Politics | Landtagswahlen 2023

“Land im Standby”

Dopo la capolista Foppa, è Elide Mussner la seconda candidata presentata dai Verdi per le elezioni provinciali. Per l'assessora di Badia occorre “uscire dalla monocultura turistica”.
Brigitte Foppa, Elide Mussner
Foto: Grüne-Verdi-Verc

Altro giro, altra corsa. I Verdi, dopo l’annunciata designazione a capolista di Brigitte Foppa, presentano la seconda candidata che andrà a comporre la “testa di lista” di sei persone per le elezioni provinciali di ottobre. Ed è proprio la consigliera provinciale e capogruppo verde a presentare il secondo, atteso nome:  “Sentiamo una grande aspettativa e attesa verso di noi”, spiega, “per portare in Consiglio provinciale una squadra ancora più forte, ecologista ed ecosociale, che sia per il clima senza se e senza ma”. Il 22 aprile l’assemblea del partito darà a battesimo i primi sei candidati in cima alla lista; ancora massimo riserbo sui nomi di lingua italiana, “ma le candidature saranno legate maggiormente ai temi”, precisa Foppa. Al suo fianco siede la ladina Elide Mussner, esperta di turismo e assessora comunale di Badia. “Ha fatto un ottimo risultato alle elezioni politiche, è gardenese ma politicamente radicata in val Badia. Ha convinto la sua giunta, il suo consiglio comunale, a dire no ai Mondiali”, così la descrive Foppa.

 

“Grün statt scheingrün

 

“Se guardiamo al futuro, dobbiamo guadare anche al passato” esordisce Elide Mussner. Tracciando un bilancio dell’ultima legislatura, descrive un “Land im Standby” in cui è “cambiato ben poco, perché le cosiddette strategie per la sostenibilità sono belle parole con pochi fatti. Basti pensare al Klimaplan”. “Solo per le Olimpiadi verranno spesi 204 milioni di euro, di cui 190 milioni per le strade, soprattutto in Val Pusteria”, sottolinea, “mentre il nuovo Landschaftsleitbild consente l’ampliamento degli edifici nel verde: la cementificazione esce dalla porta e rientra dalla finestra”. “In Val Gardena sono 40 anni che lottiamo per il Plan da Cunfin, per la tutela del Sassolungo e per fermare l’espansione degli impianti di risalita e dello sci sull’Alpe di Siusi” eppure “molti si ostinano a non capire quale sia la situazione in questa provincia, a restare in standby”, attacca la consigliera comunale di Badia. I Verdi, da questo punto di vista, il concetto di sostenibilità “lo conoscono da sempre, non l’abbiamo scoperto negli ultimi 5 anni”. Di qui l’appello: “grün wählen” e non “scheingrün”.

Quanta qualità c’è nelle piste innevate artificialmente? Quanta nelle espansioni edilizie?

Non basta cambiare involucro a questo modello di sviluppo che fa acqua da tutte le parti, occorre andare alle radici delle cose: servono decisioni radicali e coraggiose”. Attualmente, invece, l’amministrazione provinciale “per un motivo o per l’altro cede alla pressione delle lobby, anteponendo l’interesse particolare al bene comune, andando avanti come abbiamo sempre fatto ma con parole più sostenibili”. Il turismo è per Mussner “l’esempio lampante di come le parole possano suonare sostenibili”, ma non i fatti: “Il Bettenstopp è stato annacquato per il grido di allarme delle lobby. Assisteremo a un Bettenboom, non ci sarà alcuna diminuzione dei posti letto, ma un aumento. Noi vogliamo un turismo diverso, non fermarlo”.

“I Mondiali sono un evento di massa del quale la Val Gardena non ha bisogno”

Per la candidata verde il settore turistico è “in una crisi d’identità profonda: qual è il modello alternativo alla monocoltura sciistica? La scienza non è un’opinione, tra 10 anni la Marmolada sarà sciolta, ed è bugiardo chi sostiene che grazie allo sviluppo tecnologico si potrà sciare per i prossimi 50 anni. Se consideriamo la natura il nostro bene turistico più prezioso, allora proteggiamolo”. Gli eventi di massa, come Mondiali e Olimpiadi, vengono invece visti come “manna dal cielo”: “A Badia abbiamo detto ‘no’ ai Mondiali di sci nonostante le pressioni della Giunta provinciale, per dire no alla massa e sì alla qualità, a un turismo vicino alle persone, all’ambiente, all’equilibrio turistico che è sociale, ecologico e alla fine anche economico”. Per questo, prosegue Mussner, “occorre uscire dalla stagionalità e dall’idea delle Hochburgen, delle roccaforti turistiche - usando questo linguaggio quasi bellico - che portano a costi della vita (e costi sociali) altissimi”.

 

Passi, chiusura a fasce orarie

 

La candidata propone perciò di investire in progetti “dove crediamo di più in noi stessi, anziché affidarci a eventi salvifici”. Uscire dalla monocultura turistica significa, secondo Mussner, “dare più valore alla comunità, consultare la popolazione locale - e superare la monocultura anche nella netta divisione tra culture”. Riguardo ai passi dolomitici, “pensiamo alla chiusura a fasce orarie, non al contingentamento né tantomeno al pedaggio: una misura escludente che non porta al silenzio”, conclude Elide Mussner.