Touristen am Berg
Foto: Südtirolfoto/Othmar Seehauser
Politics | Finferli e nuvole

Potremmo chiamarla TTSS

Per decenni ci hanno, con successo, raccontato la favola del benessere turistico ecumenico. A vantaggio di tutti. Da qualche anno però non ci crede più nessuno. Che fare?

A: il turismo porta soldi e occupazione.

B: il turismo porta fastidi, code in autostrada, code in strada, al supermercato, nel parcheggio, sulle ciclabili, dentro i caffè e dentro i ristoranti e soprattutto: alza i prezzi. Di case, alimentari, carburanti. Eccetera.

In Alto Adige la popolazione si divide tra chi profitta di A e di chi soffre per B. Il confine ovviamente non è così netto, perché l'albergatore che guida un'auto soffrirà anche lui per B e l'impiegato postale con magari genitori Zimmer frei profitterà anche lui un po' di A.

Per decenni gli imbonitori della Svp, affiancati dai partiti filogovernativi italiani, ci hanno, con successo, raccontato la favola del benessere turistico ecumenico. A vantaggio di tutti. Distribuito tra tedeschi e italiani.
Da qualche anno però non ci crede più nessuno. Dati, statistiche, articoli hanno gettato tutt'altra luce sul fenomeno.
Dice Stefan Perini:

“...I prezzi a Bolzano sono del 20 per cento sopra la media nazionale. E direi che ormai siamo vicini al 25%. Quindi, non solo qui costa tutto di più ma i prezzi corrono anche di più e la forbice continua ad allargarsi... Paesi come Lussemburgo e Svizzera hanno prezzi elevati ma hanno stipendi molto più alti. Il problema è che in Alto Adige abbiamo prezzi svizzeri e stipendi poco superiori alla media italiana. Se in Italia un lavoratore guadagna 100 in Alto Adige guadagna 107. Ma qui il costo della vita è nettamente superiore. Poi ovviamente ad incidere sono anche i costi proibitivi del mercato immobiliare. Spesso le famiglie spendono più del 30 per cento del loro reddito per il mutuo o per l’affitto. ...Alcune arrivano anche a più della metà dello stipendio. Un ulteriore fattore è sicuramente quello del turismo, sotto vari aspetti, compresi gli effetti che ha sul mercato immobiliare, ma anche sui beni di consumo...Ma quello che spaventa noi osservatori non è tanto l’elevato livello dei prezzi e nemmeno il loro incremento, ma il fatto che le retribuzioni non si allineino di pari passo....”

Che fare?
Introdurre quella che potremmo chiamare una Tassa Turistica di Solidarietà Sociale.
Da chiedere a chi profitta di A per dare a chi soffre per B. A quelli che stanno peggio, ovviamente.
Parametri non facili da calcolare. Ma non impossibili. E poi: la tassa di soggiorno. Anche in questo caso un 25% degli importi riscossi (di più? Di meno?) da destinare a quei lavoratori dipendenti che non ce la fanno più.

E' un'ipotesi realistica? Assolutamente no.
Al momento.
Con una Svp, questa Svp, che dà a chi già ha e che torna a dare a chi ha già avuto (la putredine degli aumenti ai consiglieri regionali satura ancora i nostri nasi).

Ma riparliamone tra quattro o cinque anni. Quando la macchina turistica sarà tornata a pieno regime e quando la forbice tra poveri e ricchi si sarà allargata ulteriormente

C'è un imprenditore alberghiero che ha perso tutte le sue battaglie. Michil Costa. Alto Adige del 9 luglio:

“Ho perso la battaglia sui passi dolomitici, hanno vinto le moto e l’arroganza. Ho perso l’idea di un paese illuminato decentemente e hanno vinto le grandi scritte pubblicitarie e i neon che accecano chi passeggia, ho perso quando immaginavo, vent’anni fa, un paese di montagna non attraversato dai camion ad alta velocità. Ho perso perché i migranti qui non li vogliamo, pur avendo migliaia di letti, e ho perso perché la legge urbanistica ci permetterà di costruire come prima e più di prima».

Ha perso, Costa?
No!!!
Ha perso solo alcune battaglie, non la guerra.
Tra vent'anni avrà avuto ragione lui.
Scommettiamo?

