Il ritorno del Cristallo
A due anni dalla morte di Claudio Nolet, per vent’anni almeno ‘anima’ della rivista, il testimone del Cristallo è stato preso da un gruppo di intellettuali intenzionati a rifondare il progetto però nel pieno rispetto di un percorso prestigioso dipanatosi per più di 50 anni.
Il nuovo direttore è Carlo Bertorelle, a lui abbiamo avuto occasione di rivolgere alcune domande per tentare di fornire ai nostri lettori l’’identikit di una rinascita’.
Bertorelle, come si presenta il ‘nuovo’ Cristallo?
Il nostro primo numero è un volume doppio perché riguarda il biennio 2013/2014. Contiene più di 50 contributi che riempiono 180 pagine. Dal prossimo anno la frequenza della rivista sarà bimestrale ed ogni numero sarà di circa 90/100 pagine. Il prezzo è di 11 euro a volume, l’abbonamento annuale lo vendiamo a 20 euro, 50 euro per i sostenitori. E ad ogni volume intendiamo abbinare un omaggio, un pamphlet.
A questo primo numero cosa avete allegato?
Un instant book inedito scritto da Marino Biondi, professore di letteratura all’Università di Firenze. Si intitola “Spietatamente giovane, un sindaco al potere” ed è una raccolta di citazioni e definizioni, sia colte che satiriche, dedicata all’attuale premier.
Se dovessimo raccontare ai nostri lettori più giovani cos’è stato in passato Il Cristallo, cosa potremmo dire?
Il Cristallo è una rivista culturale che viene davvero da lontano, essendo al suo 58esimo anno di vita. Venne fondata negli anni ’50 a Bolzano da un gruppo di studiosi, intellettuali e professori di scuola che appartenevano a diverse aree culturali e ideologiche. Una rivista profondamente pluralista che nacque con il doppio scopo di far conoscere la produzione artistica e culturale altoatesina e creare comunque un ponte culturale con il resto del paese e le altre altre nazioni europee. I fondatori erano persone di sicura fede democratica e crearono Il Cristallo per farne un luogo di dibattito e di proposta da offrire al resto della società locale in un dialogo con le istituzioni.
Alcuni dei fondatori ebbero poi anche esperienze in politica, come Lidia Menapace, Giuseppe Farias e Claudio Nolet. Altri invece come Giulio De Biasi, Silvano Demarchi, Piero Siena e Luigi Serravalli si distinsero per il loro alto profilo culturale, dando lustro alla comunità italiana dell’Alto Adige. Insomma: a livello locale quella del Cristallo fu per molti anni l’unica esperienza editoriale libera sopra le parti e ad alto livello.
Chi guidò il Cristallo nei suoi primi 55 anni di vita?
Il primo direttore fu Giuseppe Negri ed il testimone venne rilevato nei primi anni ’90 da Claudio Nolet. Il Cristallo si è sempre autodefinito ‘rassegna di varia umanità’ ed è uscito con frequenza quadrimestrale, conquistando il suo spazio oltre che nelle case degli abbonati anche nelle scuole, biblioteche, dipartimenti universitari di fuori provincia. Fino ad aggiungere negli ultimi anni anche l’edizione online.
Quali sono stati i temi sui quali Il Cristallo ha speso le sue maggiori energie?
È sempre stata una rivista generalista, anche se si è occupata preferibilmente di storia, letteratura e arte. Ma un importante spazio vi hanno avuto anche linguistica, politica, aspetti internazionali, mondo della comunicazione. Fondamentali furono per 40 anni le ‘cronache altoatesine redatte da Nolet’ e dedicate alla vita politica locale messa in relazione con il più ampio contesto nazionale e internazionale.
Poi Nolet nel 2012 è morto ed allora cosa è accaduto?
Possiamo dire che con la sua scomparsa si è per così dire esaurita la generazione dei fondatori, ed è stato allora che il presidente del Centro di Cultura dell’Alto Adige che teneva le fila del progetto ha pensato di fare un appello ad amici e collaboratori della rivista per vedere se c’erano le condizioni per scommettere su una prosecuzione del percorso.
Come vi siete riorganizzati?
Abbiamo impostato un nuovo comitato di redazione, coinvolgendo anche trentenni e quarantenni e adottando per la rivista una formula un po’ più agile e snellita nella parte saggistica e accademica. Insomma: abbiamo rinnovato la veste grafica ed abbiamo anche trovato un editore, Alphabeta.
Che cambiamenti ci sono stati per quanto riguarda i contenuti?
Il desiderio di tutti è stato di continuare a rappresentanza tutta la vita culturale altoatesina. Quindi Il Cristallo non è diventato di parte o di tendenza, ma piuttosto ha rinnovato la sua intenzione di essere una ‘risorsa in cammino’, uno strumento per proporre verifiche e suggerimenti, raccogliendo il contributo di tante persone che lavorano nel campo della ricerca culturale.
In ogni numero del nuovo corso trova spazio una parte monografica, un dossier, che in questo primo caso è dedicato alla città di Bolzano ed ai suoi problemi. Le altre sezioni tematiche riguardano politica, economia e società. Poi una buona metà della rivista è dedicata all’attualità e cioè alla vita culturale della nostra terra, attraverso una suddivisione in sezioni (arti visive, cinema, spettacolo, teatro, musica, danza, recensioni di eventi culturali).
Qual è il focus del vostro lavoro?
Vogliamo riflettere, commentare, essere voce critica che spinge al ragionamento e al confronto sulla vita culturale. Nella nostra ‘critica amichevole’ non diamo nulla per scontato e non parteggiamo per nessuno.
Quali le novità più interessanti?
Senz’altro la leggibilità e poi forse la sezione dedicata a comunicazione e new media dove cerchiamo anche di decostruire alcuni stereotipi. Poi vi sono una nuova sezione dedicata al mondo dell’interiorità con approfondimenti di psicologia e pedagogia ed anche un’apertura all’universo scientifico, attraverso una riflessione su progressi della scienza e le problematiche che essa pone.
C’è spazio per la politica?
Senz’altro. Ad esempio per la tematica della riforma dell’autonomia, affrontata senza ossessioni paranoiche ma anche senza snobismo. Ci interessa molto il tema della convivenza e del confronto fra mondi culturali, attraverso l’analisi delle proposte politiche che si trovano sul tappeto. Non siamo apolitici ma siamo molto indipendenti. Teniamo molto alla funzione di critica e ci rendiamo conto che corriamo il rischio di diventare falsi chiacchieroni. Ma ci teniamo a mordere e contestare, richiamando ad una certa coerenza nella politica
Nel nuovo Cristallo c’è spazio anche per contenuti in lingua tedesca?
Certo, in questo primo numero abbiamo contributi di Günther Pallaver e Siegfried Baur.
Dove avete trovato le risorse economiche per ripartire?
E’ stata una vicenda un po’ tormentata. A parola abbiamo avuto molti plausi e consensi, ma poi gli aiuti economici sono stati inferiori alle aspettative. Ci saremmo aspettati una maggiore attenzione, in quanto Il Cristallo è di fatto la rivista cartacea più significativa per la comunità italiana. Devo dire che il mondo di lingua tedesca ha molta più attenzione per i suoi ‘gioiellini’. In definitiva: le risorse al momento sono carenti per cui contiamo molto sui lettori.
Quante copie avete stampato per ripartire?
800. E l’edizione online sarà disponibile gratis dopo circa 1 mese dall’uscita del cartaceo.