Economy | Festival

Anche in Europa tornerà il manifatturiero

Paul Krugman ha chiuso la kermesse di Trento con interessanti spunti su trasporti pubblici, disuguaglianze, austerity e migrazioni.

Decima edizione del Festival dell'Economia conclusa con tradizionale successo di pubblico, negozi in centro a Trento non sempre aperti, la volontà di cambiare la grafica per l'undicesima edizione, quella 2016. Fiducia confermata a Tito Boeri, presidente Inps e direttore scientifico del Festival. Sempre più apprezzate anche le iniziative complementari come “Allora crealo”, lo spazio dedicato all'innovazione in piazza Fiera dove c'è stata anche la diretta dal festival di www.sanbaradio.it. E certamente si è ritagliato un bello spazio anche OltrEconomia Festival, con incontri interessanti che hanno arricchito l'”offerta economica” del finesettimana trentino.
Il festival dello scoiattolo si è concluso al Teatro sociale con un dialogo fra Tito Boeri, l'economista tedesco Daniel Gros e l'economista di Princeton Paul Krugman. Krugman, in teleconferenza, ha esordito parlando delle disuguaglianze a New York. Ed ha spinto le singole città «a prendere delle misure che possono ridurre le disuguaglianze». “Il capitale del XXI secolo” di Thomas Piketty non è stato discusso tra i “compagni” dell'OltrEconomia Festival, ma tra nel contesto liberal-borghese del Festival. Segno che quando l'economia mostra segni di debolezza, chi da tempo parla di scelte alternative e controcorrenti mette qualche “seme” anche nel main stream.
Krugman è più cauto di Piketty, che ha parlato dell'istituzione di una tassazione a livello globale. E sottolinea come il fatto di vivere in una grande città non significa avere più possibilità di “mobilità sociale”. «Nelle grandi città si può vivere senza auto, vi sono prezzi più alti delle case, ma più varietà di merci ed in certi casi a costi minori».
Interessante il fatto che come strumenti di “equalizzazione sociale” non vi siano solo le tasse e la redistribuzione dei redditi, ma «una città con buoni trasporti pubblici diventa un'incubatore di mobilità sociale». Basti pensare ad esempio alla differenza dei trasporti pubblici a Roma e a Berlino.

Krugman torna quindi sul tema dell'austerity, definendo le politiche europee «catastrofiche. Non abbiamo evidenze – aggiunge – che l'impoverimento nell'Unione Europea sia dovuto alla deindustrializzazione». La globalizzazione secondo Krugman è stata «too far and too fast». Oggi si torna a vedere il costo della distanza, della delocalizzazione, perché «non si risponde facilmente ad un mercato rapidissimo». Secondo Krugman anche in Europa, così come sta avvenendo negli Stati Uniti, vi sarà un processo di ricollocazione industriale, un “reshoring”, un ritorno del manifatturiero.
Altro filo conduttore del festival è stato il salario minimo. Krugman ha notato come ci sia un «movimento significativo in quella direzione». Il saggista statunitense bacchetta poi di nuovo l'Europa. «Considerare il problema della crisi sul piano fiscale è stato un errore, il problema è della bilancia dei pagamenti». L'Europa ha perso un po' di appeal, non è più così Exportweltmeister con un euro così forte.
Infine al concetto di mobilità sociale va collegata anche la migrazione. Vista in modo positivo dal punto di vista cosmopolitano di Krugman e sul lungo periodo nella storia europea anche da Gros.  
Tra i saluti di fine festival anche il presidente Ugo Rossi ha annunciato il voler dare il suo contributo alla mobilità sociale trentina con gli investimenti sulla banda larga.

L'annuncio di Rossi fa impennare anche il mio speedtest, ad un incredibile 5,97 megabit al secondo in download. Sarà che è mattino di un giorno assolato, ma se alle parole seguiranno i fatti, gli effetti sulla mobilità sociale trentina potranno essere come quelli del durnwalderiano “una strada per ogni maso”.