Politics | Parla il segretario della Svp

Achammer: “Ormai è tardi per cambiare”

Il colpo della rinuncia alla candidatura da parte di Richard Theiner non è stato assorbito, ma prevale ancora l’idea di rispettare gli impegni presi. Il 21 di aprile si voterà.

La situazione ricorda un po’ quella che non si vorrebbe mai vivere durante la partenza di un aereo. Ci si è già messi a sedere, le cinture sono allacciate, i telefonini sono spenti, sugli schermi scorrono le indicazioni rituali su cosa fare in caso di pericolo, ma è solo un rito, per l’appunto, quindi nessuno pensa al peggio. I motori infine si scaldano, ruggiscono, l’apparecchio comincia a muoversi, a cercare la pista di decollo, quand’ecco che improvvisamente accade qualcosa, un imprevisto, forse un guasto. E l’aereo non parte. Tutti lì a chiedersi perché.

Il tempo stringe, l'ottimismo se ne va

Alle primarie della Svp mancano ormai soltanto diciassette giorni. Nel partito, prima di martedì, si respirava un’aria ottimistica. Le elezioni politiche avevano restaurato l’immagine appannatasi negli ultimi mesi, nonostante gli scandali legati alla gestione della politica energetica, le polemiche sui fondi riservati, il discredito generale nei confronti della politica.  All’ultimo tuffo si era trovato anche un terzo candidato, Elmar Pichler Rolle, da affiancare al duo che nelle ultime settimane aveva egemonizzato l’attenzione, costituito dall’Obmann Richard Theiner e dal rampante Arno Kompatscher. Poi il disastro.

“Sicuramente adesso abbiamo bisogno di fare chiarezza”. Il segretario Philipp Achammer non vuole perdere la calma. “Sono sicuro che riusciremo ad appianare le differenze. Per noi è fondamentale trovare un candidato di punta e un accordo sul programma da presentare alle prossime elezioni provinciali. E questo sarà possibile soltanto se riusciremo a recuperare un orientamento comune”. La ricerca di un orientamento comune, procedere all’elaborazione di una strategia distillata attraverso il metodo democratico delle primarie, è però ciò che si è dimostrato impossibile non appena i candidati hanno cominciato ad aspirare a quel tipo di visibilità necessaria per profilarsi. “Le primarie – prosegue Achammer – costituiscono una prova cruciale. Un partito deve essere in grado di reggere a un impatto del genere, ammesso ovviamente che esse siano condotte con correttezza. Nonostante quanto appena accaduto, continuo a ritenere che estendere agli iscritti il potere decisionale sia il metodo migliore per arrivare a scelte più condivise, per questo non parlerei ancora di fallimento”.

Rispettare quello che ci siamo prefissi di fare

Se non si può parlare di fallimento, è chiaro però che la battuta d’arresto ha causato un disorientamento profondo. Qualcuno ha addirittura ventilato l’ipotesi di congelare la data prevista, avanzando l’idea di uno spostamento e persino di un allargamento del numero dei candidati. Allo stato attuale la vittoria di Kompatscher sarebbe scontata, non si tratterebbe però di una vera vittoria, visto il contesto in cui si eventuerebbe. Anche in questo caso Achammer cerca però di dimostrarsi sereno: “Ormai abbiamo definito regole e procedure e le dobbiamo rispettare. Non avrebbe senso rimescolare le carte perché ciò produrrebbe ulteriore insicurezza. Quindi le primarie si svolgeranno, come previsto, il 21 aprile”.