Urzì: "La Svp non si apre e il Pd sta al gioco"
Come la pasta di uno strudel che si ripiega su se stessa per ricoprire il ripieno ormai già quasi del tutto digerito, anche il consigliere di Alto Adige nel Cuore, Alessandro Urzì, non rinuncia a esprimere la sua opinione sull'alleanza Svp-Pd: "La Svp non si apre e il Pd sta al gioco come se niente fosse, tradendo il mandato ricevuto dagli elettori, a nemmeno un mese e mezzo dalle elezioni". Il tradimento – secondo Urzì – consisterebbe nell'abdicazione ai propositi di innovazione su alcuni temi strategici, in particolare quelli della scuola e della didattica plurilingue, dai democratici sbandierati in campagna elettorale alla stregua di bastioni da tenere a ogni costo. Seguono considerazioni di carattere più generale: "La riedizione dell'alleanza Svp/Pd è una sorta di garanzia che la Stella alpina stipula sul suo futuro: i suoi voti saranno determinanti al Senato per reggere il governo del PD Letta, il Pd sarà nella condizione di dovere cedere sulla lunga lista delle richieste avanzate in sede romana in cambio della cortesia ricambiata dalla Svp di concedere un assessorato a Tommasini, la futura presidenza del Consiglio a Bizzo, il folto numero di posti di sottogoverno per l'affamato organigramma del PD locale". In conclusione – chiude Urzì - "sfuma il sogno di un cambio di marcia, per proiettare l'Alto Adige fuori dagli schemi già visti che hanno soffocato l'ambizione ad un rinnovamento radicale del modo di concepire la politica".