Economy | Rassegna stampa

Il j’accuse di Frisanco

L’azienda energetica sempre più in sofferenza a causa di una contraddizione quasi insanabile tra esigenze imprenditoriali e controllo della politica

Altro tema presente in modo trasversale nei quotidiani locali è il siluramento del direttore generale (ormai ex) Thomas Frisanco dal suo ruolo all’interno della società energetica Sel (noi di salto.bz ce ne siamo occupati ieri con una nostra intervista). “Mi trattavano come uno scolaretto” (Alto Adige), “Die wollten nur eine Marionette” (Dolomiten). Stamani è annunciata una conferenza stampa indetta da presidente e vicepresidente del cda Sel (Wolfram Sparber e Giovanni Polonioli), i quali esporranno l’interpretazione “ufficiale” dell’azienda in relazione al licenziamento del successore di Maximilian Rainer. Intanto, l’accusa lanciata da Frisanco è chiara e pesante: all’interno di Sel mancherebbe semplicemente un’autentica cultura imprenditoriale e tutto risulterebbe invece sacrificato sull’altare della politica (“Politik als Selbstzweck in Reinkultur”, per usare le parole di Frisanco riportate dal Dolomiten). Una situazione che ovviamente ha rimesso in movimento le aspre critiche delle opposizioni politiche alla Svp, le quali chiedono che venga spiegato in Consiglio provinciale “l’ennesimo fallimento” (Dello Sbarba, Heiss) e sia “azzerato” l’intero cda dell’azienda (Leitner).