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Massimo Mollica Wed, 08/04/2021 - 08:24

Le considerazioni in questo articolo sono condivisibili. Ma le trovo un po' semplicistiche. E' vero che la vita in Alto Adige Südtirol è altissima e sono il primo che denunciare i costi assurdi delle case a Bolzano Bozen. Ma non credo che sia collegabile al turismo (per lo mneo non solo). Semmai all' avidità dell'essere umano e al fatto che investire in immobili purtroppo conviene.
Detto tutto questo e premesso anche che io sono un dipendente e non ho alcuna attività legata al turismo. (quindi di fatto subisco tutti e completamente i disagi del tirismo) vi chedo: come paghiamo i servizi sociali a cominciare dalle scuole, l'assistenza sanitaria, i servizi sociali? I contadini e altre categorie? Come paghiamo i trasporti, le strade, la difesa a eventi naturali? Bastano le mele e il vino? (che tra l'altro quest'ultimo favorisce l'alcolismo e incidenti) . Basta tutto questo o, oltre all'industria (che di per sè inquina) ci vuole anche il turismo? E se sì qual'è il confine? Come stabiliamo il limite? Chi più paga più ha diritto? O certe cose le vetiamo a prescindere (tipo scendere con le biciclette per le montagne, vietandole però a tutti, non solo ai turisti)E potrei andare oltre. Si potrebbe parlare per ore...

Wed, 08/04/2021 - 08:24 Permalink
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Alessandro Stenico Wed, 08/04/2021 - 09:54

Gli occupati nel solo settore del turismo in provincia di Bolzano sono circa il 18-19% (dati wifo), sicuramente il fattore economico incide anche su tutte le altre categorie. Ma è giusto ricordare questo dato.

Il tema dei costi della vita nella nostra provincia è complesso, poche aree edificabili, la nostra posizione strategica, territorio ben connesso con strade e ferrovie, la lobby dei contadini che indirettamente influenza troppo il mercato immobiliare, ecc. direi tema complesso.....
Ma con ciò non voglio demonizzare questo settore, entrambi i miei figli hanno lavorato durante le vacanze estive in malghe, alberghi, auto ristori. Ancora oggi il loro impegno lavorativo è collegato al settore turistico.
Con il traffico nei periodi di punta e cioè nei fine settimana e negli hotspot turistici, ci si può convivere, basta evitarli, il peggio è nelle giornate di maltempo quando la fronda dei turisti si riversa nei centri urbani.
Quel che incide maggiormente sul costo e qualità della vita è quello dell'abitare, un tema delicato, simile a quello di altre realtà. Per l'affitto di una piccola stanza in un appartamento condiviso a Monaco (700€) pago per mia figlia lo stesso prezzo di un miniappartamento a Varna.
Gli stipendi in provincia in molti settori sono senz'altro più alti rispetto al resto del paese, ma ci sono sempre ancora molte sacche dove si viene ampiamente sottopagati.

Mi permetto infine di citare un articolo sul tema molto interessante:

„Cosa ci ha insegnato questo periodo di confinamento: più grande è la quota rappresentata dal turismo nel PIL di un paese, più lo rende fragile, esposto alla recessione ogni qual volta un evento infausto ne offusca la reputazione o restringe la mobilità.
Negli ultimi anni si è globalmente diffusa una nuova consapevolezza dei rischi della monocultura turistica. La pandemia ha mostrato la fondatezza delle critiche.
…...Non ha senso invocare chiusure e vessazioni per i turisti: quello di cui abbiamo bisogno è semplicemente rimuovere l'industria turistica dal centro della scena per tornare a costruire un'economia più solida, lungimirante ed equa.” *
*Il turismo è fragile e la lezione della pandemia non va archiviata Sarah Gainforth e Lucia Tozzi sul “Domani”

Wed, 08/04/2021 - 09:54 Permalink
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Florian Hinteregger Wed, 08/04/2021 - 18:44

Der Tourismus ist für Südtirol zweifelsohne wichtig. Die Wohlstandsentwicklung in den letzten 50 Jahren hängt maßgeblich damit zusammen. Es zeigen sich aber mittlerweile deutlich die Schattenseiten, welche in den meisten stark touristischen Gebieten vorhanden sind. Vor allem der Wohnraum wird für viele Einheimische unerschwinglich. Knappes Angebot und starke Nachfrage, auch nach Ferienwohnsitzen treiben die Preissteigerungen an. Hier wird es in Zukunft eine noch stärkere Regulierung brauchen, wenn man der Jugend eine Perspektive geben will!

Wed, 08/04/2021 - 18:44 Permalink