Si è svolta stamattina, in piazza Silvius Magnago, la manifestazione di protesta del sindacato degli infermieri "Nursing Up". Uno stuolo di sagome senza volto ha occupato la piazza rivolte verso Palazzo Widmann, per denunciare le difficoltà di un mestiere osannato dalla narrazione pandemica, ma costantemente dimenticato dalle istituzioni, che continuano a rimandare la necessaria riforma dell’inquadramento contrattuale delle professioni sanitarie. Con gli anni infatti la professionalità degli infermieri è cresciuta, fino ad includere lauree magistrali e dottorati, per rendere l’infermiere una vera e propria figura chiave dell’assistenza medica, ma a questa continua richiesta di nuove competenze non sono seguite gli adeguati riconoscimenti e le legittime modifiche contrattuali e, ad oggi, gli infermieri sono ancora inquadrati come generici dipendenti pubblici. L’inefficacia di questo sistema si è accentuata durante la pandemia, che ha messo in luce tutte le carenze di una sanità ormai al collasso, con un numero di addetti ai lavori completamente insufficiente per coprire il fabbisogno necessario della rete sanitaria provinciale.

Una fuga verso l’estero che si lega al minor numero di iscritti nei corsi universitari e all’abbandono della professione da parte di infermieri stremati dall’elevato turnover e dal burn out

“Da tempo chiediamo un riconoscimento adeguato del nostro ruolo e un tavolo di contrattazione che permetta di rivedere il nostro inquadramento, alla luce dell’evoluzione della nostra professione e delle specifiche caratteristiche del nostro sistema” ha affermato il referente provinciale Massimo Ribetto. Anche l’Alto Adige, come il resto del paese, soffre di carenza di personale e gli infermieri che lavorano nelle varie strutture sono costretti ad operare su turni lunghi, senza il conseguente riconoscimento salariale, mentre in altri paesi europei c’è un atteggiamento ben diverso verso questi professionisti. “Basta attraversare il confine - continua Ribetto - per avere stipendi nettamente più alti e molti, dopo essersi formati qui in Alto Adige, decidono di andare a lavorare in Austria, dove possono essere valorizzati. Una fuga verso l’estero che si lega al minor numero di iscritti nei corsi universitari e all’abbandono della professione da parte di infermieri stremati dall’elevato turnover e dal burn out”. 

Bisogna infatti ricordare che prendersi cura degli infermieri significa prendersi cura dei pazienti. L'accesso alle cure e la giusta assistenza medica sono dei diritti fondamentali

Questi diversi fattori, che già oggi rendono più difficile un’assistenza adeguata, continueranno a pesare e a compromettere le cure, ma senza un intervento risolutivo l’intero sistema subirà un continuo deterioramento, a discapito di tutti coloro che si rivolgono alla sanità pubblica. “Bisogna infatti ricordare - conclude Ribetto- che prendersi cura degli infermieri significa prendersi cura dei pazienti. L’accesso alle cure e la giusta assistenza medica sono dei diritti fondamentali, ma i tagli alla spesa pubblica non sembrano andare verso la loro tutela. Anche la freddezza della politica nei confronti delle nostre istanze ci preoccupa: abbiamo organizzato una manifestazione ispirandoci ai Fridays for future, cercando di ribadire a cadenza settimanale le nostre posizioni, speriamo quindi di scuotere il dibattito e di essere finalmente ascoltati”.