Society | Misure

“È un’offesa alle mamme”

Il sindacato UILTuCS contesta l’assessora Deeg e dichiara: “Non è vero che le donne preferiscono la disoccupazione”. Intanto arrivano novità sul congedo familiare.
Disoccupazione
Foto: upi

La critica

Quella dell’assessora Waltraud Deeg è un’“analisi scorretta”. Ad affermarlo è il segretario generale della UILTuCS (Unione Italia Lavoratori Turismo Commercio Servizi), Walter Largher in merito alle dichiarazioni della Landesrätin sulle dimissioni volontarie delle giovani madri, specie quelle operanti nel settore commercio, turismo e servizi. Una donna su 4, in Alto Adige, chiede le dimissioni entro il primo anno di vita del figlio, stando ai dati relativi al 2016 diffusi dall’assessora in risposta ad una interrogazione della consigliera provinciale dei Verdi Brigitte Foppa. A otto anni dalle dimissioni il 40% delle madri non è tornato al lavoro. “Lo Stato - aveva sottolineato Deeg - incentiva la disoccupazione femminile”, garantendo 24 mesi di disoccupazione in caso di licenziamento entro l’anno dal parto. Una scelta spesso obbligata, secondo il sindacalista, “dal momento che la cura della famiglia è ancora riposta quasi esclusivamente sulle spalle delle donne” che, soprattutto nell'ambito di alcuni settori, “non riescono a conciliare il lavoro con la nascita di un figlio”.

L’assessora, riferisce Largher, “per semplificare pone la responsabilità di questa problematica nella scelta della lavoratrice madre di preferire la disoccupazione, ad un rapporto di lavoro, assolutamente fuorviante e per lo più offensivo nei confronti delle donne”, la cui volontà “secondo la nostra esperienza” non è quella di usufruire della disoccupazione. L’attenzione dovrebbe piuttosto essere rivolta alla “liberalizzazione selvaggia degli orari di apertura nel commercio, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno”, riferisce il sindacalista della UILTuCS evidenziando che il problema si aggrava nel momento del rientro nel mondo del lavoro. “I datori di lavoro nel nostro settore difficilmente concedono contratti a tempo indeterminato o full time ai dipendenti, impossibile poi ottenere part time che posano conciliare la cura dei figli fino ai 10/12 anni da parte di giovani madri, ma anche da parte dei padri che rientrano dopo la pausa bebè. Un danno anche per le stesse aziende che perdono professionalità e anni di formazione investiti sulle lavoratrici. Per non parlare poi dell’incidenza dei buchi contributivi sulla pensione delle donne costrette a fare questa scelta”, spiega Angelika Carfora, funzionaria sindacale UILTuCS. 

Le nuove misure

Nel frattempo la stessa assessora Deeg e l’assessora regionale Violetta Plotegher hanno presentato oggi, 4 agosto, alcune iniziative per la copertura previdenziale volontaria dei periodi di assistenza ai figli. Deeg ha osservato che con l’attuale sistema pensionistico impostato sui contributi la pensione viene calcolata solo su quelli effettivamente versati e ha ricordato che attualmente le donne beneficerebbero di una pensione che è la metà rispetto a quella degli uomini. Il tetto dei contributi per la copertura previdenziale volontaria dei periodi di assistenza ai figli (adottati o in affido) - che spettano ai dipendenti del privato in aspettativa non retribuita e senza copertura previdenziale, a casalinghe, studenti, liberi professionisti e lavoratori autonomi, lavoratori a part time - è stato alzato da 7mila a 9mila euro all’anno. La Regione mette quindi a disposizione per complessivi 24 mesi un importo massimo di 18mila euro.

 

Nei casi di lavoro part time il contributo massimo è di 4.500 euro fino al quinto anno di età del bambino, mentre per il sostegno alla previdenza complementare sono previsti 2mila euro. Tutti gli altri aventi diritto beneficiano di un contributo massimo di 4mila euro sia nel caso di sostegno della previdenza obbligatoria che nel caso della previdenza complementare. Inoltre da ottobre, per i lavoratori autonomi e liberi professionisti, il contributo massimo sale da 3.600 a 4mila euro e non occorrerà trovare un sostituto per poter ottenere il contributo regionale e il figlio potrà fruire dell'assistenza all'infanzia in microstruttura nel periodo coperto dal contributo. Infine, entro l’anno, la Provincia istituirà quattro nuovi servizi online per espletare più rapidamente le pratiche della copertura previdenziale nei periodi di assistenza ai figli.