Chronicle | Appalti Mose

In manette il sindaco di Venezia

Giorgio Orsoni, sindaco della città lagunare, è stato arrestato nell’ambito delle indagini inerenti gli appalti per il Mose, il sistema di dighe mobili ideato per difendere Venezia dall’acqua alta. Guai in vista anche per l’ex governatore Giancarlo Galan.

Le ipotesi di reato snocciolano un rosario al quale siamo tristemente abituati: corruzione, concussione, riciclaggio. Tristi apparizioni ogni qual volta si parla di appalti, stavolta a finire in manette è un personaggio più che eccellente: Giorgio Orsoni (Pd), sindaco di Venezia eletto nel 2010 con una coalizione di centro sinistra. Peraltro, nell’ambito della medesima inchiesta, relativa alla costruzione del Mose, che ha portato all’arresto di Orsoni, non manca la "solidarietà" delle altre forze politiche. Tra le persone arrestate – in totale 35 – figura infatti anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso (Forza Italia).

In realtà, sul partito di Silvio Berlusconi potrebbe abbattersi una ben più pesante sciagura. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la Procura avrebbe infatti anche chiesto l’arresto dell’ex governatore e ministro Giancarlo Galan, attualmente parlamentare e per il quale è dunque necessario il via libera dell’apposita commissione. Galan è un uomo simbolo dei berlusconiani veneti e i suoi problemi giudiziari incideranno pesantemente sulle vicende di un partito prostrato dagli ultimi insuccessi elettorali, nonché in evidente crisi di leadership.

Tornando alla vicenda giudiziaria, l’indagine della Finanza sulla cosiddetta «tangentopoli del Veneto» era stata avviata già da tre anni e aveva portato agli arresti di Piergiorgio Baita, ai vertici della Mantovani, ovvero la società di costruzioni padovana al centro delle inchieste, e di Giovanni Mazzacurati, l’ingegnere «padre» del Mose.