Denunciò una rapina, ma era inventata per “amore” di madre e fidanzata
Non ce l'ha fatta a reggere il peso delle bugie che si portava dietro da quasi un mese. Così, sotto le domande incessanti dei carabinieri, è crollato e ha raccontato tutta la sua verità. Un'incredibile verità che gli è costata una denuncia da parte della Procura per procurato allarme e simulazione di reato.
E' il marzo scorso quando Daniel Anesini, 19 anni, trentino, è alla guida del suo furgone che trasporta surgelati. Si sta recando a Nova Ponente. Poi all'improvviso una chiamata alla polizia per chiedere aiuto. Un'aggressione, racconta. Anzi. E' cosi provato da quello che ha subito che il sostituto procuratore Luisa Mosna, che coordina l'inchiesta, dovrà aspettare a lungo, prima di interrogarlo e scoprire la verità. Perchè ciò che aveva raccontato, in realtà, non corrispondeva a nessuna verità. Voleva che la madre e la fidanzata andassero d'accordo. Voleva dare loro un motivo di preoccupazione comune che le riavvicinasse, in nome dell'amore per lui. Così ha inventato tutto. Le forze dell’Ordine che lo avevano soccorso, ferito e dolorante, non avevano creduto alla sua versione iniziale. A lui cheaveva raccontato di essere stato affiancato e rapinato da due malviventi: la refurtiva di un «pestaggio» così atipico, tuttavia, era stata costituita solo dall'autoradio, lasciando indietro contanti e portafoglio.
Nei giorni scorsi, l’incredibile verità di fronte ai carabinieri di Bolzano: Daniel Anesini è crollato di fronte alle domande insistenti dei militari che non credevano più a quella sua prima versione che faceva acqua da tutte le parti. Non ci fu nessuna aggressione quel giorno di marzo: fu lui stesso, da solo, a colpirsi il volto, così violentemente da finire in ospedale. E il motivo lascia alquanto stupiti: i dissapori tra sua madre e la fidanzata, la volontà di fornire alla due donne un motivo di preoccupazione comune che le avrebbe riavvicinate. Così è scattato l'ingegnoso piano. Ma Daniel non aveva calcolato i problemi seri che questo comportamento superficiale gli avrebbe causato con la giustizia: il sostituto procuratore Luisa Mosna, infatti, ha aperto a suo carico un fascicolo con l’accusa di procurato allarme e simulazione di reato.