Environment | Montagna

Christomannos si è fermato a Olang

Sono venuto tra le Dolomiti a cercare quella pace che ormai, nelle nostre isole greche, deturpate dal turismo di massa, non c’è più

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Il mio bisnonno Theodor Christomannos mi aveva lasciato un appezzamento a Santorini ma sono dovuto fuggire. L’assalto delle orde di turisti che vogliono farsi un selfie davanti alle case bianche di Oia mi aveva decisamente rotto i trantagmas. Non posso più vedere quegli inglesi con  le guance rubizze che attaccano a bere mojito alle 9 del mattino e poi passano il resto della giornata a sudare e scorreggiare come muli che portano i malaka che non vogliono farsi a piedi i 500 scalini di Thira. Nemmeno gli italiani con le loro ciabatte mezze firmate e i borselli di Gucci che dicono Naik invece di Nike. Basta tedeschi che ordinano un bianco secco e annuiscono felici anche se gli servi lo spumante fatto con zucchero e polverine. E poi quelle ragazzine davanti alla chiesetta di Agia Spiridonia che fanno finta di mostrare accidentalmente una tetta per ottenere qualche chilo di like in più mi è diventato insopportabile. Cosa direbbe Santa Spiridonia che si fece strappare i capezzoli con tenaglie incandescenti per non compiacere le voglie dei legionari romani. Bestemmierebbe pure lei, Theos ton metropoliton !

In tutti questi anni, mentre vedevo la mia amata Grecia svendersi al turismo come una baldrakia al miglior offerente, ho spesso pensato al mio bisnonno che nei suoi diari descriveva il silenzio delle Dolomiti. Il piacere delle salite in solitaria tra le rocce scaldate dal sole in estate, il vento gelido che d’inverno spazza tutto, anche i cattivi pensieri.

Così ho venduto quella casetta in stile cicladico con grande giardino che il bisnonno aveva fatto costruire sull’isola dei suoi avi. L’ho venduta ad un fondo cinese che ci farà un hotel con sauna finlandese e un sushi bar giapponese. Gli americani andranno pazzi per questo posto, Sunset stop lo chiameranno. Piscina, massaggi e ristorante con cucina internazionale fatta, come in tutto il mondo, da profughi pakistani. E poi noleggio auto, moto e quad direttamente in casa. I muratori albanesi hanno già iniziato a portare le impalcature e domani, quando io sarò partito, inizieranno a lavorare. Ormai la casa è vuota, rimangono solo un vecchio tavolo e una luce che domani finiranno nel container dei rifiuti. Nello stesso perché non credo che i due energumeni che si sono presentati per organizzare il cantiere abbiano a cuore la raccolta differenziata. Butteranno tutto il qualche valletta nascosta, lontano dagli occhi dei turisti. O anche vicino, l’importante è che non sia in una zona da selfie altrimenti vi fanno veramente la multa. Rovinate tutto ma non i selfie.

Yassas, ci vediamo in Alto Adige. E un grazie speciale a Salto che ha deciso di ospitare questa rubrica di riscoperta delle Dolomiti.