2018 a livello nazionale verrà introdotto il reddito di inclusione per sostenere le famiglie più povere. Passata la fase acuta della crisi quattro sono le sfide in Trentino sul medio termine. Una sfida culturale, «per passare dalla persona che ha un “lutto”, il disoccupato, ad una persona in ricerca di occupazione che vede la condizionalità del supporto dell’ente pubblico non come un dovere ma come un’opportunità». Secondo aspetto il rivedere le collaborazioni fra pubblico e privato con percorsi formativi comuni. Terzo punto è la sfida digitale, per poter proporre al meglio i servizi. Quarto sarà il ripensamento delle politiche passive provinciali in seguito all’introduzione del Reddito di inclusione.
Armin Egger dell’Arbeiterkammer tirolese si è soffermato sui working poor, persone che rimangono povere (meno del 60% del reddito medio) pur lavorando. In Tirolo sono 17mila 800, il 5% degli occupati. Si concentrano soprattutto nel turismo e nei servizi di supporto. «Nel turismo quasi il 40% delle donne sono working poor, nel commercio il 30%». Attraverso le prestazioni sociali, che in Austria sono soprattutto nazionali, viene abbassato il numero dei working poor, che senza l’intervento del pubblico sarebbero il 19% della forza lavoro invece che il 5%.
«Serve maggiore gestione delle crisi e un aiuto individuale, cercando anche di aumentare il reddito minimo». La sfida nei prossimi mesi in Tirolo è quella di arrivare attraverso i 450 accordi collettivi di categoria a garantire un minimo per tutti i lavoratori a tempo pieno di 1500 euro lordi mensili.
Prima del confronto moderato da Riccardo Salomone, presidente dell’Agenzia del Lavoro trentina, parola a Michael Mayr, direttore del Dipartimento Salute, Sport, Politiche sociali e Lavoro della provincia di Bolzano. «Dal 2015 l’occupazione sta crescendo molto in Alto Adige. Le difficoltà sono soprattutto stagionali, infatti oltre metà della disoccupazione dipende da dinamiche stagionali». In Provincia di Bolzano ad agosto si è registrato un +3,4% dell’occupazione su base semestrale e anche l’occupazione nel settore edilizio sta tornando a livelli pre-crisi. La Borsa lavoro sudtirolese offre attualmente 1880 posti di lavoro e nel piano pluriennale 2013-2020 del lavoro in Provincia di Bolzano si sta raggiungendo un ottimo risultato per quanto riguarda i tirocini estivi dei ragazzi fra i 15 ed i 19 anni. «Nell’estate 2017 sono stati proposti 6200 tirocini, pari ad un terzo dei giovani nella fascia d’età fra i 15 ed i 19 anni. Spesso poi l’azienda nella quale si fa il tirocinio è anche l’azienda di primo impiego per i ragazzi».
Intanto Euregio ed Eusalp si occupano del difficile passaggio fra formazione e lavoro con un Forum a San Michele all'Adige, programmato per il 9 e 10 ottobre. Iscrizioni entro il 6 ottobre.
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