In 10 anni 143milioni di euro persi dal pubblico
Ancora movimenti nella politica energetica sudtirolese. L'acquisto delle quote Edison nelle centrali Hydros e SelEdison da parte di Sel viene visto positivamente dal gruppo consiliare dei Verdi.
L'operazione prevederebbe un complesso vortice di partecipazioni. Sel uscirebbe in anticipo da Edipower, di cui detiene l'8,5% per un valore iscritto a bilancio di 105 milioni di €, e rileverebbe le quote di minoranza di Edison in Hydros e SelEdison, diventando proprietaria al 100% delle due società. Lo scambio non sarebbe diretto, ma avverrebbe attraverso una doppia transazione: la partecipazione Sel in Edipower verrebbe tramutata nella proprietà di un ramo di essa, cioè il nucleo idroelettrico di Udine (2 grandi e 6 medie centrali) che poi cederebbe a Edison per avere in cambio le quote di Edison in Hydros e Seledison.
Ma lo scambio non è alla pari, perchè «le quote Edison per il 40% di Hydros e il 42% di Seledison - prosegue l'interrogazione dei Verdi - sarebbero valutate tra i 230 e i 250 milioni di €. Dunque il valore della quota SEL in Edipower (105 milioni), comunque trasformato in asset idroelettrico, non basta a coprire l'operazione e sarebbe necessario che SEL aggiungesse “un congruo conguaglio”».
I Verdi ricordano l'ingresso della Sel nella holding Delmi nel 2005, nel quale vennero spesi ingenti fondi provinciali e comunali. «Affinché potesse acquisire le quote Delmi nel 2005, la Sel ha ottenuto un finanziamento pubblico di complessivi € 213milioni 37mila 921, di cui € 200milioni dalla Provincia ed € 13milioni 37mila 921 dalla Selfin, cioè dai comuni. A questo vanno aggiunti € 35milioni a carico della Provincia fino a fine finanziamento (proprio quest'anno, il 2015). Infatti la Provincia nel 2005 finanziò SEL con denaro proprio per € 50milioni e gli altri € 150milioni sono stati coperti accendendo un mutuo i cui interessi risultano appunto ammontare a € 35milioni».
Tirando le somme delle operazioni finanziarie «tutto il costo dell'”Operazione Delmi” per Provincia e Comuni Selfin è stato finora di € 248.037.921, senza considerare la rivalutazione di queste cifre nel corso degli anni 2005-2015. La differenza tra quanto speso dagli enti pubblici (€ 248milioni 37mila 921) e il valore attuale della quota (€ 105milioni) è di € 143milioni 37mila 921, che rappresenta la cifra di quanto la mano pubblica ha perso del proprio investimento: -57,6%».
Il conguaglio dovrà quindi essere tra i 125 ed i 145milioni di euro e tra le 10 domande che i Verdi pongono nell'interrogazione è l'ultima quella più "pesante". «La Provincia ritiene opportuno investire – in qualsiasi forma – altro denaro proprio, dunque pubblico, da sola o insieme ai comuni, in questa vicenda che ha già “bruciato” una quota consistente di investimenti pubblici?».
Più sul locale va Sepp Noggler, che nella vicenda si preoccupa soprattutto dei "suoi" comuni venostani. Seledison ha tra le sue dotazioni gli impianti idroelettrici di Glorenza e Castelbello e nella società le azioni sono detenute da Edison (42%), Sel (27%), Selfin (15%), Azienda Energetica (8%) e infine i comuni della Val Venosta (8%). Noggler cita un accordo secondo il quale in caso di uscita di uno dei soci gli azionisti rimanenti avrebbero avuto prelazione sulle azioni lasciate libere proporzionalmente al proprio peso nella compagine sociale. Memore della "guerra venostana dell'energia" Noggler chiede se la Provincia è d'accordo nell'aumentare il pacchetto di azioni dei comuni della Val Venosta, recuperando così parte dell'ingiustizia subita dalle comunità locali.