Maurizio Serra e lo Svevo francese per Grasset

Ambasciatore permanente presso l'Unesco di Parigi per l'Italia, Maurizio Serra, precoce talento del 1955, a soli 25 anni pubblica "Una cultura dell'autorità. La Francia di Vichy per Laterza. È solo l'inizio di una straordinaria avventura professionale e culturale che lo porterà a scrivere alcuni tra i saggi più importanti della cultura europea novecentesca e a affermarsi definitivamente con il premio Goncourt del 2011 per la saggistica, grazie al suo Malaparte. Ma al lettore attento non possono sfuggire altre gemme tra le sue fatiche, in attesa dell'imminente lavoro sopra Italo Svevo per Grasset, in uscita in Francia, a breve anche in Italia.
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Le cose della vita avvengono per caso. Studiando Friedrich Gundolf incappai in una noterella di un breve saggio del professore di Estetica romano Moretti che citava un testo di Maurizio Serra del 1994, Al di là della decadenza, all'interno del quale si trovava uno studio che chiudeva il libro, intitolato Friedrich Gundolf e lo spirito tedesco. Avrei saputo solo in seguito che quella parte costituiva una sorta di premessa di una potenziale pubblicazione, la traduzione del grande saggio di Gundolf sopra Shakespeare e lo spirito tedesco che conoscevo, e che Serra aveva discusso con Ezio Raimondi al Mulino. Fu la breccia per un nuovo sentiero da percorrere. Serra che aveva studiato Scienze politiche, non solo era divenuto ambasciatore a 25 anni, ma era stato incoraggiato a scrivere anche da Renzo de Felice, che ne aveva colto da subito il talento, sin da una prima tesina liceale sul "Gilles" di Drieu La Rochelle. Non solo. "Al di là della decadenza", che comprendeva due capitoli dedicati a Marinetti e uno a Junger, costituiva la terza parte di una trilogia sulla cultura europea pubblicata dal Mulino di Bologna che annoverava un primo studio sulla figura del Poeta-Condottiero nell'Europa degli anni Trenta ("L'esteta armato"), e un secondo libro "La ferita della modernità" sopra intellettuali, totalitarismo e immagine del nemico. Il lettore si fidi. Nulla di meglio è stato scritto in Italia sugli argomenti trattati da Serra. Eppure un libro che riteniamo irrinunciabile per capire i problemi del nostro tempo che sono poi anche quelli di un tempo non proprio ravvicinato, li possiamo cogliere nei "Fratelli separati. Drieu-Aragon-Malraux Il fascista.Il comunista. L'avventuriero.", un testo che presenta un formidabile intreccio intermittente e binario fra tre personalità emblematiche del tempo tormentato che ancora ci interroga nel presente. Vi sarebbero molte altre segnalazioni che lasciamo alla curiosità di coloro che si vogliono avventurare in un sapere croccante e saporito, documentato in maniera certosina e aperto a sentieri inesplorati, ma qui preme sottolineare che per Serra contano soprattutto gli individui, i rapporti, le crisi, che avvolgono le esistenze nel desiderio di porre questioni inedite e punti di vista con squarci del tutto inattesi, grazie a una padronanza a tratti poderosa delle bibliografie internazionali e a un acume non comune. Non tragga in inganno, a esempio, il sontuoso ritratto del Malaparte, nella sua versione extra large, siamo sicuri di ritrovare la stessa coerenza d'indagine ficcante e spiazzante nella dimensione più umana di uno Svevo in grado di mettere in risalto una più concentrata distinzione, in un quadro focalizzato a una sintesi fulminante. Lo sapremo presto, esattamente il 30 maggio a Parigi presso l'Istituto Italiano di Cultura presieduto dalla ottima Marina Valensise, quando Maurizio Serra presenterà insieme, tra gli altri, a Mario Fusco, autore di un saggio eccellente sul triestino per Gallimard e Sellerio, e con Claudio Magris, il suo Svevo per il pubblico francese.