Frauenmarsch
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Non basta...

La risposta al Presidente della Giunta Provinciale a un anno dalla presentazione delle 5 richieste di Frauen*marsch – Donne* in marcia.
  • Frauen*marsch – Donne* in marcia, appena due giorni fa, ha portato nelle piazze e nelle vie della Landeshauptstadt le cinque richieste alla politica provinciale e le relative risposte del Presidente della Giunta Provinciale all’interrogazione assieme ad olre 1500 persone. Per la prima volta (è stata la quarta edizione di Frauen*marsch – Donne* in marcia) ha partecipato anche Arno Kompatscher, curiosamente l’unico mandatario SVP presente. Un'occasione per comunicargli direttamente ciò che si potrebbe riassumere in poche parole: non basta.

    1. Realizzazione o messa a disposizione di una struttura adatta a ospitare la Casa delle Donne di Bolzanocome da indicazione della Convenzione d'Istanbul.
      La risposta consiste in un piano di finanziamento, l’ultimo di una lunga serie nei 24 anni (!) della Casa Delle Donne a Bolzano. Di fatto, la struttura non è mai stata realizzata e la Casa Delle Donne attuale è inadeguata e insufficiente per accogliere donne e loro figli e figlie che fuggono da situazioni di violenza.
    2. Realizzazione di consultori famigliari indipendenti e laici su tutto il territorio provincialecome da indicazioni nazionali, 1 ogni 20 mila abitanti su tutto il territorio provinciale.
      Nella risposta si descrive il lavoro attuale per la riforma della riorganizzazione dei Consultori Familiari. È un percorso che procede molto lentamente e senza una tabella di marcia definita. In più, ad oggi, non esiste un impegno di spesa in tal senso. Inoltre, si fa riferimento agli ambulatori specialisti, servizio molto diverso e distante da quello multidisciplinare integrato offerto dai consultori familiari. 
    3. Accesso gratuito a metodi contraccettivi, come opportunità per promuovere la salute riproduttiva e l’autodeterminazione delle donne.
      Su questo punto la risposta del Presidente della Giunta Provinciale rimanda al via libera dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), quando invece alla nostra Provincia non serve il benestare dell’AIFA per muoversi in questa direzione. Lo hanno già mostrato Emilia-Romagna, Puglia, Piemonte, Lazio e Lombardia.
    4. Educazione sessuale obbligatoria a partire dalle scuole medie con personale specializzato, per un'informazione sessuale indipendente e priva di ideologie nelle scuole dell’obbligo.
      Il Presidente della Giunta Provinciale ha confermato ciò che già sappiamo: esistono nelle nostre scuole alcuni progetti di educazione all’affettività e alla sessualità. Pochi e poche fortunatə hanno quindi accesso a questi strumenti che sono alla base dell’autodeterminazione. La richiesta però è un’altra: che TUTTə abbiano accesso a strumenti per gestire la propria affettività e sessualità.
    5. AEQUITAS – il piano d’azione per la parità di genere Alto Adige - Un piano ambizioso
      Nella risposta all’interrogazione ci si limita a sottolineare l’impegno del CPO della Provincia. Chi si è letto le 148 pagine del piano, sa che le misure elaborate da 200 persone vanno ben oltre e riguardano tutti gli ambiti. Per essere realizzato sono indispensabili cospicue risorse vincolanti, che non sono finora state elargite.

    Ora, queste richieste sono urgenti, misurabili e realizzabili in una legislatura. Sono state presentate appena prima delle elezioni nel 2023 e poi mandate mensilmente al Consiglio Provinciale. Lo stato dell’arte la dice lunga sulle priorità politiche attuali. Questa almeno è la mia chiave di lettura, chissà se c’è qualcuno che me ne possa dare una diversa.