Contratto sanità, fine dello stallo?
Dopo un incontro interlocutorio che si è tenuto la settimana scorsa, si è svolta martedì (1 agosto) la prima riunione del tavolo tecnico tra Provincia e le organizzazioni sindacali per la riforma del contratto di comparto della sanità. Durante la discussione sono state presentate le prime proposte da parte dei sindacati ed è stato delineato il programma di massima delle trattative. Sebbene sia ancora in fase embrionale le premesse sono buone, spiega il sindacato degli infermieri Nursing Up. Per tutto il mese di agosto si lavorerà per definire le priorità che dovranno essere riassunte dalla Giunta all’interno di linee guida che dovranno essere deliberate entro settembre e, in ogni caso, prima delle nuove elezioni. In questo modo, a livello teorico, la contrattazione potrà proseguire nonostante lo scioglimento della Giunta. “Con la formazione del nuovo governo, secondo le stime del direttore di dipartimento dell’Assessorato alla salute, Günther Burger, si arriverà nel 2024 a una conclusione del contratto della sanità pubblica, che riguarderà tutti i dipendenti del settore pubblico provinciale. Noi speriamo di riuscirci entro aprile” spiega Massimo Ribetto, referente regionale di Nursing Up, a salto.bz.
Il comparto della sanità rimane uno dei più critici in Alto Adige. La precaria situazione è un problema urlato dalla categoria da molto tempo e sebbene il sistema abbia retto l’onda d’urto della pandemia le crepe si fanno via via sempre più profonde. La carenza di personale da un lato e il mancato riconoscimento delle professionalità ha determinato negli anni un fuggi fuggi generale dalle dipendenze dell’Azienda sanitaria altoatesina. Per Nursing Up, il mancato riconoscimento della professione infermieristica rappresenta una delle cause principali. Mentre i medici vengono inquadrati come dirigenti, tutti i dipendenti – dall’infermiere all’amministrativo, passando per l’addetto mensa – al momento sottoscrivono lo stesso contratto. “Non vogliamo fare discriminazioni ma al di là dei titoli ci sono delle differenze che necessitano di essere riconosciute. Chi lavora in sanità non ha solo mansioni diverse ma ha responsabilità diverse e sulla base di questo ci deve un riconoscimento a partire dal contratto. L’infermiere non si limita a eseguire degli ordini ma si occupa di pianificazione assistenziale, segue il decorso del paziente, prender decisioni coerenti in scienza e coscienza che si basano sulle proprie conoscenze professionali. Non si tratta di lamentarsi ma di riconoscere quello che è giusto: gli infermieri non sono semplici esecutori e ormai se ne sta rendendo conto anche la stessa Provincia”.
L’infermiere non si limita a svolgere alcune mansioni ma si occupa di pianificazione assistenziale
Per Ribetto, la valorizzazione della professione è urgente per fermare l’emorragia di personale specializzato dall’Alto Adige, spesso in cerca di maggiori gratificazioni all’estero o in altre regioni italiane, dove il costo della vita è più abbordabile. “È necessario – aggiunge Ribetto – anche affrontare il dato preoccupante che sempre meno giovani decidono di diventare infermieri. Speriamo che la riforma del contratto riuscirà a trattenere più professionisti sul territorio”.