Politics | Modello Riace

#iostoconriace, un presidio per Lucano

Bolzano, ieri. Circa 50 persone si sono riunite per manifestare contro l'arresto del sindaco di Riace Domenico Lucano. "Mimmo Lucano è un compagno, noi stiamo con Riace".
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Foto: Foto: Salto.bz

Ieri mattina l'Italia si è svegliata con una notizia che ha creato il più importante scompiglio politico delle ultime settimane. Domenico Lucano, Mimmo Capatosta, è stato messo agli arresti domicilari per vari capi d'accusa, tra cui favoreggiamento all'immigrazione clandestina e ingiusto arricchimento. Lucano è l'artefice di quello che si chiama il Modello Riace, ovvero quello che è stato riconosciuto come il modello di accoglienza più efficiente del paese e uno dei più riconosciuti a livello europeo per la qualità della vita che conducono i migranti arrivati in Italia. Osteggiato da molti - soprattutto da avversari politici - Lucano ha portato avanti la sua battaglia che ha avuto un'interruzione repentina proprio ieri.

"Mimmo Lucano è prima di tutto un compagno. Un antifascista e un antirazzista. Il suo progetto è chiaramente mosso da queste idee". (Matteo De Checchi).

Militanti, collettivi a associazioni hanno organizzato delle manifestazioni in tutta Italia, tra cui quella che si è tenuta a Bolzano in Piazza Verdi ieri sera. Hanno presenziato più o meno 50 persone, tra le quali indipendenti, rappresentanti dell'ANPI - tra cui il responsabile provinciale Guido Margheri - e dell'associazionismo in generale, politici della sinistra bolzanina: da Sinistra Italiana a Potere al Popolo.

Microfono libero e megafono per parlare al discreto assembramento di persone in piazza. "Bolzano sta con Riace" - si sente dire - "e sta anche con Domenico Lucano. La notizia dell'arresto ci ha notificato che siamo ormai in uno stato di polizia. Questa è stata chiaramente un'azione politica che ci ha comunicato un chiaro messaggio: noi vi vogliamo zittire. Vogliono zittire le voci che rappresentano un esempio di accoglienza riconosciuto in tutto il mondo".

 

L'invettiva dei presenti non si è fermata solamente al merito della discussione sull'arresto Lucano ma il dibattito aperto si è ampliato, arrivando fino al "Decreto Salvini" e alla "legge Bossi-Fini", i quali sono gli strumenti giuridici più contestati da chi sostiene un'immigrazione regolare garantita per chi si muove da altri paesi. "Hanno inoltre indebolito il sistema SPRAR, che con tutti i difetti che presenta, rimane ugualmente il modello migliore che abbiamo, o almeno quello che funziona meglio. Ora il ministro Salvini vorrebbe ritornare a gestire l'accoglienza attraverso i Grandi Centri, che però non permettono all'integrazione di fare il proprio corso".

 

"Mimmo Lucano è prima di tutto un compagno. Un antifascista e un antirazzista. Il suo progetto è chiaramente mosso da queste idee e così lo dobbiamo chiamare, un compagno. Dobbiamo riappropriarci del nostro lessico. Lucano ha rivitalizzato un paese che stava scomparendo, un paese che però ha triplicato la propria popolazione nel giro di dieci anni - dall'inizio dell'amministrazione Lucano ad oggi - grazie ai migranti, attraverso il lavoro e la loro auto-organizzazione". Così dice Matteo De Cecchi del Collettivo Mamadou, che ha organizzato pochi giorni fa una cena di beneficienza proprio a favore del comune di Riace. "Dobbiamo tornare a lottare, ognuno con i suoi mezzi", dice infine un ragazzo che prende il microfono al centro della piazza, "E dobbiamo smetterla di criticarci a vicenda".