Society | Sanità

Un’ex ministra alla SAIM

Andrea Kdolsky, ex responsabile del dicastero della Sanità austriaca, sarà la nuova presidente della SAIM. Succederà a Wegher. Schael: “Persona di grande esperienza”.
Schael e Kdoslky
Foto: Salto.bz

“Sappiamo che la parola SAIM vi fa sempre accorrere numerosi”, accoglie i giornalisti con una battuta il direttore generale dell’Asl altoatesina Thomas Schael dopo l’assemblea dei soci della SAIM di oggi, 4 maggio. L’occasione è propizia per annunciare la fresca nomina di Andrea Kdolsky in qualità di nuova presidente - dopo le dimissioni (e il pasticcio delle nomine) di Enrico Wegher e del Consiglio di amministrazione - della società partecipata al 51% dell’Asl locale e al 49% da privati che si sta occupando dell'informatizzazione della sanità altoatesina. Priorità: la realizzazione della Cartella Clinica Integrata a livello aziendale, che conterrà la storia clinica, appunto, di ogni cittadino. “Quello di Kdolsky è un profilo ottimale sotto vari punti di vista data la vastità delle sue competenze che vanno dal management, alla gestione delle organizzazioni sanitarie, all’implementazione di sistemi informatici sanitari, oltre alle necessarie competenze sociali e di comunicazione”, ha detto Schael.

 

“Dovrò imparare meglio l’italiano” promette Kdolsky, viennese, classe 1962, che è medico specialista in Anestesiologia, Terapia intensiva e Terapia del dolore ed è stata ministro della Sanità in Austria fra il 2007 e il 2008. Ha maturato esperienze in ruoli manageriali e anche come docente e consulente. Kdolsky sarà quindi a capo del CdA SAIM che si comporrà di 3 membri e che dal 2017 al 2022 investirà 16 milioni per l’implementazione della Cartella Clinica Digitale Integrata a livello provinciale. L’Asl sarà rappresentata da Christian Schatzer, direttore dell’Unità di staff per l’Innovazione e il Project-management, mentre i partner privati da Alberto Steindler, amministratore delegato di Insiel Mercato.

“La best practice europea è qui da noi, sono lieto che Andrea Kdolsky abbia accettato questa sfida, abbiamo bisogno di persone motivate”. 40 sono le persone che stanno lavorando al progetto del sistema clinico integrato che, afferma Schael, sarà pronto fra 2 anni a livello ospedaliero (Medicina e Chirurgia generale faranno da apripista), fra 3 anni anche a livello territoriale. “Quando siamo arrivati abbiamo trovato un deserto in ambito informatico, ci vorrà tempo per far crescere del verde nonché un grande dispendio di energie, ma ci riusciremo”, così Schael.